Il vertice dei Paesi che sostengono Kiev, previsto per sabato 12 ottobre e finalizzato a coordinare un maggiore sostegno militare all'Ucraina, è stato rinviato a seguito dell'annullamento della visita del presidente degli Stati Uniti Joe Biden in Germania. Al termine di un viaggio di tre giorni nella nazione tedesca, il presidente Usa avrebbe dovuto presiedere una riunione dell'Ukraine Defense Contact Group, un'alleanza di oltre 50 Paesi nota come Formato Ramstein, dal nome della base aerea in cui solitamente si tiene. All'ordine del giorno, tuttavia, non c'era solamente da discutere come continuare a sostenere l'Ucraina nella sua guerra contro Mosca, ma confrontare i piani della Nato per il prossimo futuro dell'Alleanza, redatti dal generale americano di origini italiane Christopher Cavoli e dall’ammiraglio francese Pierre Vandier, i quali contengono le "Minimum Requirements Capabilities", ovvero le capacità minime necessarie per affrontare Mosca.
Il piano della Nato per il 2030
Secondo i documenti top-secret diffusi dal settimanale tedesco Welt am Sonntag, i Paesi alleati, compresa la Germania, dovranno incrementare significativamente le loro forze e armamenti per contrastare la minaccia russa. Il nuovo segretario generale, Mark Rutte, ha sottolineato l'importanza di investire di più nella difesa, evidenziando che non ci sono scuse per non farlo. Dopo aver identificato la Russia come la principale minaccia alla sicurezza, la Nato ha stabilito alcuni obiettivi importanti. Le "Minimum Capability Requirements" citate dai documenti trapelati richiedono un aumento delle brigate pronte al combattimento da 82 a 131 entro il 2031, comportando l'aggiunta di 49 brigate da circa 5.000 soldati ciascuna. Complessivamente, si tratta di 150.00 uomini pronti a combattere.
Secondo i documenti, la Germania dovrà contribuire con cinque o sei brigate aggiuntive e un corpo d'armata supplementare. Tuttavia, l'attuale situazione delle forze armate tedesche è insufficiente per soddisfare questi nuovi obiettivi, e saranno necessari "significativi" fondi aggiuntivi. Le spese per la difesa potrebbero superare il 2% del PIL, obiettivo già fissato nel 2014. La Germania, riconoscendo il gap esistente, ha dichiarato che soddisfare le esigenze della Nato è una priorità nazionale.
Aumentare la difesa aerea
È fondamentale, secondo Cavoli e Vandier, apportare modifiche anche per quanto riguarda le dotazioni, in particolare sul fronte della difesa aerea della Nato, e per ciò che riguarda le munizioni, le armi di precisione a lungo raggio, oltre che per la logistica e i trasporti. Si stima che il numero delle unità di difesa aerea terrestri aumenterà da 293 a 1.467, con un incremento di 1.174 unità. Questo comprende sistemi d'arma come Patriot, Iris T-SLM, Skyranger e sistemi di protezione a corto raggio. Anche il numero degli elicotteri è destinato a crescere, passando da 90 a 104.
I "Minimum Requirements Capabilities" saranno assegnati agli Stati membri della Nato come obiettivi vincolanti, elaborati sulla base della ricchezza dei rispettivi Paesi e della popolazione, si legge nel documento. Alla Germania è stato recentemente “attribuito circa il 9,28% delle capacità totali".
"Russia minaccia principale"
Dal 2022, la Nato ha identificato la Russia come la principale e più immediata minaccia per la sicurezza dei suoi membri. Nel 2023, è stato concordato che l'Alleanza deve essere pronta, disposta e capace di difendere ogni centimetro del territorio alleato. Nella primavera del 2024, sono stati comunicati agli alleati i requisiti minimi necessari per raggiungere questo obiettivo, come evidenziato anche dai recenti documenti diffusi dalla stampa tedesca.
Di recente, il nuovo segretario generale della Nato, Mark Rutte, durante il suo insediamento, ha affermato che è essenziale che l'Alleanza sia pronta e capace di difendere ogni centimetro del territorio alleato e ha esortato gli Stati membri ad aumentare gli investimenti nella difesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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