Nigel Farage ci riprova e cambia idea: dopo sette precedenti tentativi (falliti) di diventare deputato al Parlamento britannico, ha dichiarato, infatti, dichiarato di volersi candidare per il partito anti-immigrazione Reform UK alle elezioni generali del Regno Unito del mese prossimo, dopo aver inizialmente escluso di candidarsi. "Ho cambiato idea... Mi candiderò": Farage, 60 anni, ha così annunciato ufficialmente in conferenza stampa la svolta. Si candiderà il 4 luglio nel seggio di Clacton, località balneare nel sud-est dell'Inghilterra, fortemente favorevole alla Brexit.
La scelta a sorpresa di Farage
"Non posso deludere quei milioni di persone", questa è la ragione addotta per giustificare la scelta: il riferimento va alle persone che lo hanno sostenuto nelle precedenti elezioni e referendum. Farage, dunque, ora è alle calcagne di Rishi Sunak: i cui conservatori, in coma vigile, non possono permettersi di perdere voti a destra. "Credo davvero che possiamo ottenere più voti del partito conservatore. Sono sull'orlo del collasso totale", ha dichiarato il leader euroscettico. Ma Farage ha promesso che Reform, che ha fondato e di cui è diventato leader, prenderà ruberà voti anche dai laburisti, sebbene abbia avuto il coraggio di ammettere che vinceranno le elezioni. "Quello che chiedo davvero e che intendo guidare è una rivolta politica. Una rivolta contro lo status quo politico", ha aggiunto. Quella parola "rivolta" già fa tremare l'establishment. "In questo Paese non funziona più nulla. Siamo in declino". "La riforma" che Farage vuole portare avanti possiede attualmente un tasso di gradimento di circa l'11%, che se replicato alle urne potrebbe dividere il voto di destra, privando potenzialmente i conservatori di seggi chiave necessari per vincere la rielezione.
Laburisti o conservatori: a chi "ruberà" voti Farage
Un cambio di passo a sorpresa, dopo che Farage aveva annunciato come fosse più importante in questa fase sostenere il suo alleato "atlantico" Donald Trump. E invece, in quel 4 luglio così caro agli americani, l'ex europarlamentare sceglie di ritentare la scalata al Parlamento britannico. La sua vera sfida, ha confessato, non è tanto quella di porsi come alternativa ai conservatori, ma essere l'opposizione dei laburisti, esercitando quella pressione politica populista che lo aveva portato a diventare "l'eroe della Brexit".
Una mossa che ora preoccupa fortemente i conservatori, tediati dalla sensazione che gli elettori britannici desiderino un cambiamento forte, e che Farage possa sbancare: rubando voti a destra e sinistra, cavalcando il malcontento popolare. Soprattutto ora che la monarchia batte in ritirata senza esercitare il ruolo di collante e di timone che ha mantenuto saldo nei secoli. Un riallineamento epocale, dunque, qualora Mister Brexit riuscisse a farsi eleggere assieme a una manciata di sodali.
Farage ha dichiarato di essere tornato "per i prossimi cinque anni", chiarendo di voler essere al potere entro il 2029. Parlando dal palco di Clacton-On-Sea, ha affermato che "nemmeno per sogno" sarebbe disposto a fare un accordo elettorale con i Conservatori dicendosi sicuro che Reform otterrà più voti il 4 luglio. Questo sviluppo rappresenta un enorme grattacapo per Sunak, che sta disperatamente cercando di recuperare terreno sul Labour. Anche prima di questa mossa a sorpresa di Farage, secondo un sondaggio YouGov il partito laburista è sulla buona strada per ottenere una maggioranza persino più consistente di quella di Tony Blair, con i Conservatori ridotti a soli 140 seggi contro i 194 che potrebbero essere conquistati dai laburisti. Un altro sondaggio di More in Common prevede una maggioranza Labour di oltre 100 seggi mettendo a rischio la stessa esistenza dei Tories. Il timore degli spin-doctors conservatori è che il partito Reform possa dividere il voto della destra e consegnare ai laburisti una vittoria ancora più grande.
Quale sarà l'effetto Farage sull'economia britannica?
Ma le elezioni britanniche sono nel mirino degli analisti non solo per le conseguenze atlantiche ed europee, ma soprattutto per le eventuali turbative dell'economia interna. Qual è la situazione dell'economia e dei mercati del Regno Unito in vista delle elezioni? Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist, si è posto tre domande. La prima riguarda la tempistica. A prima vista sembra singolare, ma forse non così tanto se si considera un probabile rallentamento della crescita, dopo un primo trimestre sorprendentemente forte, in combinazione con un'inflazione più rigida del previsto.
La decisione di indire le elezioni in estate sorprende, dato che molti si aspettavano elezioni in autunno. Le elezioni in prossimità delle vacanze rischiano di far registrare una scarsa affluenza alle urne. Inoltre, mal si concilia con il messaggio dei conservatori, secondo cui l'economia si sta rafforzando e l'inflazione è tornata alla normalita.
La seconda domanda è: chi vincerà queste elezioni? I sondaggi vanno presi con le pinze ma, a campagna elettorale appena iniziata, il partito laburista all'opposizione ha un enorme vantaggio, apparentemente inattaccabile, di 21 punti percentuali sui conservatori, rimasto abbastanza costante. Questo porta alla terza domanda: cosa potrebbe significare un governo laburista per il Regno Unito, per giunta insidiato dai populisti? Alla luce di questo vantaggio nei sondaggi, il partito laburista non ha sentito di dover annunciare il proprio programma, nè politicamente nè civilmente.
Il discorso del Cancelliere ombra Rachel Reeves per la Mais Lecture del 19 marzo fornito spunti agli analisti. "Costruire la crescita su basi forti e sicure, con un governo attivo guidato da tre imperativi.
In primo luogo, garantire la stabilità; in secondo luogo, stimolare gli investimenti attraverso una partnership con le imprese; in terzo luogo, riformare per sbloccare il contributo dei lavoratori e il potenziale non sfruttato in tutta la nostra economia". Farage sarà bastian contrario o Grillo (il maiuscolo è voluto) parlante in questo nuovo corso?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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