Inizia a prendere corpo la squadra di Trump alla Casa Bianca. Accanto a Susie Wiles, la "lady di ghiaccio" scelta per guidare lo staff del suo nuovo esecutivo, nel ruolo di vice andrà Stephen Miller. La notizia viene anticipata da Nbc News. Trump non l'ha ancora confermato ma il vicepresidente eletto JD Vance su X ha lasciato capire che sia davvero così: "Questa è un'altra fantastica scelta del presidente. Congratulazioni @StephenM!".
Chi è Stephen Miller? Fondatore dell'associazione America First Legal, è un fiero sostenitore della politica sull'immigrazione proposta da Trump. Qualcuno lo definisce addirittura l'architetto delle proposte del tycoon in materia. È già stato alla Casa Bianca, nel primo mandato Trump, nello staff che curava la stesura dei discorsi ufficiali e poi nel ruolo di consigliere senior del presidente.
Al duro ex poliziotto Homan il controllo dei confini
"Ci concentreremo sul peggio del peggio, non sarà come la sinistra ha raccontato", ha detto Tom Homan, l'ex poliziotto a cui Trump ha dato pieni poteri per affrontare quell’emergenza immigrazione. Parlando a Fox News Homan ha chiarito che la "deportazione di massa", tante volte evocata da Trump, partirà dai criminali. Dovrà espellere dagli States circa undici milioni di immigrati illegali. Fama da duro, in passato ha lavorato nell’amministrazione di Barack Obama e poi in quella di Trump, lasciando nel 2018. Come agente di polizia ha pattugliato il confine, conosce bene, quindi, il problema. Sul suo nome nacque una polemica durissima nel 2014, sotto la presidenza Obama, quando avviò una politica di separazione dei bambini dai genitori entrati negli Usa in modo illegale. L’obiettivo era scoraggiare il flusso dei migranti verso il confine sud americano e il Messico. I media Usa lo descrissero come il "padre" di quella politica. "La maggior parte dei genitori - aveva spiegato lui in un’intervista - non vuole separarsi dai figli, per questo ritengo che una politica del genere può scoraggiare dal tentare di entrare nel Paese. Sarei un bugiardo se non pensassi che questa possa diventare una misura efficace". Nel 2015 Obama gli assegnò il Presidential Rank Award, un premio riconosciuto ai migliori servitori dello Stato. Il 30 gennaio 2017 Trump mandò via il direttore delle politiche migratorie Daniel Ragsdale e chiamò Homan con un ruolo ad interim.
Chi è la nuova ambasciatrice all'Onu
Un'altra nomina in arrivo è quella di Elise Stefanik, deputata repubblicana. Sarà la prossima ambasciatrice alle Nazioni Unite. "Elise è una combattente per l’America First incredibilmente forte, dura e intelligente", ha detto il presidente eletto. La deputata di New York è stata una delle maggiori sostenitrici di Trump e organizzatrice di raccolte fondi per i repubblicani. Forte sostenitrice di Israele, dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre si è trovata più volte ad accusare l'Onu di antisemitismo. "Le Nazioni Unite hanno passato a maggioranza una vergognosa risoluzione antisemita - ha detto lo scorso settembre durante l'Assemblea generale - ancora una volta è in piena mostra il marcio antisemita dell'Onu, mentre punisce Israele per difendersi e premia i terroristi sostenuti dall'Iran".
"Non c'è tempo da perdere"
Ancor prima di completare le nomine Trump mette le cose in chiaro con i suoi, facendo sapere che non intende perdere tempo. "Qualsiasi senatore repubblicano che punta ad una posizione di leadership deve accettare le recess appointment (nomine senza ratifica del Senato, ndr), senza le quali non saremo in grado di avere le persone confermate velocemente", ha scritto su X. Il presidente eletto ha poi ricordato tutti i ritardi del processo di ratifica.
"Qualche volta le votazioni hanno richiesto due anni - ha aggiunto - questo è quello che hanno fatto quattro anni fa, e non possiamo permettere che succeda di nuovo, abbiamo bisogno che le posizioni siano effettive da subito".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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