Come se non bastassero le minacce alla pace in Europa, in Medio Oriente e a Taiwan ce n’è un’altra che incombe letteralmente sulle nostre teste ma non trova posto, almeno per il momento, se non nelle discussioni scientifiche. Si tratta del pericolo legato ai detriti spaziali che intasano le orbite attorno alla Terra e potrebbero provocare una catastrofe senza precedenti. A trascinare la discussione fuori dai circoli ristretti degli addetti ai lavori ci ha pensato la Cnn dedicando un approfondimento al tema che rappresenta il lato oscuro dei traguardi raggiunti dall'uomo nello spazio.
L’emittente di Atlanta ha infatti acceso i fari sulla cosiddetta “Sindrome di Kessler”, uno scenario che prende il nome dalla teoria esposta nel 1978 dall’astrofisico americano Donald Kessler, secondo il quale una collisione tra detriti spaziali potrebbe condurre ad un’inarrestabile reazione a catena che, generando nuova spazzatura nello spazio, metterebbe fuori uso i satelliti e interromperebbe l’esplorazione del cosmo. “Il numero di oggetti lanciati nello spazio negli ultimi quattro anni è aumentato esponenzialmente”, afferma Vishnu Reddy, professore dell’università dell’Arizona, che a proposito della teoria esposta da Kessler sottolinea come “stiamo andando nella direzione che abbiamo sempre temuto”.
Non tutti gli esperti sono concordi sul livello di rischi e su quanto siamo davvero vicini al punto di non ritorno ma basta scorrere le cronache degli ultimi mesi per comprendere quanto il tema della congestione nello spazio non possa più essere ignorato. A novembre un detrito spaziale ha costretto la Stazione spaziale internazionale a modificare la sua rotta. Pochi mesi prima un pezzo di spazzatura sganciato dalla stessa base orbitante è riuscito ad attraversare l’atmosfera terrestre e ha perforato il tetto di un’abitazione in Florida senza provocare vittime.
Stando ai calcoli effettuati dall’Agenzia spaziale europea a partire dal 1957 ci sono state oltre 650 “rotture, esplosioni, collisioni o eventi anomali che hanno causato frammentazioni” nello spazio. Anche in questo caso alcuni esempi aiutano a comprendere meglio la portata della minaccia. Nel 2009 un impatto accidentale tra il satellite dismesso Kosmos 2251 e il satellite Iridium 33 ha prodotto una "nube” composta da quasi 2000 detriti mentre solo negli ultimi mesi se ne sono creati oltre 300.
Le tensioni geopolitiche contribuiscono a rendere ancora più pericolose le orbite attorno alla Terra. Nel 2021 la Russia ha condotto un test militare lanciando un missile contro uno dei suoi satelliti, in disuso e in orbita dal 1982, generando più di 1500 detriti. Nel timore che uno dei rottami si schiantasse contro la Stazione spaziale internazionale il suo equipaggio ha dovuto ripararsi per qualche ora nel veicolo predisposto per il rientro di emergenza. Nel 2024 poi un satellite meteorologico della Nasa ha evitato la collisione con un razzo russo per appena 20 metri.
Gli esperti spiegano che il tracciamento della spazzatura nello spazio è possibile se un oggetto è delle dimensioni di una palla da tennis. Per quelli più piccoli il monitoraggio è invece molto difficile. Ad ogni modo gli addetti ai lavori ammettono di non potersi sbilanciare sul pericolo teorizzato dalla "Sindrome di Kessler", sulla cui definizione precisa si registra un vivace dibattito. Tale scenario apocalittico richiederebbe “anni se non decenni per realizzarsi” e non c’è consenso nella comunità scientifica sulla possibilità che l’evento sia addirittura già in atto.
Per provare a porre rimedio al problema dei detriti spaziali è stato testato un sistema di “vela frenante”: l’obiettivo di questa soluzione è accelerare la discesa di un satellite inutilizzato così da farlo bruciare nell’atmosfera senza produrre frammenti.
Quelli allo studio sono comunque metodi sperimentali e costosi. Un’altra strada potrebbe essere quella della regolamentazione. E qui è fondamentale la collaborazione tra nazioni, in particolare tra le principali potenze. Le crisi internazionali in corso non fanno però ben sperare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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