Hamas fa propaganda sugli ostaggi. E spunta il manuale per la guerra nei tunnel

Hamas ha pubblicato un video di propaganda che mostra i sei giovani ostaggi i cui corpi sono stati recuperati nel weekend dall'esercito israeliano: scoperto inoltre il manuale di guerra dell'organizzazione terroristica palestinese

Hamas fa propaganda sugli ostaggi. E spunta il manuale per la guerra nei tunnel

Da un lato, la propaganda di Hamas, sulla pelle degli ostaggi; dall'altro, il documento che racconta la preparazione militare dell'organizzazione terroristica palestinese. Quest'ultima ha infatti diffuso, nelle scorse ore, un video di propaganda che mostra i sei ostaggi i cui corpi sono stati ritrovati senza vita nel sud della Striscia di Gaza. Nel frattempo, il New York Times ha scoperto un manuale redatto proprio da Hamas che descrive in dettaglio le tattiche di combattimento nei tunnel sotterranei, evidenziando come l'organizzazione si sia preparata, per anni, ad affrontare le forze israeliane in un conflitto prolungato.

Il manuale per la guerra nei tunnel

Trattasi, infatti, di un manuale di guerra che spiega nei minimi dettagli come combattere nei tunnel sotterranei nella Striscia di Gaza. Scritto nel 2019, è stato recentemente sequestrato dalle forze israeliane e analizzato dal New York Times. Il manuale dimostra che Hamas ha avviato, al tempo, un lungo processo di preparazione in vista del 7 ottobre 2023 al fine di mettere in campo un'operazione militare sotterranea capace di resistere ad attacchi duraturi e rallentare così le forze israeliane nei tunnel.

Un anno prima di attaccare Israele, rivela il New York Times, Yahya Sinwar, leader di Hamas a Gaza, aveva approvato una spesa di 225.000 dollari per installare porte blindate a protezione della rete di tunnel contro attacchi aerei e terrestri. Documenti visionati dal Nyt mostrano che i comandanti delle brigate di Hamas avevano identificato aree critiche, sia sotterranee che in superficie, che necessitavano di fortificazioni. Questi documenti, insieme alle testimonianze di esperti e comandanti israeliani, spiegano perché, a quasi un anno dall'inizio della guerra, Israele fatichi a smantellare Hamas.

Per anni, Israele si è infatti concentrata sulla ricerca e distruzione dei tunnel che Hamas avrebbe potuto usare per attaccare Israele, ma ha trascurato di valutare la rete sotterranea all'interno della Striscia di Gaza. Le autorità israeliane ora si rendono conto che Hamas si stava preparando proprio per un lungo conflitto.

Il video degli ostaggi

Novità anche sul fronte ostaggi. Hamas ha pubblicato un video su Telegram in cui mostra i sei ostaggi israeliani, i cui corpi sono stati recuperati dall'esercito di Tel Aviv in un tunnel a Rafah, nel sud di Gaza. Nel video, tutti e sei gli ostaggi confermano le loro identità prima che il filmato si interrompa su un fermo immagine, attraverso il quale Hamas minaccia di divulgare i loro "ultimi messaggi", ovvero le loro ultime parole prima di morire.

Come nota Times of Israel, non è chiaro quando il filmato sia stato effettivamente girato, ma Hamas afferma che si tratta di un'anteprima di un video esteso che verrà pubblicato a breve, in cui compaiono gli ostaggi Hersh Goldberg-Polin, Eden Yerushalmi, Ori Danino, Alex Lobanov, Carmel Gat e Almog Sarusi. In passato, Hamas ha già diffuso video simili degli ostaggi che detiene: azioni che Israele descrive come parte di una "guerra psicologica" da parte dell'organizzazione terroristica palestinse nei confronti dello stato ebraico.

Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha pubblicato la foto di un documento che, secondo quanto riferito, dimostrerebbe che gli ostaggi Hersh Goldberg-Polin, Carmel Gat ed Eden Yerushalmi erano inclusi in una lista di "ostaggi umanitari" la cui liberazione era attesa da Israele nella prima fase di un possibile accordo di cessate il fuoco e scambio di ostaggi. Tuttavia, i tre figurano tra i nomi dei sei prigionieri uccisi dai loro rapitori di Hamas alla fine della scorsa settimana.

Il dossier, lungo sette pagine e scritto in inglese, è stato redatto il 27 luglio scorso e inviato ai mediatori statunitensi, qatarioti ed egiziani, secondo quanto riportato da Yedioth Ahronoth. Il documento include due pagine di testo, tre pagine di mappe e due pagine di tabelle con i nomi di alcuni ostaggi detenuti a Gaza, suddivisi in categorie. Nella foto pubblicata dalla testata, i nomi di Hersh Goldberg-Polin, Carmel Gat ed Eden Yerushalmi appaiono sotto la voce "Allegato 2: Elenco di ostaggi umanitari".

Dolore e proteste in Israele

Centinaia di migliaia di israeliani si sono radunati a Tel Aviv e in altre città del Paese domenica sera, nella più grande manifestazione dal 7 ottobre, esprimendo dolore e rabbia e chiedendo al governo israeliano un accordo di cessate il fuoco per il rilascio degli ostaggi, dopo che l'esercito ha recuperato i corpi di sei ostaggi giustiziati dal gruppo terroristico Hamas. Gli organizzatori stimano che 300.000 persone si siano radunate a Tel Aviv e altre 200.000 abbiano partecipato alle proteste in tutto il Paese.

La società Crowd Solutions ha stimato la partecipazione a circa 280.000 persone solo a Tel Aviv, rendendola la più grande manifestazione degli ultimi 18 mesi. La protesta a Tel Aviv è iniziata con una marcia da Dizengoff Street fino alla Porta Begin del quartier generale dell'Idf, durante la quale sono state portate sei “bare simboliche” in memoria dei sei corpi recuperati sabato notte.

Oggi è stato indetto uno sciopero generale nel Paese: i manifestanti sono tornati a protestare in strada a favore di un accordo immediato con Hamas che porti alla liberazione degli ostaggi. Il premier Benjamin Netanyahu ha affermato che lo sciopero, indetto dalla Federazione dei Lavoratori Histadrut dopo il recupero dei corpi di sei ostaggi giustiziati da Hamas, ha mostrato un sostegno indiretto al gruppo terroristico di Hamas.

Lo sciopero è stato sospeso da un'ordinanza giudiziaria nel pomeriggio, ma il Forum degli Ostaggi e delle Famiglie Scomparse ha esortato a proseguire le manifestazioni, mentre Israele piange i sei ostaggi trovati senza vita nel weekend.

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