Elon Musk ha forse voluto parafrasare il buon vecchio Ronald Reagan, quando disse che "il Governo non è una soluzione al nostro problema, il Governo è il problema": il più stretto e ormai fido collaboratore di Donald Trump nella prossima amministrazione americana ci va giù duro sulle dimensioni elefantiache della burocrazia americana. Proprio lui, che da quando è salito sul carrozzone del MAGA, ha promesse di essere l'uomo che farà funzionare le cose.
L'op-ed di Musk e Ramaswamy
"L'arroccata e sempre in crescita burocrazia rappresenta una minaccia esistenziale alla nostra repubblica, ed i politici l'hanno favorita per troppo tempo", scrivono Musk assieme a quel singolare e interessabte personaggio che è Vivek Ramaswamy, i due miliardari a cui Trump ha affidato il compito di rivoluzionare l'apparato americano. I due hanno spiegato al Wall Street Journal come accetteranno il numero di impiegati e le spese federali. "Seguendo le indicazioni della Corte Suprema, invertiremo un'appropriazione del potere esecutivo durata decenni", promette la strana coppia.
Per spiegare il loro piano, Musk e Ramaswamy sono andati indietro fino ai Padri Fondatori. Ma soprattutto sull'idea di base che gli eletti, negli Usa, gestiscono il governo. "Non è così che funziona l'America oggi", tuonano i due. La maggior parte degli "editti legali", a loro dire, non sono leggi emanate dal Congresso, ma "regole e regolamenti" promulgati da burocrati non eletti, decine di migliaia ogni anno. La maggior parte delle decisioni di applicazione governativa e delle spese discrezionali non vengono prese dal presidente eletto democraticamente o persino dai suoi nominati politici, ma da milioni di dipendenti pubblici non eletti e non nominati all'interno di agenzie governative che "si considerano immuni dal licenziamento grazie alle protezioni del servizio civile".
Tagli, risparmi, riduzioni
Rescissioni normative, riduzioni amministrative e risparmi sui costi: questa la triade alla base del piano DOGE-l'Ufficio per l'efficienza governativa, nato da una boutade estiva di Musk su X. "Fortunatamente abbiamo l'occasione storica di risolvere il problema" scrivono ancora ricordando che loro sono "imprenditori, non politici, serviamo come volontari esterni, non funzionari federali e, a differenza di commissioni non scriveremo rapporti, ma taglieremo costi". E per a farlo stanno reclutando "un team snello di crociati della riduzione del governo", uan sorta di brain trust dell'efficienza, con l'obiettivo di tagliare 500 miliardi, cominciando a sopprimere le sovvenzioni alle emittenti pubbliche e associazioni "progressiste" come Planning Parenthood, la catena di consultori che assiste le donne nell'interruzione di gravidanza.
I am willing to serve pic.twitter.com/BJhGbcA2e0
— Elon Musk (@elonmusk) August 20, 2024
Quando è nato il "DOGE"
Erano gli ultimi giorni di agosto quando Trump aveva reso chiara la sua volontà di offrire al patron di Tesla un ruolo di consigliere o di membro del suo gabinetto in caso di vittoria. Lo aveva annunciato l'allora candidato del Gop in una intervista alla Reuters. Alla domanda se avesse preso in considerazione la possibilità di nominare Musk per un ruolo consultivo o altro, Trump rispose "è un ragazzo molto intelligente. Lo farei sicuramente. E' un ragazzo brillante". E così fu.
Musk non tardò a rispondergli, qualche ora dopo, ovviamente su X: "Sono disposto a servire", scrisse il numero uno di Tesla sul suo social, postando una sua foto in giacca e cravatta, mentre fingeva di intervenire da un ipotetico palco. Alle sue spalle, l'immancabile bandiera americana e l'acronimo DOGE: "Dipartimento dell'efficienza governativa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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