Lo schiaffo dell'India all'Ucraina: niente invito al G20

Focus sull'economia e no alle passerelle: ecco perché Modi non invita Volodymyr Zelensky a Nuova Delhi per il G20

Lo schiaffo dell'India all'Ucraina: niente invito al G20

L'India di Narendra Modi ha chiuso la porta alla partecipazione di Volodymyr Zelensky come ospite al G20 di Nuova Delhi che il Paese ospiterà nella sua capitale tra il 9 e il 10 settembre. E in quest'ottica il Paese del subcontinente ha rotto una tradizione di fatto che vedeva Zelensky e il dossier ucraino planare sui tavoli di lavoro dei maggiori summit globali e spesso il presidente di Kiev partecipare in prima persona.

Perché l'India non invita Zelensky

Dalla Lega Araba al G7, passando per diversi summit del Consiglio Europeo, così è stato più volte a partire dal febbraio 2022. Questo G20 farà eccezione: il governo di Nuova Delhi ha pubblicato la lista dei leader e degli ospiti dell'imminente summit sul suo sito ufficiale. C'è - di diritto - Vladimir Putin: il presidente russo guida uno Stato membro del G20 e non rischia l'arresto su mandato della Corte Penale Internazionale in India, Paese che non ha mai ratificato lo Statuto di Roma istitutivo della Cpi. Non c'è invece Zelensky, il cui invito sarebbe stato subordinato alla decisione del Paese ospitante.

Come mai questa esclusione? L'India non vuole che il dossier ucraino perturbi le discussioni del forum delle venti economie più industrializzate della Terra, che intende mantenere legate principalmente a dossier economico-finanziari e di cooperazione allo sviluppo.

Focus sull'economia al G20 di Nuova Delhi

Abhay Thakur, uno degli sherpa indiani che sta lavorando con le diplomazie internazionali ai temi del summit, ha dichiarato nella giornata di ieri che "il G20 non è il forum principale sulle questioni geopolitiche. C'è un forum primario per affrontare tale questione, e non è il G20", ha detto facendo riferimento all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Questo va di pari passo con quanto dichiarato più volte alle agenzie da funzionari indiani rimasti anonimi un mese fa, quando si discuteva del rischio che per la contrarietà di Russia e Cina il G20 potesse concludersi senza un comunicato ufficiale per il veto a qualsiasi presa di posizione su Kiev.

L'India ha sempre ribadito che la gestione del dossier ucraino e una mediazione nel conflitto scatenato dall'invasione russa sono temi che superano il mandato del G20. In quest'ottica, in punta di diritto, l'India ha una posizione chiara: i temi dello sviluppo sostenibile, della cooperazione, della regolamentazione finanziaria e della mitigazione dei cambiamenti climatici sono i veri focus del G20 e questioni su cui Nuova Delhi ha costruito la sua agenda per la presidenza di turno.

Chi ci sarà al G20: probabile l'arrivo di Putin in India

Non a caso per un Paese come l'India che vuole capire il suo futuro tra le grandi economie della Terra la priorità sarà mettere al centro del summit questi temi fondamentali, evitando che questioni ritenute dal Paese presidente di turno secondarie, come la crisi in Est Europa, assorbano l'attenzione. Modi ha sempre mantenuto una linea di stretta neutralità sul conflitto e pur non mancando di rimbottare Putin un anno fa al vertice di Samarcanda dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai ha aumentato gli acquisti di petrolio russo e non mollato la partnership economica con Mosca.

E così, mentre gli sherpa danno per elevata la possibilità di un Putin partecipante in presenza, l'India vuole fare dell'economia globale il focus di discussione del G20: sono stati invitati i leader di Paesi in via di sviluppo come Bangladesh e Nigeria oltre che i rappresentati di economie dinamiche come Singapore e Emirati Arabi Uniti, oltre al tradizionale rilancio dell'invito ai premier di Spagna e Olanda, ospiti fissi di fatto della rassegna.

A cui si aggiungeranno tutti i grandi nomi delle organizzazioni internazionali: saranno in prima fila l'Onu, con Antonio Guterres, e il Fondo Monetario Internazionale di Kristalina Georgieva. L'attenzione più grande sarà però per Ajay Banga, neo-presidente della Banca Mondiale di origini indiane "pescato" da Joe Biden dalla presidenza del Cda di Exor. E non mancheranno anche Masatsugu Asakawa dell'Asian Development Bank, Gilbert Houngbo dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro e Tedros Adhanom Ghebreyesus dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

L'India vuole un G20 che parli di questioni a tutto campo

L'India vuole un G20 veramente globale per parlare delle grandi sfide sistemiche del pianeta. Che non possono ridursi unicamente alla pur decisiva questione ucraina: dalla sua prospettiva, il Paese equidistante tra Russia e Occidente invita entrambi i contendenti nella competizione politica a guardare alle sfide globali che aspettano l'economia e, cosa più importante, a valorizzare i forum che possono mantenere aperto il dialogo come occasioni reali di confronto. Senza avvelenarli con spaccature politiche pregiudicanti parlando di questioni che, formalmente, il G20 non è chiamato a dirimere.

Per preservare l'autonomia dell'India e la sua agenda nel primo summit del G20 da lei ospitato, Modi ha optato per una scelta dolorosa ma inevitabile non inserendo

Zelensky tra i leader invitati in presenza. Segno del fatto che la grande diplomazia sulla guerra dovrà continuare senza necessariamente contare solo sui grandi meeting globali e sulle photo opportunity che essi offrono.

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