La Groenlandia, com'è noto, fa gola al presidente Donald Trump, che ha cominciato a parlarne appena ha vinto le elezioni, causando non pochi mal di pancia alla Danimarca, che possiede questa enorme isola di ghiaccio a nord est dell'America, con oltre due milioni di kmq e appena 57mila abitanti, dislocati perlopiù lungo la costa sud ovest. Trump la vuole sostanzialmente per tre motivi: i ricchi giacimenti di materie prime (non solo petrolio e gas ma anche terre rare), le rotte commerciali e le esigenze geopolitiche (ridimensionare le mire di Russia e Cina).
Non molti ricordano che tredici anni fa, nel 2012, la Commissione europea firmò un accordo con la Groenlandia proprio sulle materie prime. L'obiettivo: migliorare l'accesso dell'industria dell'UE alle materie prime ad un prezzo abbordabile. La cooperazione, come auspicava l'Ue, avrebbe potuto configurarsi in infrastrutture e investimenti congiunti o nella capacity building ai fini della prospezione e dello sfruttamento delle materie prime.
A Nuuk (Groenlandia) fu firmata una lettera di intenti relativa alla cooperazione: la sottoscrissero Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione, e Andris Piebalgs, commissario responsabile per la Cooperazione e lo sviluppo, per conto della Commissione europea, oltre al Primo ministro Kuupik Kleist per conto della Groenlandia.
Con questa mossa il Vecchio Continente cercò di correre ai ripari rispetto a un evidente squilibrio rappresentato in modo plastico da un numero: il 58 % delle società di prospezione operanti in Groenlandia erano canadesi o australiane, mentre solo il 15% delle società erano europee (Danimarca, Germania, Repubblica ceca e Regno Unito).
"Le nostre strette relazioni politiche - affermò Tajani - hanno reso possibile far salire di un livello la nostra cooperazione nel campo delle materie prime. Dobbiamo ora procedere celermente per assicurare un migliore accesso ai minerali nell'interesse dell'industria dell'UE con la firma di ulteriori accordi su progetti concreti. Questa cooperazione offre vantaggi per entrambe le parti. Per l'Europa ciò significa che essa potrà continuare a svolgere un ruolo guida sul piano delle nuove tecnologie e dell'innovazione".
Cosa dice oggi la Commissione Ue
"Naturalmente sosteniamo la Danimarca, che è un nostro Stato membro, e la sua regione autonoma, la Groenlandia, ma non dovremmo fare speculazioni". Lo dice l'Alta Rappresentante dell'Ue Kaja Kallas, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio, dopo che Trump è tornato ad esprimere il suo interesse per la Groenlandia. "Gli Usa si spostano verso un approccio più transazionale e l’Ue deve essere unita, perché è chiaro che siamo più forti quando siamo uniti, sostenendoci l’un l’altro davanti alle difficoltà.
Ma gli Usa sono il nostro più stretto alleato e dobbiamo cooperare: ci sono ottime idee sul tavolo su come impostare le nostre politiche non sempre in reazione a Trump", ha aggiunto Kallas, precisando che il presidente Usa va ascoltato ma forse non "parola per parola".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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