Israele schiera l'unità cinofila Oketz: la carta per la guerra dei tunnel a Gaza

I cani dell'unità militare israeliana Oketz impegnati nell'enclave palestinese per trovare gli uomini di Hamas e le loro trappole esplosive

Israele schiera l'unità cinofila Oketz: la carta per la guerra dei tunnel a Gaza
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Il pesante bilancio della strage compiuta da Hamas il 7 ottobre avrebbe potuto essere ancora più grave se nelle prime ore dell’assalto dei militanti islamisti ai soldati e ai civili inermi nel sud d’Israele non fosse intervenuta anche una delle unità speciali dell’Israel Defence Force (Idf): la squadra Oketz. Oggi quello stesso team di difesa dello Stato ebraico composto dai cani e dai loro accompagnatori è impegnato nell’operazione di terra nella Striscia di Gaza.

L’unità Oketz è stata tra le prime forze militari ad accorrere nei kibbutz assaltati da circa 3mila militanti islamisti all’alba della strage del sukkot. Nel villaggio di Be’eri il team cinofilo ha permesso di mettere in sicurezza 200 israeliani e di neutralizzare una decina di miliziani. A Kfar Aza un cane della squadra, Nauru, impiegato nella ricerca dei terroristi e delle loro armi è caduto sotto i colpi degli integralisti.

“Il prossimo passo è entrare a Gaza. La missione è uccidere tutti i terroristi che incontreremo. Siamo veri, siamo forti, siamo uniti e vinceremo”. Così si era espresso il comandante dell’unità Oketz - "pungere" in ebraico - alla vigilia dell’operazione lanciata dalle forze di Tsahal il 27 ottobre per sradicare l'organizzazione che controlla la Striscia dal 2007. I militari, in divisa e senza, si sono addestrati insieme agli uomini del team Samur in un complesso di tunnel ricreato nel deserto del Negev per prepararsi alla sfida più difficile: uscire vivi dalla metro di Gaza.

Il vasto complesso sotterraneo costruito da Hamas si estende per 500 chilometri sino ad una profondità di circa 80 metri ed espone l’esercito israeliano ad una "guerra tridimensionale". Anche per affrontare una sfida senza precedenti in queste ore i cani dell’Oketz, in prevalenza pastori tedeschi, belgi e olandesi, vengono mandati in avanscoperta nell’enclave palestinese per cercare i punti di accesso ai cunicoli, le trappole esplosive disseminate nel dedalo di tunnel e per attaccare i fedayin in agguato.

La squadra cinofila è stata costituita nel 1974 – era inizialmente composta da appena 11 soldati -, all’indomani di un’ondata di attacchi terroristici contro Israele, ma per almeno 14 anni ha operato nella più totale segretezza. È in occasione di un’operazione in Libano negli anni Ottanta che la sua esistenza è stata svelata al pubblico.

Il contributo di questi animali alla sicurezza nazionale risale però a ben prima della nascita dello Stato ebraico. L’Haganah, un'organizzazione paramilitare sionista attiva in Palestina durante il mandato britannico, impiegava già a partire dal 1939 un’unità cinofila a difesa dei villaggi, una squadra che verrà integrata nell’Idf dopo il 1948 per essere smantellata qualche anno più tardi.

Secondo l’addestratore Yaviv Stern "solo i migliori cani vengono selezionati” per entrare a far parte dell’Oketz aggiungendo che quelli “troppo apatici o troppo sensibili al cibo e a rincorrere i gatti” vengono scartati. Anche gli accompagnatori vengono sottoposti ad uno screening rigoroso prima di essere assegnati a cani con cui poi dovranno stringere un forte ed indissolubile legame. Al termine di un servizio di sette anni durante i quali sono considerati sacrificabili in missioni ad alto rischio, questi animali infatti rimangono assieme al militare accanto al quale hanno prestato servizio.

I soldati scelti sono consapevoli della possibile perdita dei loro cani sul campo di battaglia ma come dichiara in forma anonima al Jerusalem Post un membro dell’Oketz “il loro scopo è fornire un beneficio all’uomo e non il contrario.

Esiste una separazione assoluta tra l’essere umano e gli animali e ogni militare ne è consapevole”. Al di là di riflessioni etiche, come sottolinea comunque il quotidiano israeliano “i cani possono essere il migliore amico dell’uomo ed il peggiore nemico dei terroristi”.

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