“Mia madre era molto giovane quando ha conosciuto mio padre, aveva 17-18 anni; quindi, non è andata a scuola per occuparsi di noi. Mi ha avuto a 25 anni, ma i miei genitori ci stavano provando da quattro o cinque anni, sono nato grazie alla fecondazione assistita. Quando i miei genitori hanno divorziato, mia madre si è ritrovata sola, senza lavoro e con tre figli. Da bambino, ricordo il suo primo lavoro come assistente al montaggio nel cinema, aveva orari assurdi, ha salito i gradini uno a uno”. Solo pochi giorni fa il premier francese Gabriel Attal, ha raccontato al settimanale Elle la storia della sua vita sottolineando quanto sia stato difficile avere genitori divorziati.
Le necessità dei cittadini
Forse proprio avendo vissuto in prima persona i problemi della madre, ha deciso di scendere in campo per aiutare anche ai genitori divorziati francesi e permettere loro di conciliare il lavoro e la "complicata" vita privata. Una riflessione, che si lega molto al desiderio, molto sentito in Francia, di migliorare la qualità di vita dei cittadini, mettendo in campo cambiamenti che prima del Covid erano considerati impensabili. A partire dallo smart working, la modalità di poter lavorare da casa senza doversi recare in ufficio. La proposta di Attal però va molto oltre.
Alla Tribune Dimanche ha dichiarato di stare valutando diversi modi per semplificare la vita dei cittadini divorziati; dal ridurre il numero di giorni lavorativi a quattro - o a quattro e mezzo alla settimana - o introdurre settimane “differenziate” che comprendano quattro giorni lavorativi per i genitori divorziati quando è il loro turno di occuparsi dei figli. Operazioni che aveva già sperimentato per tutti i dipendenti della sua amministrazione quando era ministro dei Conti Pubblici.
La settimana corta
Proprio a gennaio durante un discorso di politica generale, Attal aveva chiesto agli altri ministri di “sperimentare la settimana di 4 giorni, senza riduzione dell’orario di lavoro” nei loro ministeri e lo stesso modello potrebbe molto presto essere messo in atto per tutti i dipendenti divorziati. La proposta verrà spiegata in maniera dettagliata in occasione del seminario governativo sul lavoro in programma il 27 marzo.
Le aziende aderenti
In Francia sono già molte le aziende private che hanno aderito a questa modalità lavorativa, una delle prime è stata la Lidl che ha lanciato un programma che punta a “fidelizzare i dipendenti” e “promuovere un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata”. Ora il punto è quindi se spalmare le ore di lavoro su quattro giorni o puntare a ridurle come vorrebbe il sindacato CGT che chiede di passare dalle attuali 35 a 32. "Questo -viene spiegato - permetterebbe anche di assumere nuovi dipendendi e dare un'impulso all'economia", questa modalità e già stata messa in atto dalla LDLC una catena di servizi tecnologici.
Il modello inglese
Se c'è bisogno di una conferma sulla positività di questo tipo di manovre di welfare, basta guardare all'Inghilterra dove tra giugno e dicembre 2022 la settimana di quattro giorni è stata testata su circa 3.000 dipendenti. Delle 61 aziende partecipanti, 54 hanno mantenuto questo schema alla fine della sperimentazione, notando una riduzione del numero di burn-out e di assenze per malattia. Va ricordato che in Inghilterra c'è anche la possibilità di usufruire del Piumone Day" ovvero una giornata in cui si preferisce rimanere "sotto le coperte" senza una particolare giustificazione da dare all'azienda.
Chi ne usufruisce
Sarebbero molto i dipendenti che potrebbero usufruire di queste falicitazioni, visto che in Francia circa il 45% dei matrimoni finiscono con il divorzio e oltre 1,6 milioni di minori vivono in famiglie
ricomposte, che rappresentano circa l’8 per cento delle famiglie francesi. Altro punto su cui si concentrerà la politica di Attal sarà l'aiuto e la tutela delle madri single, forse ricordando proprio la sua storia personale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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