Senato Usa, dalla commissione intelligence via libera a Tulsi Gabbard

L'approvazione apre le porte a un voto al Senato degli Stati Uniti, dove Gabbard verrà probabilmente confermata

Senato Usa, dalla commissione intelligence via libera a Tulsi Gabbard
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La commissione Intelligence del Senato Usa ha approvato la nomina di Tulsi Gabbard a capo della National Intelligence, con tutti e 9 i repubblicani schierati a favore dell'ex deputata dem, nell'occhio del ciclone per le posizioni considerate filorusse e per il suo viaggio in Siria per incontrare Bashar Assad nel 2017. Gli otto democratici hanno votato contro nella sessione a porte chiuse.

Decisivo il voto decisivo per Gabbard è arrivato da Todd Young, senatore repubblicano che durante l'audizione aveva espresso il suo disappunto perché Gabbard si era rifiutata di definire Edward Snowden "un tradie repubbtore". Prima del voto Young ha sottolineato i diversi impegni presi da Gabbard per ottenere il suo voto, tra cui la promessa di non chiedere la grazia per Edward Snowden, di aggiornare la commissione di intelligence del Senato sui viaggi all'estero e di collaborare con il comitato per riautorizzare la Sezione 702 del FISA. Anche la senatrice Susan Collins, repubblicana del Maine, membro moderato dell'Intelligence Committee, aveva espresso riserve su Gabbard,accettando poi di sostenerla perché condividono la stessa visione di ridurre l'Office of the Director of National Intelligence: non vede l'ora di lavorare con Gabbard per "rafforzare la nostra sicurezza nazionale", ha affermato.

Gabbard ha dovuto affrontare un duro interrogatorio durante la sua udienza di conferma. Sono state sollevate domande anche su un viaggio da lei compiuto in Siria, sui riferimenti da lei fatti a teorie cospirative sui laboratori biologici statunitensi in Ucraina e sulla sua precedente messa in discussione delle conclusioni della comunità di intelligence statunitense. L'approvazione apre le porte a un voto al Senato degli Stati Uniti, dove Gabbard verrà probabilmente confermata con voti riservati ai repubblicani.

Gabbard, candidata per la nomination presidenziale del suo partito nel 2020, ha ribadito che Snowden "ha infranto la legge", ma null'altro.

Ha anche difeso il suo viaggio in Siria del 2017, dicendo che era un'opportunità per porre ad Assad "domande difficili" sulle azioni del regime e ha detto a un senatore repubblicano di essere stata "offesa" da una domanda sul fatto che la Russia avrebbe ottenuto un lasciapassare da lei.

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