Il pranzo cancellato, l'attesa di un'ora e la cacciata: i nuovi retroscena sullo scontro Zelensky-Trump

Axios ricostruisce gli eventi avvenuti dopo lo scontro tra i due leader trasmesso in diretta televisiva

Il pranzo cancellato, l'attesa di un'ora e la cacciata: i nuovi retroscena sullo scontro Zelensky-Trump
00:00 00:00

Si susseguono senza sosta sui media Usa le ricostruzioni dello scontro senza precedenti alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky durante il quale il presidente americano è arrivato a minacciare il ritiro del sostegno militare a Kiev. Il botta e risposta tra i due leader, definito da diversi commentatori come un “agguato premeditato” ai danni della delegazione ucraina, ha coinvolto anche il vice presidente J.D. Vance e si è concluso con l’abbandono anticipato della Casa Bianca da parte del presidente dell’Ucraina.

Nelle ultime ore Axios ha raccolto testimonianze di ciò che è successo a telecamere spente dopo l’implosione del vertice e di come il commander in chief abbia deciso di cancellare per intero il programma del bilaterale che prevedeva a stretto giro una conferenza stampa, la firma dell’accordo sulle terre rare e una colazione offerta in onore degli ospiti. Nel resoconto fatto da Barak Ravid si legge che, dopo l'uscita dei reporter dallo Studio Ovale, Trump e i suoi consiglieri sono rimasti nell'ufficio presidenziale per consultarsi su come procedere. Nel frattempo in un’altra stanza la delegazione ucraina ha atteso per circa un'ora di essere riconvocata, sperando di poter salvare in qualche modo la visita con la firma dell’intesa sui minerali strategici.

Secondo un alto funzionario anonimo dell’amministrazione repubblicana, ad infrangere le speranze degli ucraini sono stati il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e il segretario di Stato Marco Rubio, i quali "sono usciti dall'Ufficio Ovale, si sono diretti verso il luogo in cui si trovava Zelensky e gli hanno chiesto di andarsene". La stessa fonte citata da Axios ha precisato che il vertice burrascoso “non è stato premeditato” e che "il nostro piano era quello di firmare l'accordo sui minerali, di entrare in questa partnership economica e procedere in direzione della pace".

Il funzionario della Casa Bianca attribuisce la responsabilità del disastroso incontro a Zelensky che, in uno scambio di battute con Vance, “non si sarebbe trattenuto” dal continuare a rispondere. Una versione che trova conferma nelle parole del senatore repubblicano Lindsey Graham, tra i più stretti alleati del presidente Usa, il quale ha sottolineato di aver avvisato il leader ucraino poco prima del vertice di “non abboccare” e di “parlare di cose positive”. Ora, ha fatto sapere Graham, “non so se potremo mai più fare affari con Zelensky".

Trump, riferiscono un paio di suoi consiglieri, sarebbe stato irritato dal fatto che il leader ucraino non abbia indossato un completo in occasione dell'incontro a Washington. Si tratterebbe di uno dei fattori - "piccolo ma non insignificante" - che avrebbe indispettito il tycoon. A tal proposito pare che il team di The Donald abbia più volte raccomandato agli uomini di Zelensky di vestirsi "in modo rispettoso" e non in tenuta militare come fa di solito. Il commento del presidente Usa - "oggi è vestito a festa" - pronunciato all'arrivo del suo omologo ucraino (presentatosi al 1600 di Pennsylvania Avenue con pantaloni e maglia neri e non quindi col completo) sembra corroborare quanto riportato da Ravid.

A distanza di poche ore dalla debacle diplomatica, il segretario di Stato americano ha affermato in un'intervista alla Cnn che Trump ritiene che l'Ucraina sia "molto coraggiosa e molto valorosa" e "lo ha detto ripetutamente" aggiungendo poi che Zelensky dovrebbe chiedere scusa "per aver trasformato questa vicenda nel fiasco che è diventato per lui". Il capo della diplomazia statunitense ha proseguito dichiarando che "quando si inizia a parlare in modo così aggressivo, non si riesce a portare le persone al tavolo" e "poi si comincia a pensare che forse Zelensky non vuole un accordo di pace. Dice di volerlo, ma forse non lo vuole". Rubio ha poi concluso dicendo che "l'Unione europea non ha una strategia di uscita" mentre "l'unica persona sul pianeta che sta attivamente cercando di porre fine a questo conflitto si chiama Donald Trump".

Intanto Mosca prende nota con stupore degli ultimi accadimenti a Washington. Tra le poche reazioni registrate negli ambienti del Cremlino si segnala quella di Kirill Dmitriev, l'inviato speciale di Putin per la cooperazione negli investimenti e l'economia internazionale, comparso a sorpresa un paio di settimane fa a Riad in occasione delle trattative fra Stati Uniti e Russia.

Dmitriev ha definito l'incontro alla Casa Bianca fra Trump e Zelensky come "storico". Un commento laconico dal quale sembra trasparire la soddisfazione inaspettata per il trattamento riservato da The Donald ad un alleato, o presunto tale, dell'America.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica