
È il generale Tempo a dettare le condizioni per la gestione dei principali dossier allo studio del presidente americano Donald Trump. Dalle trattative per la pace in Ucraina e nella Striscia di Gaza alla questione nucleare iraniana passando per i dazi, tutto sembra essere legato a filo doppio a tempistiche di cui solo il capo della Casa Bianca sembra avere piena cognizione e, forse, controllo. Proprio sui negoziati che potrebbero sventare una guerra commerciale tra alleati, e non solo, il tycoon ha stabilito il termine massimo dell’8 luglio: superata tale data, i Paesi con i quali non verrà trovato un accordo saranno colpiti da dazi reciproci che potrebbero far ripiombare i mercati finanziari nel caos.
In vista della scadenza estiva, l’amministrazione repubblicana ha predisposto una tabella di marcia per snellire e velocizzare le trattative con i "18 maggiori partner commerciali" degli Stati Uniti. A riportarlo è il Wall Street Journal che cita fonti ben informate secondo le quali sono state messe a punto “ampie categorie” per i negoziati. Tra queste, in una bozza di documento che delinea le condizioni delle discussioni, spiccano dazi e quote, barriere non tariffarie al commercio, commercio digitale, regole di origine per i prodotti, sicurezza economica e altre questioni commerciali.
Sarà dunque all’interno di queste categorie che i funzionari incaricati delle trattative specificheranno le richieste per le singole nazioni. Se non è stato reso ancora noto quali Paesi verranno interessati dai colloqui con Washington, è stato invece già fatto trapelare che le discussioni con Messico, Canada e Cina non seguiranno la tabella di marcia in questione e che il documento potrebbe essere soggetto a variazioni “man mano che l’amministrazione riceverà maggiori input”.
La roadmap stabilita da Trump e dai suoi esperti di economia sarà dunque usata per negoziare con i Paesi interessati “a rotazione nei prossimi due mesi”, fino alla scadenza dell’8 luglio. Sempre che non si registrino “intoppi” nel corso dei colloqui o che il leader Usa non cambi idea, ancora una volta, prolungando la “tregua” di 90 giorni da lui imposta sui dazi. Alcune nazioni, si legge nell’articolo pubblicato dal Wall Street Journal, sembrano “più avanti” nei negoziati commerciali rispetto ad altre. Quanto all'Unione Europea, i contatti con Washington al momento sarebbero di altro livello ma ancora di carattere generale.
La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha fatto sapere che sono state sottoposte all’attenzione di Trump “18 proposte commerciali” e durante questa settimana la squadra incaricata dal tycoon ha incontrato delegazioni provenienti da “34 nazioni”. Leavitt ha inoltre dichiarato che “si sta preparando il terreno per un accordo” con la Cina. Affermazioni, rimarcate dallo stesso presidente Usa, che sono state smentite da Pechino. "Non ci sono consultazioni o trattative tra la Cina e gli Stati Uniti sulle questioni relative ai diritti delle dogane, e ancora meno accordo", ha detto l'ambasciatrice cinese a Washington in un comunicato pubblicato su WeChat.
La diplomatica ha aggiunto che "se gli Stati Uniti vogliono davvero risolvere il problema attraverso il dialogo, devono prima correggere i loro errori, smettere di minacciare e fare pressioni sugli altri e revocare completamente tutte le misure tariffarie unilaterali adottate contro la Cina".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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