L'imboscata di notte alla brigata Golani. L'abilità dei genieri con i tunnel jihadisti

Da Sderot partono le incursioni nella Striscia a caccia di terroristi: ieri eliminato Dalul. La città avvolta è in una nube arancione di fuoco e sabbia

L'imboscata di notte alla brigata Golani. L'abilità dei genieri con i tunnel jihadisti
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Gaza è immersa in una nuvola arancione di esplosioni che illumina la notte come se fosse giorno. L'offensiva israeliana nella Striscia sta spalancando le porte dell'inferno. Dalla collina di Sderot, che domina la parte Nord, lo scenario toglie il fiato. La nuvola arancione di sabbia mista a fuoco, è provocata dai pesanti bombardamenti israeliani. Ogni tanto scie bianche di missili piombano sul campo di battaglia illuminato ancora di più dai bengala che scendono lenti dal cielo.

I palestinesi denunciano quasi 10mila vittime, ma i numeri in passato sono stati gonfiati e nessuno sa quanti corpi ci potrebbero essere sotto le macerie dei grattacieli colpiti anche dal mare, dove l'assedio di Gaza City è garantito dalle navi da guerra. L'ultima, furiosa, battaglia è stata combattuta nella notte fra giovedì e venerdì. Una colonna di mezzi blindati della fanteria israeliana del 13° battaglione, che fa parte della pluridecorata brigata Golani, è finita in un'imboscata. Un tenente racconta che «ci hanno attaccato all'improvviso con armi anticarro e trappole esplosive disseminate dappertutto». Lo scontro si è fatto ben presto feroce e ravvicinato. I militari mostrano le cassette di munizioni delle mitragliatrici da 50 millimetri, piazzate sui blindati, bucate dai proiettili nemici. La battaglia è durata 11 ore, tutta la notte. I combattenti di Hamas, che sbucavano dal nulla, hanno tentato di salire sui mezzi israeliani, ma nel combattimento, quasi corpo a corpo, sono stati uccisi.

Alla luce del giorno si distinguono i grattacieli bianchi di Gaza City in un territorio sovrappopolato, dove i civili fanno la fine dei topi stritolati fra due fuochi. Hamas li usa spesso come scudi umani e la potenza di fuoco israeliana talvolta non risparmia nessuno. Verso Sud una strana foschia avvolge la prima linea. Polvere e sabbia del deserto sollevate dal movimento dei carri armati Merkava che penetrano nella Striscia oramai tagliata a metà dalla punta di lancia dell'attacco israeliano. Il kibbutz Kissufim, devastato dall'attacco stragista del 7 ottobre, è il più vicino a Gaza, appena mille metri. Roni Sfedy, il responsabile della sicurezza, punta il dito verso la barriera sfasciata dai terroristi e spiega: «Non è finita. Siamo ancora in prima linea. L'allarme suona anche quattro volte al giorno. Stamattina, prima del vostro arrivo, è piombata una granata di mortaio per fortuna dove non c'era nessuno». Nel carnaio di Gaza le squadre speciali dell'unità Yahalom con i genieri guastatori del battaglione 7107 danno la caccia ai tunnel di Hamas. Una città sotterranea con 400 chilometri di gallerie, dormitori, centri di comando e controllo oltre a depositi di missili e munizioni. Quando ne trovano uno riempiono l'imboccatura di esplosivo ad alto potenziale e lo fanno saltare bloccandolo per sempre. Un altro obiettivo prioritario sono i comandanti di Hamas, che l'intelligence individua grazie allo spionaggio elettronico e quello umano degli informatori. L'ultimo a venire eliminato ieri è stato Mustafa Dalul, che guidava il battaglione Sabra Tel al-Hawa. L'unità nemica che ha dato più filo da torcere ai reparti israeliani durante l'invasione di Gaza. Più a Sud, Nir Oz, un altro kibbutz flagellato dai terroristi, è pure a ridosso del fronte. Un tiratore scelto si piazza in posizione puntando il fucile di precisione verso la barriera metallica sullo sfondo. Oltre spuntano due minareti di una moschea di Gaza. Una madre, tornata per la prima volta sul luogo dell'orrore, si dispera per i due figli presi in ostaggio da Hamas. Sull'unica parete della cucina non annerita dalle fiamme è rimasta la firma dei terroristi: «Brigate Izz al Din al Qassam». Hamas ha copiato le tattiche dell'Isis della battaglia di Mosul, la «capitale» del Califfato.

Un video propagandistico fa vedere la punta della granata

di 35 millimetri, rinforzata, che sta per venire sganciata da un drone sul bivacco dei soldati israeliani. L'impatto è devastante e fa cadere a terra come birilli, quattro soldati, avvolti dal fumo grigio dell'esplosione.

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