Putin lancia la sfida all'ovest: "Sta perdendo l'egemonia atomica? Vinceremo senza"

C’è tutta la rabbia del presidente russo e un concentrato dei temi favoriti della sua propaganda nel discorso tenuto al Forum economico internazionale di San Pietroburgo

Putin lancia la sfida all'ovest: "Sta perdendo l'egemonia atomica? Vinceremo senza"
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L’Occidente che sta perdendo l’egemonia mondiale, l’economia russa che cresce nonostante le inique sanzioni, la Francia di Emmanuel Macron che persegue in Ucraina una sua agenda aggressiva contro Mosca e che dovrà stare molto attenta all’alto prezzo che per questo le toccherà pagare. C’è tutta la rabbia di Vladimir Putin, tutto un concentrato dei temi favoriti della sua propaganda nel discorso che l’uomo forte del regime russo ha tenuto al Forum economico internazionale di San Pietroburgo. Ma in quello che un tempo era uno degli appuntamenti chiave per il business mondiale (e dove sono intervenute con un ruolo ufficiale anche due figlie del leader russo e una del suo fedelissimo ex ministro della Difesa Shoigu) è anche risultato evidente l’isolamento di Mosca, conseguenza diretta della guerra d’aggressione all’Ucraina e dei gravi errori di calcolo di chi l’ha scatenata ormai più di due anni fa: l’Occidente intero era assente ad eccezione della solita, sconcertante Ungheria, e i rappresentanti politici di più alto grado al Forum da cui Putin esaltava i suoi presunti successi venivano dalla Bolivia e dallo Zimbabwe.

Le parole d’ordine lanciate da Putin sono quelle concordate e condivise con il socio di maggioranza dell’«alleanza di ferro» che è stata ribattezzata il nuovo Asse del male, la Cina di Xi Jinping: i Paesi minori del mondo che «lottano per rinforzare la loro sovranità in un nuovo contesto globale multipolare», mentre l’Occidente si sforza invano di «conservare il proprio ruolo di altezzosa egemonia»; gli Stati africani, sudamericani e asiatici che grazie al sostegno di Mosca si propongono come una «nuova forza contro il neo imperialismo occidentale». Sull’Ucraina, Putin dice che «non abbiamo bisogno di armi atomiche per la vittoria finale, facendo ricorso al nucleare la vittoria arriverebbe più velocemente ma la salute dell’esercito russo è più importante». Putin ha fatto riferimento al blocco Brics, piuttosto che alla Cina che, con e più di lui, lo egemonizza. Non a caso, prima che prendesse la parola, era stato mostrato ai delegati di 136 Paesi un filmato di propaganda sulle colpe del colonialismo occidentale ai danni di quello che oggi è il Sud Globale su cui Mosca e Pechino scommettono per instaurare il loro nuovo ordine mondiale.

Insomma, mentre Biden esalta libertà e democrazia, Putin replica descrivendo il mondo come lo vorrebbe: un paio di autocrazie spietate con i loro oppositori interni che si mettono alla testa, contro l’Occidente, di quelli che un tempo erano i Paesi non allineati. Un’alleanza dove qualsiasi canaglia è ben accetta, dalla Corea del Nord all’Iran, dalla Bielorussia al Venezuela e fino ai tagliagole di Hamas e all’Afghanistan dei talebani, recentemente recuperati dalla diplomazia di Mosca. In questo quadro dipinto dall’aspirante zar, le potenze occidentali hanno il ruolo di cattivi destinati alla spazzatura della Storia. Soprattutto quelli che gli si oppongono più decisamente, come la Francia di Macron.

Ieri, 7 giugno, il Cremlino ha diffuso un duro comunicato contro «gli atteggiamenti molto provocatorii di Parigi, che sostiene apertamente Kiev (un modo per screditare il suo ruolo attivo alla Conferenza di pace sull’Ucraina che si terrà tra circa un mese in Svizzera e che la Russia cerca di boicottare, nda) e si dice pronta a un ruolo diretto nel conflitto militare».

E per far capire che ormai la Francia viene messa sullo stesso piano degli Stati Uniti di Biden, la procura russa ha fatto arrestare e incarcerare a Mosca Laurent Vinatier, un cittadino francese che lavora per il Centro per il Dialogo Umanitario: Vinatier è accusato di non essersi registrato come «agente straniero», ma soprattutto di spionaggio militare, proprio come il giornalista americano Evan Gershkovich che viene di fatto tenuto ostaggio dal marzo dell’anno scorso con accuse analoghe (non è stato ancora processato).
CREMLINO Il presidente russo Vladimir Putin a S. Pietroburgo.

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