
Per il Cremlino c’è una minaccia più insidiosa della resistenza ucraina che ha trasformato un’operazione militare speciale che doveva concludersi in tre giorni in un sanguinoso conflitto di trincea. A darne conto è il Newsweek che riporta un’analisi dell’Institute for the Study of War secondo cui, a conclusione della guerra, i soldati russi il cui patriottismo è celebrato da Mosca con tanto fervore potrebbero mettere in pericolo il dominio di Putin sul Paese.
L’autorevole centro studi americano sostiene infatti che i veterani traumatizzati dal conflitto potrebbero alimentare il dissenso interno diffondendo tra la popolazione resoconti sul reale costo della campagna militare in Ucraina. Il Cremlino è consapevole della posta in gioco, spiega il think tank, e negli ultimi due anni ha creato delle organizzazioni che, in apparenza, supportano e valorizzano i veterani e il servizio da loro svolto ma, impedendo la creazione di gruppi indipendenti di ex soldati, hanno in realtà l’obbiettivo di tenerli sotto controllo.
Putin vuole impedire che la delusione e la frustrazione dei militari possa generare instabilità sociale. Una preoccupazione alimentata in Russia dal ricordo di un precedente, non così lontano nel tempo, noto come “sindrome afghana”, espressione adoperata per descrivere le ricadute sul fronte interno determinate dal rientro in patria a fine anni Ottanta delle truppe che avevano partecipato all’intervento sovietico a Kabul.
Seth Krummrich, ex colonnello dell’esercito americano, ritiene che il ritorno a casa dei soldati rappresenti “un rischio per la sicurezza forse non nel breve termine” ma potrebbe esserlo “nel medio e lungo periodo per il regime di Putin e per qualsiasi successivo governo russo”. “Quando la verità e il sostegno finanziario non verranno forniti alle famiglie”, prosegue Krummrich “sorgeranno veri problemi e disordini sociali. Quando lo Stato nei prossimi anni non sarà in grado di fornire i servizi di supporto ai veterani la propaganda suonerà vuota” e l’enorme numero di feriti di guerra sarà “un promemoria costante di come la Russia abbia ingannato il suo stesso popolo”.
Diversi disagi interni sono stati già osservati come conseguenza, ad esempio, del reclutamento di soldati nelle carceri della Federazione in cambio della grazia e della libertà dopo sei mesi al fronte. Inoltre, persino un funzionario dell’amministrazione presidenziale russa, Sergei Kiriyenko, lo scorso anno avrebbe ammesso in una riunione di governo che i veterani “si adattano male alla vita civile” lanciando l’allarme per il malcontento che potrebbe derivare dai crimini da loro commessi.
“Ci sarà un’ondata di criminalità più grande di quella dei primi anni Novanta”, afferma Konstantin Sonin, economista di origine russa nei confronti del quale le autorità di Mosca hanno spiccato un mandato di arresto per aver diffuso, secondo le accuse, informazioni false sull’esercito della Federazione.
Sonin esclude che gli ex militari possano mettere davvero in pericolo il controllo di Putin sul Paese ma i veterani dell’Ucraina, “fino a 10 volte più numerosi” rispetto ai reduci dell'Afghanistan, “saranno facili reclute per qualsiasi gruppo criminale”. Con tali premesse la discesa della Russia nel caos potrebbe dunque non essere uno scenario così remoto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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