La strategia tedesca per l'era post Nato

La Germania si sente sottoposta a una pressione enorme da due fronti, prima da est, dalla Russia, e ora inaspettatamente da ovest, una sorta di fuoco amico

La strategia tedesca per l'era post Nato
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Sarà l'Europa nel vortice della tempesta in cui l'ha precipitata Donald Trump la bussola delle prossime mosse di Friedrich Merz. Sarà tema prioritario nelle trattative con l'Spd per la formazione del nuovo governo da varare possibilmente entro Pasqua perché, ha detto, «il mondo non aspetta la Germania, ma l'Europa sì».

Per un uomo da sempre legato a un atlantismo di stampo liberale, lo strappo trumpiano delle ultime settimane è una cesura che chiude un'epoca. Non devono essergli venute facili le parole con cui nel primo dibattito televisivo, a urne elettorali ancora calde, ha stigmatizzato l'intrusione di Elon Musk nel voto tedesco: interventi non meno drammatici, drastici e in definitiva oltraggiosi di quelli provenienti da Mosca, li ha definiti. E ancor meno quelle con cui ha delineato i contorni del futuro rapporto tra Germania, Europa e lo storico alleato sull'altra sponda dell'Atlantico. Per Merz le recenti dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti dimostrano con chiarezza che gli americani, o almeno molti esponenti della nuova amministrazione, sono indifferenti al destino dell'Europa.

La Germania si sente sottoposta a una pressione enorme da due fronti, prima da est, dalla Russia, e ora inaspettatamente da ovest, una sorta di fuoco amico. Per questo motivo, la priorità assoluta è quella di creare unità in Europa e rafforzarla in modo da raggiungere gradualmente l'indipendenza dagli Stati Uniti. Merz non esclude di convincere ancora gli americani dei vantaggi della alleanza transatlantica, che è politica oltre che militare, e del pericolo che «America first si trasformi in America alone». Ma preferisce prepararsi al peggio, giacché la Germania si è fatta trovare vulnerabile in troppe svolte geopolitiche degli ultimi anni.

Merz si è spinto fino a dubitare che al vertice Nato di fine giugno si parlerà ancora dell'Alleanza atlantica nella sua forma attuale, o se non si dovrà creare molto più rapidamente una capacità di difesa europea.

L'Europa quindi. Parigi e Varsavia saranno le prime tappe del suo tour di presentazione all'estero. Merz le aveva annunciate già nei giorni scorsi in caso di elezione. Emmanuel Marcon e Donald Tusk sono quindi confermati suoi primi punti di riferimento. L'obiettivo è rinsaldare il legame della Germania con Francia e Polonia dopo le incomprensioni montate soprattutto nell'ultima fase del governo Scholz e ridare spinta al tradizionale motore dell'Unione Europea, quello franco-tedesco, irrobustendolo con l'apporto del Paese più vitale dell'Europa centrale. La minaccia russa associata al disimpegno americano rende la linea che corre lungo l'Europa di mezzo l'asse portante di una nuova concezione di difesa europea.

Ma Merz sa che l'Europa è forte se unisce anche il nord e il sud, la Scandinavia e il Mediterraneo e magari si rinsalda strategicamente con la Gran Bretagna di fronte alle minacce e alle sfide globali che sono militari, economiche ed energetiche. Vaste programma, ma forse l'unico possibile.

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