Trump domina ovunque alla vigilia del “Super Tuesday”: "Vittoria schiacciante"

L'ex presidente si aggiudica tutti i delegati in palio in Michigan, Idaho e Missouri, allungando in maniera forse decisiva nei confronti di Nikki Haley. Martedì in palio ci sarà più di un terzo dei delegati alla convention di luglio e i sondaggi parlano di un vantaggio schiacciante da parte di Trump

Trump domina ovunque alla vigilia del “Super Tuesday”: "Vittoria schiacciante"

Le primarie per la nomination del candidato che il Partito Repubblicano presenterà il prossimo 5 novembre alle elezioni presidenziali stanno entrando nella fase critica, quella nella quale di solito si decidono i destini delle campagne elettorali dei vari candidati. Il sabato di Donald J. Trump ha visto una tripletta di vittorie sull’unica rivale rimasta, l’ex governatore del South Carolina Nikki Haley, con numeri che sembrano davvero imbarazzanti. Un “cappotto” di proporzioni mai viste in una primaria competitiva, ovvero una che non vede un presidente in carica cercare il secondo mandato alla Casa Bianca.

Il risultato della convention repubblicana nello stato del Michigan ha visto l’ex presidente battere la Haley in tutti e 13 i distretti, aggiudicandosi quasi il 98% dei voti. Peter Hoekstra, presidente del Gop in Michigan, ha definito la vittoria di Trump “schiacciante”, un segnale che i repubblicani sembrano pronti a schierarsi dietro all’ex presidente. Le vittorie in Michigan, Idaho e Missouri sono ancora più significative visto che arrivano a pochi giorni dal cosiddetto Super Tuesday, il martedì nel quale ben 15 stati sceglieranno più di un terzo dei delegati che nella convention di Milwaukee dal 15 al 18 luglio nomineranno il candidato del Grand Ole Party.

Il Trump Train è inarrestabile

Anche la stampa mainstream non può che confermare quello che molti attivisti repubblicani sostengono da mesi: la “pancia” del partito è schierata tutta con Trump. Il risultato in Michigan, stato del Midwest che aveva scelto un metodo singolare per assegnare i delegati alla convention repubblicana, è stato inequivocabile: dopo essersi aggiudicato quasi tutti i 16 delegati scelti direttamente nelle primarie di martedì scorso, i rappresentanti del partito hanno aggiudicato a Trump tutti i 39 delegati riservati ad un caucus rappresentativo degli iscritti al partito. Dopo aver battuto la Haley 68 a 27 nelle primarie, il risultato non era certo in dubbio ma è comunque significativo perché conferma il momentum di Trump, almeno all’interno del Partito Repubblicano.

Trump fan Richmond Virginia

In Idaho e Missouri, il partito locale aveva scelto di aggiudicare i propri delegati con delle riunioni organizzate dal partito, i cosiddetti caucuses e queste riunioni hanno espresso un verdetto nettissimo: la Haley non è riuscita ad aggiudicarsi un solo delegato in questi due stati. Perdere tutte e 125 le sezioni in Missouri è l’ennesimo risultato imbarazzante per la Haley, che ha comunque confermato che rimarrà in corsa almeno fino al Super Tuesday. Se le possibilità di vittoria a questo punto sono ridotte al lumicino, l’ex governatore del South Carolina ha più volte dichiarato che “ogni elettore ha il diritto di far sentire la sua voce”. Per ora la voce del partito è sembrata chiarissima: vogliamo Trump.

Un rituale inutile?

Nonostante l’ex presidente abbia finora vinto in tutti gli stati, molti si domandano se sia ancora il caso di continuare con questo costoso rituale, che, nonostante si cerchi di risparmiare ad ogni occasione, toglierà risorse da destinare alle presidenziali di novembre o ai tanti distretti in bilico che potrebbero ampliare la maggioranza repubblicana alla Camera o riconsegnargli la maggioranza nel Senato. Questa scelta è evidente a Washington, dove il Partito Repubblicano terrà una primaria in tono minore in un albergo in centro mentre nel North Dakota, stato dove il Gop vince con percentuali bulgare, si terranno dei caucuses lunedì sera. Trump e la Haley, impegnati in incontri pubblici del North Carolina, hanno continuato a scambiarsi frecciate: se l’ex presidente ha definito la rivale very average e bad news, l’ex governatore sembra quasi difendere Biden quando ha detto che la crisi economica che sta colpendo pesantemente la classe media “è anche colpa di Donald Trump e dei repubblicani”.

Haley Needham Massachussets

La battuta ha scatenato reazioni furiose sui social, con molti che sembrano suggerire che la Haley sia sostenuta solo dai voti e dai finanziamenti dei democratici. I numeri sembrano confermare questa tendenza, visto che gli unici stati nei quali l’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite è stata competitiva sono quelli nei quali elettori di entrambi i partiti potevano votare. In Idaho, dove solo i repubblicani registrati erano ammessi nelle riunioni, Trump ha dominato. I sondaggi realizzati negli ultimi giorni fanno pensare che l’ex presidente potrà aggiudicarsi quasi tutti gli 854 delegati in ballo nel Super Tuesday, il 35% del totale. Questo potrebbe rendere incolmabile il vantaggio nettissimo che ha in questo momento:

Trump ha 247 delegati contro i 24 della Haley ma è impossibile che possa arrivare ai 1.215 delegati necessari per assicurarsi matematicamente la nomination. I sondaggi dipingono un quadro a tinte fosche per la Haley: l’ultimo sondaggio a livello nazionale vede Trump avanti 79 a 12, mentre sia in California che in Texas e Virginia il vantaggio di Trump è altrettanto schiacciante, con l’ex presidente attorno al 75% e la rivale tra il 15 e il 17%.

La speranza di molti all’interno del Gop è che una netta sconfitta convinca i finanziatori della Haley a staccare la spina e consentire quindi al partito di cancellare il resto delle primarie e concentrarsi sulle elezioni di novembre. Vedremo se le cose andranno davvero così.

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