Pochi istanti dopo il ritiro di Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca e la sua dichiarazione di sostegno a Kamala Harris, sono iniziati a circolare indiscrezioni su chi potrebbe correre assieme a lei e candidarsi come vicepresidente. Alcuni democratici hanno già espresso le loro preferenze, come il presidente del Partito di Philadelphia ed ex deputato Bob Brady, secondo cui Josh Shapiro “sarebbe un’ottima scelta”. È stato fatto anche il nome di Mark Kelly, senatore dem dell’Arizona. I candidati possibili sono al momento nove e, secondo Politico, la domanda a cui rispondere per la scelta finale sarà “chi può battere Trump nel proprio stato d'origine?”.
Josh Shapiro: la scelta per convincere gli indecisi
In pole position c’è Josh Shapiro, 51enne governatore della Pennsylvania dal 2023 e in passato procuratore generale, commissario di contea e rappresentante dello Stato chiave. Se Harris dovesse scegliere lui, potrebbe ottenere qualche voto in più in uno dei membri dell’Unione ancora indecisi, e i democratici hanno bisogno di ogni preferenza possibile per mantenere la Casa Bianca.
"Il presidente Biden è un patriota che ha servito il nostro Paese con onore al Senato, come vicepresidente e come uno dei presidenti più importanti della storia moderna", ha scritto Shapiro su X, dopo l’annuncio del leader di Washington. Ha anche promesso di sostenere Kamala Harris come candidato e ha invitato gli altri membri del suo partito a unirsi attorno a lei. “Conosco Kamala Harris da quasi vent'anni: siamo stati entrambi procuratori, abbiamo entrambi difeso lo stato di diritto, abbiamo entrambi combattuto per il popolo e ottenuto risultati”, ha aggiunto sempre sulla piattaforma social di Elon Musk. “Kamala Harris è una patriota degna del nostro sostegno”.
Mark Kelly: la forza della "biografia unica"
Anche il senatore Mark Kelly potrebbe essere una scelta importante, in quanto rappresentante di uno Stato chiave in bilico e, soprattutto, di confine: l’Arizona. Questo consentirebbe ad Harris di avere maggiore autorità per parlare della questione migratoria, uno dei punti chiave degli attacchi repubblicani all’amministrazione Biden.
Il democratico sessantenne è stato astronauta della Nasa e pilota da combattimento della Marina, un curriculum e una “biografia unica” che, stando a quanto riferito a Politico da uno stratega del Partito, potrebbero avere un certo peso tra gli elettori. È sposato con l’ex deputata Gabby Giffords ed è stato il primo dem a conquistare il seggio dal 1962, dopo aver battuto l’ex senatore John McCain nel 2020 in un’elezione speciale ed è stato rieletto senza difficoltà quattro anni dopo. “Non potrei essere più sicuro che la vicepresidente Kamala Harris sia la persona giusta per sconfiggere Donald Trump e guidare il nostro Paese verso il futuro”, ha scritto Kelly su X. “Ha il mio sostegno per la nomina e Gabby e io faremo tutto il possibile per eleggerla Presidente degli Stati Uniti”.
Gretchen Whitmer: l'oltranzista anti-Trump
Il nome della governatrice del Michigan, 52 anni, era tra quelli che circolavano come possibile sostituta di Joe Biden nella corsa alla Casa Bianca. Dopo l’endorsment del presidente a Kamala Harris, i suoi collaboratori si sono affrettati ad affermare a Cbs News che “nessuno sta lavorando dietro le quinte per prendere il posto di Harris”. In carica dal 2019, Gretchen Whitmer ha prestato servizio alla Camera dei rappresentanti e nel senato del Michigan. Nel 2022, ha vinto la corsa a governatore con quasi 11 punti di vantaggio.
Il suo Stato ha svolto un ruolo fondamentale nel percorso di Biden alla presidenza nel 2020, dopo che Hillary Clinton lo aveva perso di misura nel 2016. “Il presidente Biden è un grande servitore dello Stato che sa meglio di chiunque altro cosa serve per sconfiggere Donald Trump”, ha scritto Whitmer su X. “Il mio lavoro in questa elezione rimarrà lo stesso: fare tutto il possibile per eleggere i democratici e fermare Donald Trump, un criminale condannato il cui programma di aumentare i costi per le famiglie, vietare l'aborto a livello nazionale e abusare del potere della Casa Bianca per regolare i propri conti è completamente sbagliato per il Michigan"
Gavin Newsom: la scelta rischiosa
Anche il governatore 56enne della California Gavin Newsom è stato proposto più volte come possibile alternativa a Joe Biden, ma anche in questo caso i suoi collaboratori hanno confermato che non sfiderà Kamala Harris. Ex sindaco di San Francisco e poi vicegovernatore del Golden State, Newson potrebbe aspirare al ruolo di secondo della possibile candidata ma, come fatto notare da Politico, avrebbe un ostacolo enorme: sia lui, sia Harris provengono dalla California e, in base al 12esimo emendamento della Costituzione, i membri del Collegio elettorale votano per il presidente e il vicepresidente, ma uno di loro "non deve risiedere nel suo stesso Stato".
Se Harris dovesse sceglierlo, dovrebbe rinunciare ai 54 voti dello Stato. Newsom ha comunque già appoggiato la candidatura dell’attuale vicepresidente, scrivendo su X che "nessuno è più adatto a portare avanti la corsa contro la visione oscura di Donald Trump". Per quanto riguarda Biden, ha affermato che “è stato un presidente straordinario, che ha fatto la storia, un leader che ha combattuto duramente per i lavoratori e ha prodotto risultati sorprendenti per tutti gli americani. Passerà alla storia come uno dei presidenti più influenti e altruisti".
Andy Beshear: l'esponente della "nobiltà" politica
Un altro possibile nome per la vicepresidenza è quello del governatore del Kentucky Andy Beshear, eletto per la prima volta nel 2019 e riconfermato nel novembre scorso con cinque punti di vantaggio. Una vittoria significativa, questa, per i democratici in uno Stato profondamente repubblicano. Moderato, proviene dalla “nobilità” politica del Kentucky. Anche suo padre Steve è stato governatore dem per due mandati, nel 2007 e nel 2011.
Riguardo al ritiro di Biden, Andy Beshear ha scritto su X che “sebbene la sua decisione di oggi non possa essere stata facile, è una scelta nel migliore interesse del nostro Paese e del nostro partito. Voglio ringraziarlo per la sua leadership, la sua gentilezza e per una presidenza di successo che gli ha permesso di portato a termine grandi e importanti cose”.
Roy Cooper: la scelta per il recupero dello Stato in bilico
La scelta di Harris potrebbe ricadere su Roy Cooper, governatore della Carolina del Nord, che non potrà correre per un terzo mandato. È in carica dal 2017 e, in precedenza, è stato per 16 anni procuratore generale dello Stato e ha prestato servizio nel Senato e alla Camera locali.
Dopo che Trump ha vinto nella Carolina del Nord nel 2020 con meno di due punti percentuali di scarto, la campagna di Biden si è concentrata sullo Stato nella speranza che possa tornare a essere uno di quelli indecisi. “Quando la nostra democrazia ha dovuto affrontare un pericolo, il presidente Biden si è dimostrato forte come il tipo più raro di leader che poteva aiutarci ad andare avanti con una visione per riparare l'anima del nostro Paese”, ha scritto Cooper su X dopo l’annuncio della decisione del presidente.
JB Pritzker: il "pitbull" aggressivo contro Trump
Il nome del governatore 59enne dell’Illinois è nell’elenco che sta circolando in queste ore. Dalla sua ha la posizione nel partito e la capacità di autofinanziare una campagna. La sua famiglia, infatti, ha fondato l’impero alberghiero Hyatt. JB Pritzker si è comportato come un “pitbull” già nel suo primo mandato da governatore, nel tentativo di convincere l’ex presidente ad agire più rapidamente nella consegna delle mascherine durante la pandemia.
Dopo la rinuncia di Biden, non ha appoggiato Harris e ha preferito attaccare direttamente Donald Trump: “Trump è un criminale condannato 34 volte, ritenuto colpevole di violenza sessuale, razzista, omofobo e misogo. Trump si vanta di togliere il diritto di scelta alle donne, vuole strappare l'assistenza sanitaria a decine di milioni di persone, propone politiche economiche che costeranno alla classe media migliaia di dollari all'anno e minaccia gli ideali americani fondamentali a cui teniamo”.
Wes Moore: il candidato "pioniere"
Wes Moore è “un pioniere” come Kamala Harris. È diventato il primo governatore nero del Maryland nel 2023 ed è ampiamente considerato come un possibile candidato per la Casa Bianca in futuro. Appena 45enne, Moore ha un curriculum molto ampio come autore di bestseller, veterano di guerra, imprenditore ed ex amministratore delegato di una delle più grandi organizzazioni americane che combattono la povertà, Robin Hood.
Sul suo sito, si legge che ha dedicato la sua vita a un principio fondamentale: “Indipendentemente da come inizia la tua vita, meriti pari opportunità di successo: un lavoro in cui crescere una famiglia, un futuro al quale aspirare". Riguardo a Joe Biden, ha scritto su X che “ha dedicato la sua vita e la sua carriera al servizio del popolo americano” e che “la sua eredità di duro lavoro, dedizione, ottimismo e forza ha plasmato la traiettoria della nostra nazione e ci ha resi migliori come popolo e come Paese”.
Pete Buttigieg: l'ex outsider del partito
Da ultimo, Politico ha indicato come possibile candidato alla vicepresidenza l’attuale segretario ai Trasporti Pete Buttigieg. Nel 2020, era uno degli esponenti del partito in lizza come successore di Barak Obama e nelle scorse ore ha sostenuto formalmente Harris. In una dichiarazione su X, ha scritto che “è la persona giusta per raccogliere il testimone, sconfiggere Donald Trump e succedere a Joe Biden come presidente”.
Il 42enne Buttigieg è noto tra i suoi sostenitori come “Mayor
Pete”, in quanto ex sindaco di South Bend nell’Indiana. È anche la prima persona apertamente gay confermata nel Gabinetto presidenziale, oltre ad aver prestato servizio in Afghanistan.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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