Il Mossad svela come ha colpito Hezbollah e avverte: "Lavoriamo già alla prossima missione"

Mentre l'Iran si riorganizza in Medio Oriente, due agenti in pensione del Mossad rivelano in un'intervista televisiva i dettagli dell'operazione dei dispositivi esplosivi usati dai miliziani libanesi alleati di Teheran

L'intervista di 60 Minutes agli ex agenti del Mossad (Fonte: 60 Minutes - Youtube)
L'intervista di 60 Minutes agli ex agenti del Mossad (Fonte: 60 Minutes - Youtube)

Ancora una volta la prossima escalation della crisi in Medio Oriente in corso ormai dal 7 ottobre 2023 potrebbe passare dal Libano, o più precisamente dal suo aeroporto. È qui infatti che Teheran, non potendo più contare sull’accesso al territorio siriano e allo scalo di Damasco, vorrebbe stabilire il suo nuovo hub logistico per riarmare i miliziani di Hezbollah. Un corridoio aereo il quale, stando a quanto riportato dal Times, farebbe parte di un piano più ampio che l'Iran intende realizzare per cercare di uscire dall’angolo in cui è finito dopo aver incassato una serie di pesanti debacle nella regione.

Tra i maggiori colpi subiti negli scorsi mesi dalla Repubblica Islamica ad opera di Israele, suo storico nemico, spiccano il ridimensionamento e la decapitazione dei vertici del Partito di Dio libanese che proprio a Beirut ha la sua base strategica. A gettare sale sulle ferite ci hanno pensato un paio di agenti del Mossad in pensione che, coperti dall’anonimato e sotto i falsi nomi di Michael e Gabriel, hanno rievocato quanto realizzato in Libano rivelando in un’intervista televisiva nuovi dettagli sull’operazione dei cercapersone e walkie-talkie esplosivi che ha dato il via alla campagna degli israeliani contro Hezbollah.

L’audace missione che il 17 e il 18 settembre è culminata con la detonazione di pager e dispositivi di comunicazione portatili usati dai membri dell’organizzazione sciita “è cominciata 10 anni fa”, ha affermato Michael alla giornalista del programma 60 Minutes dell’emittente americana Cbs. In particolare sono i walkie-talkie ad essere stati “armati” per primi mentre i cercapersone sarebbero stati sviluppati un paio di anni fa.

Le spie del Mossad fanno sapere che sono 16mila le ricetrasmittenti "dormienti" acquistate da Hezbollah “ad un buon prezzo”, non troppo basso per non destare sospetti. I miliziani filoiraniani non avevano idea che stavano comprando da Israele. “Abbiamo un’incredibile gamma di possibilità di creare società straniere che non hanno modo di essere ricondotte” allo Stato ebraico, spiega Michael aggiungendo che loro sono in grado di creare “un mondo di finzione. Siamo una società di produzione globale. Scriviamo la sceneggiatura, siamo i registi, siamo i produttori, siamo gli attori principali e il mondo è il nostro palcoscenico”. E se il motto del Mossad è "fare la guerra attraverso l’inganno" l’operazione dei dispositivi esplosivi ne è un esempio perfetto.

Sullo sviluppo della seconda fase legata ai cercapersone è Gabriel a fornire maggiori dettagli. I walkie-talkie vengono usati solo in battaglia e nel 2022 lui e il suo team studiano la fornitura ai membri dello Stato nello Stato libanese di apparecchi, i pager, che avrebbero sempre portato in tasca. Per inserire gli esplosivi nei cercapersone gli 007 israeliani hanno condotto dei test per calibrare la quantità di esplosivo necessaria per ferire solo il suo proprietario e non anche chi gli era vicino e vengono testate persino suonerie con suoni urgenti. Gabriel ammette che non è stato facile convincere i loro responsabili ad approvare pager resi pesanti e ingombranti a causa delle modifiche apportate per contenere l’esplosivo.

Ottenuta l'autorizzazione, le spie israeliane realizzano campagne pubblicitarie su YouTube e coinvolgono, a sua insaputa, un’azienda in Ungheria per “ingannare” e convincere una società di Taiwan, la Gold Apollo, a collaborare con loro senza sapere che dietro ci sia il Mossad. Per completare il piano gli agenti segreti impiegano la venditrice di Gold Apollo con cui Hezbollah era abituata a trattare in precedenza, la quale offre ai fedayn il primo lotto di cercapersone come aggiornamento “gratuito”. Alla vigilia della detonazione dei dispositivi il Partito di Dio ne aveva 5000 in dotazione.

Temendo che Hezbollah possa presto scoprire il complotto, il capo dell'agenzia di spionaggio David Barnea dà il via libera alla sua esecuzione. Gli esplosivi dei pager vengono innescati alle ore 15:30 del 17 settembre. Il giorno dopo tocca ai walkie-talkie. Gabriel dichiara con freddezza che “l’obiettivo non era uccidere i terroristi di Hezbollah” ma ferirli. “Quelle persone senza mani e occhi sono la prova vivente, che cammina in Libano, di non scherzare con noi e della nostra superiorità in Medio Oriente”. “Quindi ripristini il tuo senso di superiorità” ma “non pensi che Israele debba preoccuparsi della sua reputazione?”, gli chiede la giornalista della Cbs. “Sicuramente”, replica Gabriel aggiungendo però che “per prima cosa devi difendere la tua gente affinché non venga uccisa a migliaia. E poi c’è la reputazione”.

Gli ex agenti del Mossad parlano anche di Hassan Nasrallah riportando una voce secondo la quale al momento della detonazione dei dispositivi alcuni membri di Hezbollah erano in un bunker accanto a lui. Il leader dell’organizzazione sciita verrà poi eliminato nel corso di un raid israeliano il 27 settembre e a fine novembre si arriva alla firma dell'accordo per il cessate il fuoco tra Israele e i miliziani libanesi. Un risultato che sarebbe stato impossibile senza l'impiego dei "cavalli di Troia" da parte dello Stato ebraico.

Quanto alle future missioni degli 007 di Tel Aviv è Michael a precisare sibillino che “siamo già passati” alla prossima mossa e i loro nemici “dovranno cercare di indovinare quale essa sia”. E un nuovo conto alla rovescia sembra essere partito in Medio Oriente.

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