"Sosterremo con forza la riunificazione di Taiwan". E la Cina aumenta le spese per l'esercito

Per Donald Trump l'invasione di Taiwan sarebbe un evento "catastrofico"

"Sosterremo con forza la riunificazione di Taiwan". E la Cina aumenta le spese per l'esercito
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Non c’è limite alla crescita della spesa per la difesa cinese che nel 2025 aumenterà del 7,2%. Tradotta in numeri, la spesa per la difesa del Paese erede del Celeste Impero, al secondo posto dopo quella degli Stati Uniti, sarà di 1.780 miliardi di yuan, pari a circa 246 miliardi di dollari. Dati presentati oggi dal premier della Cina Li Qiang alla riunione annuale del Congresso nazionale del popolo che confermano la corsa alla modernizzazione delle forze armate che Xi Jinping vorrebbe completare entro il 2027 al fine, secondo gli esperti, di risolvere una volta per tutte la questione di Taiwan.

È stato proprio Li Qiang a richiamare l’ossessione di Pechino per la “provincia ribelle” affermando che la Cina “sosterrà con fermezza la causa della riunificazione” con Taipei. “Lavoreremo con i nostri connazionali cinesi” sull’isola “per realizzare la gloriosa causa del ringiovanimento della nazione cinese", ha proseguito Qiang sottolineando che "resteremo fedeli al principio della Unica Cina” e "ci opporremo in modo risoluto alle attività separatiste volte all'indipendenza di Taiwan e alle interferenze esterne in modo da promuovere lo sviluppo pacifico delle relazioni tra le due sponde dello Stretto".

Alle prese di posizione pubbliche della Cina si affiancano le continue incursioni, in aumento rispetto agli anni precedenti, di navi e aerei militari della Repubblica Popolare nell’area attorno all’isola di Formosa. Una situazione che continua a preoccupare Washington nonostante il cambio di amministrazione: il presidente Trump dopo aver annunciato un investimento negli Stati Uniti da oltre 100 miliardi di dollari da parte di Tsmc, l'azienda colosso produttrice di chip di Taipei, ha affermato che un'invasione cinese di Taiwan sarebbe un evento "catastrofico". Inoltre il 7 febbraio il tycoon e il primo ministro giapponese Shigeru hanno sottoscritto un comunicato nel quale i due leader hanno espresso la loro opposizione a qualsiasi cambiamento nella situazione nello Stretto.

Elbridge Colby, nominato da Trump per l'incarico di sottosegretario alla Difesa per la politica, ha dichiarato in un'audizione al Congresso che per contrastare la minaccia cinese Taipei dovrebbe aumentare la spesa nazionale per la difesa a circa il 10 per cento del suo prodotto interno lordo. Tale indicazione si scontra con la realtà. Al momento infatti il presidente taiwanese Lai Ching-te ha fatto sapere che il suo governo punta ad incrementare le spese fino al 3% del Pil per l'anno corrente ma il raggiungimento di tale obbiettivo potrebbe essere reso impossibile dai tagli al bilancio approvati dal parlamento. Stando a quanto riportato dall'agenzia Reuters, Taiwan starebbe valutando l'acquisto di armamenti da diversi miliardi di dollari da Washington nel tentantivo di ingraziarsi il presidente Usa e di dimostrare l'impegno di Taipei alla difesa dell'isola.

"Perdere Taiwan sarebbe un disastro per gli interessi americani", ha asserito Colby precisando però che nei confronti dell'isola gli Stati Uniti hanno interessi "vitali" ma non "esistenziali", come invece sosteneva di fatto sino a qualche anno fa.

Proprio su questo punto nel corso dell'udienza il sottosegretario ha chiarito che l'ammorbidimento delle sue posizioni è dovuto al "deterioramento drammatico dell'equilibrio militare" con la Cina e alla "mancanza di preparazione da parte nostra" per affrontare Pechino nella sua area di influenza. Non esattamente una buona notizia per gli alleati di Washington nel Pacifico.

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