Il ruolo di Ankara nel più grande scambio di prigionieri dai tempi della Guerra Fredda

Nessun "ponte dell spie" nell'operazione mediata e ospitata dalla Turchia e che ha portato al più grande scambio di prigionieri dai tempi della Guerra Fredda.

Il ruolo di Ankara nel più grande scambio di prigionieri dai tempi della Guerra Fredda
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Il più grande scambio di prigionieri dai tempi della Guerra Fredda si è compiuto. La vasta operazione tra Russia e Paesi occidentali, realizzata con l'aiuto della Turchia, "è completata": così hanno annunciato fonti della sicurezza turche. Sette aerei con a bordo 26 persone, 24 detenuti in sette Paesi più due "minori", sono passati per l'aeroporto di Ankara dove è avvenuto lo scambio prima di proseguire il loro percorso.

Ankara si riprende, dunque, quel ruolo di ponte a cui sembrava aver abdicato, un po' per le contingenze geopolitiche un pò per le sorti di Recep Erdogan caduto in disgrazia tra gli alleati della Nato. Tanto da rinunciare al tentativo di essere l'ago della bilancia nel conflitto tra Russia e Ucraina, sebbene avesse messo a segno importanti accordi come quelli sul grano o-anche in quel caso-uno scambio di prigionieri. Dall'ottobre scorso, infatti, la Turchia sembrava essersi completamente ripiegata sulle vicende mediorientali, prendendo le parti di Hamas senza sè nè ma, come dimostra in questi giorni la reazione turca alla morte di Ismail Haniyeh.

Poi, il colpo di scena. L'agenzia di intelligence turca Mit, ha istituito "canali di dialogo" all'interno dello storico scambio di prigionieri. Le parti si sono riunite in Turchia a luglio con l'intelligence e si sono tenute trattative in merito all'attività di scambio da svolgere tra cittadini russi e cittadini di paesi occidentali imprigionati negli Stati Uniti, in Germania, Polonia, Norvegia, Slovenia, Russia e Bielorussia. Lo scambio tra sette paesi ad Ankara è stato gestito dall'intelligence turca dall'inizio del processo di negoziazione fino all'ultimo momento in cui sono stati effettuati gli scambi. Così come tutte le misure di sicurezza, la pianificazione logistica e le esigenze dell'attività di sgombero sono state evase dal Mit. Anche la comunicazione e il coordinamento tra le parti sono stati forniti tramite l'intelligence, ha reso noto la presidenza turca.

L'operazione ora apre un credito gigantesco per la Turchia: il vicepresidente Cevdet Yılmaz ha affermato che lo scambio di prigionieri è un esempio concreto della posizione della Turchia come paese produttore di soluzioni. Il plauso per Erdogan arriva anche dal Ministro degli Affari Esteri Hakan Fidan, che ha affermato che la Turchia continuerà ad essere il "centro della diplomazia pacifica" in linea con la visione del Presidente.

Più volte oggi è stata ribadita la storicità dell’evento, considerato come uno degli scambi di prigionieri più importanti dai tempi della Guerra Fredda. Qualcuno ricorderà, ad esempio, il Ponte delle Spie, nel quale un magistrale Tom Hanks impersonava il ruolo dell'avvocato americano James B. Donovan nel coadiuvare la CIA a facilitare lo scambio del colonnello del KGB Rudolf Abel con il pilota dell'aereo spia U2, catturato dai sovietici Francis Gary Powers nel 1962.

Era il 1969, invece, quando la CIA smascherò una rete di spie del KGB a Londra dopo una soffiata da un agente polacco con nome in codice "Sniper". Il complotto coinvolgeva Harry Houghton, un impiegato dell'Underwater Detection Establishment britannico a Portland, in Inghilterra. Houghton e la sua amante, Ethel Gee, vendevano informazioni sul programma britannico per i sottomarini nucleari e facevano parte di una rete di spie più grande insieme a Morris e Lona Cohen (agenti del KGB di origine americana che si spacciavano per Peter e Helen Kroger) e un agente del KGB di nome "Gordon Lonsdale". Il Regno Unito e i sovietici stipularono un accordo e i Cohen furono presto in viaggio per la Polonia in cambio del docente incarcerato Gerald Brooke. Gee e Houghton furono imprigionati.

Lo scettro di scambio più grande della storia tra Usa e Urss restava, fino ad oggi, quello del 1985, ancora una volta in quel del ponte Glienicke di Berlino.

Venticinque americani detenuti nella Germania dell'Est e in Polonia furono scambiati con altri quattro: tre sovietici arrestati in Occidente più l'agente polacco Marian Zacharski, inviato in California dal governo polacco per carpire segreti militari e industriali nell'industria aerospaziale.

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