Il Consiglio informale degli Affari Esteri dell'Unione europea ha due elementi di novità. Il primo è rappresentato dal luogo: non solo fuori da un Paese membro dell'Ue ma anche in un Paese in guerra. Il secondo elementi è dato invece dall'impegno dell'Alto rappresentante Josep Borrell riguardo il sostegno alla causa ucraina. "Sul piano militare, ho proposto un nuovo stanziamento pluriannuale bilaterale, attraverso la European Peace Facility, fino a cinque miliardi di euro per l'anno prossimo" ha spiegato il capo della diplomazia di Bruxelles. "Ne arriveranno altri: spero che raggiungeremo un accordo prima di fine anno, con la revisione del Quadro finanziario pluriennale" ha continuato l'alto rappresentante durante la conferenza stampa al termine dell'incontro. E questa frase conferma l'attuale linea politica dell'Unione europea, in una fase di crescenti interrogativi sul futuro del conflitto e sul futuro del supporto all'Ucraina, quantomeno nelle modalità.
Per l'Unione si tratta di un percorso non particolarmente semplice. Come visto anche in altri contesti, trovare un accordo unitario su temi così decisivi e divisivi non è mai un lavoro facile per il sistema del Vecchio Continente, a maggior ragione in un momento in cui le elezioni (specialmente l'ultima slovacca) rivelano una situazione opaca dei convincimenti dell'opinione pubblica Ue. Molti Stati iniziano ad avere maggioranze dubbiose sul sostegno all'Ucraina. E la vittoria di Robert Fico è più di un campanello d'allarme anche per la possibilità di raggiungere un accordo che passerà probabilmente attraverso la contrarietà della Slovacchia ma forse anche dell'Ungheria di Viktor Orban.
Le trattative appaiono complesse così come gli obiettivi dell'Ue appaiono molto elevati. Tra questi anche l'addestramento delle forze ucraine, che è uno degli elementi centrali del supporto degli Stati membri a Kiev. Al momento, ha spiegato Borrell, l'obiettivo dell'Ue è quello "addestrarne 40mila nei prossimi mesi", con un approccio che prevede anche la "formazione specializzata per i piloti di jet da combattimento". Il tema coinvolge anche la ormai nota fornitura di caccia all'Ucraina, in particolare gli F-16 attualmente promessi da Danimarca e Paesi Bassi.
Le consegne saranno molto dilazionate nel tempo e così anche l'addestramento non può essere rapido. Tuttavia, in questo momento Bruxelles sembra avere interesse a inviare messaggi politici, soprattutto in una fase in cui negli Stati Uniti più di qualcuno inizia a essere titubante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.