"Stop alla cancellazione dello ius soli". Inizia la guerra dei giudici a Donald

Il tribunale di Seattle blocca l’ordine esecutivo: incostituzionale

"Stop alla cancellazione dello ius soli". Inizia la guerra dei giudici a Donald
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Inizia lo scontro tra Donald Trump e la giustizia americana sull'immigrazione. Un giudice federale di Seattle ha bloccato temporaneamente l'ordine esecutivo del presidente americano per abolire la cittadinanza per i bambini di immigrati che sono negli Usa illegalmente o non hanno un visto permanente (la Green Card). La misura «è palesemente incostituzionale», afferma il togato John C. Coughenour, secondo quanto riporta il New York Times.

Lo Ius Soli è un diritto sancito dalla Costituzione Usa ed è parso chiaro sin da subito che la mossa avrebbe scatenato dure battaglie legali, con 22 stati e città democratiche, insieme ad attivisti e future mamme, che hanno lanciato le prime azioni legali contro l'amministrazione Trump per cercare di bloccare il decreto, sostenendo che viola il 14esimo emendamento. I precedenti legali d'altronde hanno a lungo interpretato tale emendamento - secondo cui «tutte le persone nate o naturalizzate negli Stati Uniti e soggette alla loro giurisdizione sono cittadini americani» - come applicabile a ogni bambino nato nel Paese, con poche eccezioni. Nel caso dinanzi al giudice Coughenour, i procuratori generali degli stati di Washington, Illinois, Oregon e Arizona spiegano che l'ordine del tycoon avrebbe negato diritti e benefici a oltre 150.000 bambini venuti al mondo ogni anno e ne avrebbe lasciati alcuni apolidi. Gli stati perderebbero anche i finanziamenti federali per vari programmi di assistenza. Una causa federale separata intentata da altri 18 stati e due città Usa è in fase di valutazione in Massachusetts.

Intanto il Congresso ha approvato la prima legge dell'era Trump, una stretta sull'immigrazione - affidata a Tom Homan (nella foto), lo «zar dei confini» di Trump - che va di pari passo con il dispiegamento di ingenti forze al confine con il Messico iniziato poco dopo il suo insediamento. II Laken Riley Act, che prende il nome da una studentessa 22enne della Georgia assassinata l'anno scorso da un clandestino venezuelano ricercato per furto, dopo il via libera bipartisan del Senato, anche alla Camera ha ottenuto ben 46 voti dei democratici, che si sono uniti ai repubblicani per far passare la legge con 263 a favore e 156 contrari. Il provvedimento prevede la detenzione fino alla loro espulsione di un'ampia fascia di stranieri senza documenti, compresi i richiedenti asilo, che hanno commesso reati minori come furto o taccheggio. E questo vorrà dire anche un massiccio incremento delle forze dell'ordine che si occupano di immigrazione e dogana, pur se la misura al momento non include nessun nuovo finanziamento. Stando ad un documento interno dell'ufficio delle dogane, nel frattempo, il 47esimo presidente si sta preparando ad inviare 10.

000 soldati al confine meridionale e ad ordinare agli agenti di frontiera di negare l'ingresso ai richiedenti asilo se «hanno viaggiato attraverso un Paese con malattie trasmissibili». The Donald ha rivendicato il giro di vite anche nel suo intervento in video al World Economic Forum di Davos, ribadendo che «fermerà l'invasione di criminali».

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