Zelensky: "Senza aiuti perderemo”. Ma i Repubblicani gelano Kiev sulle armi

Il presidente ucraino si è recato in visita a Washington per discutere di nuove forniture di armi. Una fazione di repubblicani ha intenzione bloccare gli aiuti almeno fino alla fine del 2023

Zelensky: "Senza aiuti perderemo”. Ma i Repubblicani gelano Kiev sulle armi
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Dopo aver preso parte allAssemblea generale delle Nazioni Unite, Volodymyr Zelensky si è recato a Washington, per una serie di incontri con i vertici della gerarchia istituzionale e militare degli Stati Uniti. È la seconda visita del presidente ucraino nella capitale americana dall’inizio dell’invasione russa.

Su Telegram, Zelensky ha scritto: “Oggi ci sono importanti negoziati a Washington. La difesa aerea per l'Ucraina è tra le questioni principali. Più difesa aerea, più sostegno ai soldati ucraini che sono in prima linea”. Il presidente ha incontrato una delegazione bipartisan della Camera e del Senato, a cui ha ricordato che “senza nuove armi, perderemo la guerra”. Successivamente, si è recato al Pentagono, per un incontro con il segretario alla Difesa Lloyd Austin. L’ultima tappa è stata la Casa bianca, per un bilaterale con Joe Biden. Seconod quanto si apprende il presidente ha dichiarato che farà in modo "che il mondo sia al fianco dell'Ucraina". Parlando dallo Studio Ovale, Zelensky ha sottolineato di aver "iniziato la giornata al Congresso degli Stati Uniti ringraziando i membri del Congresso e il popolo americano per il loro grande, immenso sostegno contro il terrore russo".

In precedenza John Kirby, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, aveva fatto sapere che il presidente americano avrebbe chiesto a Zelensky “un punto della situazione sul campo e parlato di esigenze specifiche in campo di armi”, oltre a ribadire il suo sostengo incondizionato al Paese in guerra e a confermare la richiesta al Congresso per lo stanziamento di altri 24 miliardi di dollari in aiuti.

L’atmosfera che ha circondato l’arrivo del leader di Kiev, però, è ben diversa dal sostengo unanime manifestato nel 2022. Un gruppo di 23 deputati e sei senatori repubblicani, infatti, ha inviato una lettera alla Casa Bianca chiedendo di fermare l’invio di aiuti in Ucraina, sollevando dubbi sull’utilizzo dei fondi stanziati per il Paese in guerra e sui progressi nella controffensiva. “Il popolo americano si merita di sapere dove sono andati i loro soldi. Come sta andando la controffensiva? Gli ucraini sono più vicini alla vittoria di quanto lo fossero 6 mesi fa? Qual è la nostra strategia e qual è l'exit plan del presidente? Che cosa l'amministrazione definisce come vittoria?”. Secondo questi conservatori, continuare ad accogliere le richieste di Kiev senza porsi queste domande sarebbe “un'assurda rinuncia alla responsabilità del Congresso e per questo noi ci opponiamo ad altre spese per la guerra”.

Anche lo speaker della Camera Kevin McCarthy ha escluso di mettere in agenda l’approvazione del nuovo pacchetto di aiuti entro la fine dell’anno: “Abbiamo i nostri problemi fiscali di cui occuparci. Ci sono 10mila persone che hanno appena attraversato il confine e il presidente pensa solo all’Ucraina”. Il repubblicano, inoltre, ha affermato di non aver concesso a Zelensky di parlare di fronte al Congresso riunito per questioni di tempistiche: “Quello che mi è stato chiesto è una sessione congiunta. Non ne abbiamo tempo, quindi ho fatto esattamente quello che ho fatto con il premier italiano e con il primo ministro del Regno Unito. Quando arrivano dei leader, riunisco sempre un gruppo bipartisan”. Questa “fronda” ai danni di Zelensky, però, non ha ricevuto il supporto di tutto il Gop.

Il leader della minoranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha ribadito il suo sostegno all’Ucraina, ricordando che l’invio di aiuti “non è carità, è un investimento per i nostri stessi interessi diretti. Diminuire la forza militare della Russia aiuta come deterrente nei confronti del nostro principale avversario strategico”.

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