Riforme, modernizzazione e apertura: i piani del Comitato centrale cinese per il futuro

Durante la terza sessione plenaria del 20esimo comitato centrale del Pcc, sono state identificate le linee da seguire per lo sviluppo della Repubblica popolare nei prossimi anni

Riforme, modernizzazione e apertura: i piani del Comitato centrale cinese per il futuro

Giovedì 18 luglio si è conclusa la terza sessione plenaria del 20esimo Comitato centrale del Partito comunista cinese. Durante la riunione, oltre alle valutazioni positive riguardo ai progressi compiuti dall’Ufficio politico in vari campi, è stata sottolineata l’importanza di approfondire il processo di riforme e di modernizzazione, per far restare la Repubblica popolare al passo con le sfide del mondo contemporaneo.

Dobbiamo dare maggiore importanza alle riforme e approfondirle in modo completo per far progredire la modernizzazione cinese, al fine di affrontare meglio i complessi sviluppi sia all'interno che all'estero, adattarci al nuovo ciclo di rivoluzione scientifica e tecnologica e alla trasformazione industriale e soddisfare le nuove aspettative del nostro popolo”, si legge nel comunicato ufficiale della sessione. Per raggiungere questo obiettivo, il Comitato centrale ha stabilito di garantire l’attuazione coordinata del cosiddetto Piano integrato delle cinque sfere e della Strategia globale a quattro punte.

La riforma strutturale dell’economia è stata messa al primo posto nella lista di priorità, con il traguardo per la creazione di “un'economia di mercato socialista di alto livello sotto tutti i punti di vista” posto al 2035. Vari obiettivi, come l’innalzamento della qualità della vita, lo sviluppo di quella che è stata definita “una forte cultura socialista” in Cina e il miglioramento della capacità di leadership e di governo a lungo termine del partito, dovranno essere completati entro il 2029, quando sarà celebrato l’80esimo anniversario della Repubblica popolare. Secondo quanto stabilito dal Comitato centrale, il perno di questo piano pluriennale sarà lo sviluppo di alta qualità, che dovrà passare dalla creazione di nuovi punti di forza per la crescita del Paese e dal miglioramento dei meccanismi di incentivo e di vincolo, delle istituzioni locali e nazionali, delle infrastrutture e del settore dei servizi.

A questa colonna portante del processo di riforme è legata la modernizzazione del Paese che dovrà essere sorretta da una strategia di rinvigorimento della Repubblica popolare basata su vari punti: una solida macro-regolamentazione e il coordinamento di vari settori come quello fiscale, tributario e finanziario; lo sviluppo urbano e rurale integrato; la promozione dell’istruzione e delle innovazioni in campo scientifico e tecnologico. Il Comitato centrale ha anche identificato nell’apertura della Cina al resto del mondo uno dei punti chiave del processo di modernizzazione, da potenziare con una ristrutturazione del sistema di investimenti esterni ed interni, l’ampliamento della cooperazione con gli altri Paesi e il perfezionamento dei meccanismi di cooperazione nell’ambito della Belt and Road Initiative.

Nella dichiarazione finale della sessione plenaria è stata menzionata anche la necessità di assicurare la piena attuazione della Costituzione e l’applicazione delle leggi, di coltivare i vari settori culturali, di perfezionare il sistema di garanzia dei servizi pubblici di base e di stimolare lo sviluppo di tecnologie green, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento e le emissioni di carbonio.

Nel comunicato vi è anche spazio per la difesa nazionale, che il Comitato centrale ha identificato come “base fondamentale” per garantire il continuo progresso della modernizzazione cinese. Stando a quanto emerso dalla sessione plenaria, Pechino si è posta l’obiettivo di potenziare le forze armate entro il 2027 e di migliorare le istituzioni e i meccanismi di salvaguardia della sicurezza nazionale e pubblica. Nonostante questo accento posto sull’esercito, nella dichiarazione finale della sessione plenaria è stato ribadito che la Cina ha intenzione di mantenere la sua posizione internazionale basata sullo sviluppo pacifico, pur non rinunciando alla difesa della propria sovranità e sicurezza.

Le conclusioni della sessione plenaria sono state accolte con favore dalle alte sfere della politica di Pechino. Secondo il vice capo dell’Ufficio di Ricerca sulle politiche del Comitato centrale Tang Fangyu, “la risoluzione sulle riforme è il risultato più importante” e propone “più di 300 importanti misure di riforma, che coinvolgono tutte riforme a livello di sistemi, meccanismi e istituzioni”. Gli ha fatto eco il vicedirettore esecutivo dell'Ufficio del Comitato centrale per gli Affari economici e finanziari Han Wenxiu, convinto che “la Cina accelererà gli sforzi per costruire un sistema di mercato di alto livello, che rappresenta un importante compito di riforma per il Paese” e che “i sistemi alla base dell'economia di mercato saranno perfezionati, ottimizzando anche i sistemi di protezione dei diritti di proprietà, di divulgazione delle informazioni, di accesso al mercato, di uscita dalla bancarotta e di supervisione del credito”.

Sulla questione è intervenuto anche il ministro dell’istruzione Huai Jinpeng, che ha sottolineato l’intenzione della Cina a velocizzare il processo di potenziamento delle

università e di promozione della commercializzazione dei risultati della ricerca scientifica a livello mondiale, oltre all’obiettivo di integrare maggiormente l’innovazione tecnologica e industriale.

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