The Donald punta sulla nuora: chi è quali sono i piani per Lara Trump

The Donald chiama in campo sua nuora Lara, già mastino delle sue campagne elettorali e soldato fedele. Il tycoon la vuole co-presidente del Comitato Nazionale Repubblicano per saldare l'unione tra il suo clan e il Gop che verrà

The Donald punta sulla nuora: chi è quali sono i piani per Lara Trump

Se The Donald chiama, il clan Trump risponde. Mentre il tycoon si barcamena tra i successi delle primarie e i guai giudiziari che minano le sue finanze, ora l'intera campagna elettorale Maga potrebbe essere nelle mani della nuora dell'ex presidente, Lara.

Chi è Lara Trump

Nata Lara Yunaska, originaria di Wilmington, North Carolina, 41 anni, si è laureata in Comunicazione all’Università statale della Carolina, per poi divergere verso il mondo dell’enogastronomia, frequentando il French Culinary Institute di New York, un esclusivo istituto privato per la formazione di chef. Una scelta poco "politica" ma che le ha fatto guadagnare il pass per la New York che conta, dove infatti ha incontrato l'altra metà della mela, ovvero Eric Trump, figlio di Donald e rampollo della dinastia. Un matrimonio da rotocalco nel 2014 e due figli che hanno reso nonno l'ex presidente Usa.

Lara Trump non è nuova nel carrozzone elettorale repubblicano: durante la campagna che portò all’elezione del suocero alla Casa Bianca nel 2016 guidò la raccolta fondi per sostenerlo. Sempre sotto la sua direzione, ha guidato il movimento “Women for Trump”, raccogliendo milioni di dollari. Una tentazione appena sfiorata, quella del Senato, ove era stata proposta proprio dal granitico suocero nel 2021, ma che abbandonò subito per restare moglie e madre.

Lara: madre, moglie, politico

Ma perché ora Lara viene ripescata dal cilindro? All'interno dell'harem dei Trump, sembra essere l'unica a possedere doti doppie: da un lato il ruolo di matrona della dinastia, perfettamente rientrante nell'ideale di "maternità repubblicana" tanto caro al Gop d'antan, che nutre i suoi seguaci a suon di immagini con i figli e canzoni smielate come una comune mamma social "pancina"; dall'altro, il mastino organizzatore, ruolo che la vede in competizione con Ivanka, a lungo braccio destro del padre assieme al marito.

In molti ricorderanno, ad esempio, la sua invettiva ai danni di Ron DeSantis al quale ha chiesto più volte di autoeliminarsi dalla corsa per la Casa Bianca per non minare il percorso del suocero; e ancora, note le sue posizioni anti-migranti, che nel 2019 l'avevano fatta insorgere contro nientepopodimenoche Angela Merkel, colpevole nel 2015 di aver ceduto all'accoglienza dei rifugiati in occasione della crisi del 2015. Ha, dunque, le idee chiare Lara, dentro e fuori gli Stati Uniti, ma soprattutto conosce ormai il mestiere della politica: last but not least, è tutto ciò che non è mai stata la first-model Melania e tutto quello che Ivanka non può più essere.

Lara Trump ha già vinto?

Ora per Lara Lea Trump, sarebbe venuto il tempo di giocare duro. Niente più solo raccolta fondi o mera cheerleader del suocero: Trump ha infatti chiesto alla nuora di accettare il ruolo di co-presidente del Comitato Nazionale Repubblicano, l'organo che non solo si occupa di raccolta fondi e strategie, ma che sviluppa l'intera piattaforma elettorale dei candidati. Un ruolo che non solo le permetterebbe di tenere le redini della battaglia del suocero per la Casa Bianca, ma che le affiderebbe-in sostanza-il ruolo di co-pilota del Gop, che ormai non può che puntare sull'ex presidente.

Così facendo, la piattaforma nazionale repubblicana si trasformerebbe in un gigantesco family affair con la dinastia del magnate saldamente al comando dell'intero meccanismo repubblicano. Una proposta che di certo non ha colto di sorpresa la signora Trump, che si è detta "onorata" di poter ricoprire tale ruolo. Nell'ultima puntata di Sunday Morning Futures di Fox News ha dichiarato che il comitato "Dovrebbe votarla...perchè non c'è tempo da perdere". Promette di dare battaglia, per la conquista di voti e di fondi, Lara, giurando di farsi il miglior soldato del suocero, convinta che "Nessuno lo fermerà".

La domanda è se tutto questo sia normale: la risposta è no. Trump e l'attuale presidente del Comitato, Ronna McDaniel, avevano concordato di evitare grandi stravolgimenti, almeno fino alle primarie del Sud Carolina, previste per il 24 febbraio. Ignorando il patto precedente, Trump ha dichiarato di volere al posto di McDaniel, Michael Whatley, attuale presidente del Gop della Carolina del Nord. L'idea alla base è quella di distaccarsi dall'establishment del partito (ricordiamo, McDaniel è lì grazie a Trump), colpevole di non aver fatto abbastanza sia per Trump che per gli obiettivi repubblicani. Occupare il Comitato Nazionale, dunque, è l'unico modo che The Donald ha per riportare il Maga dentro il Gop, cercando di farli aderire il più possibile.

Al momento, tuttavia, la proposta di Trump non ha valore legale: ma con la primavera alle porte, e la nomination conquistata, Trump avrà le chiavi del partito, e la votazione formale per i presidenti del Comitato sarà solo una formalità.

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