Cecilia Sala è libera e in volo verso l'Italia. L’azione dell’Aise a Teheran per riportarla a casa

Meloni: "Grazie a chi ha contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia". Missione a Teheran del direttore dell'Aise, Giovanni Caravelli

Cecilia Sala è libera e in volo verso l'Italia. L’azione dell’Aise a Teheran per riportarla a casa
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Dopo oltre 20 giorni finisce la detenzione di Cecilia Sala. Come riporta una nota di Palazzo Chigi in mattinata è decollato da Teheran un volo che riporterà in Italia la giornalista. "Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia", si legge nella nota del governo, "Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile il ritorno di Cecilia, permettendole di riabbracciare i suoi familiari e colleghi. Il Presidente ha informato personalmente i genitori della giornalista nel corso di una telefonata avvenuta pochi minuti fa". Il direttore dell'Aise, Giovanni Caravelli, sarebbe andato a Teheran per recuperare personalmente Cecilia Sala e ora sarebbe in viaggio con lei verso il nostro Paese.

Sala era stata arrestata il 19 dicembre scorso per presunte violazioni della legge islamica, anche se non le erano mai state mosse accuse formali. Per tutto il periodo la reporter è stata incarcerata nella regione di massima sicurezza di Evin, in regime di isolamento. Durante l'isolamento Sala ha ricevuto la visita in carcere dell'ambasciatrice italiana in Iran Paola Amadei e nel corso della detenzione le autorità iraniane hanno permesso alla reporter di effettuare solo tre telefonate, tutte molto brevi. La prima il giorno successivo all'arresto, la seconda dopo Natale e la terza e ultima il primo dell'anno. Nelle sue telefonate Sala ha raccontato il difficile isolamento, la luce accesa anche di notte e le poche ore di sonno senza un materasso e le sole due coperte a disposizione.

Per settimane il caso Sala è stato legato a quello di Mohammad Abedini Najafabadi. L'uomo era stato fermato in Italia il 16 dicembre scorso su richiesta delle autorità Usa che ne richiedevano l'estradizione. Sull’ingegnere iraniano pendono accuse americane molto forti come cospirazione, associazione a delinquere e violazione delle leggi sul commercio di materiale dual-use civile e militare con la Repubblica islamica. Per Washington l'uomo avrebbe fornito ai pasdaran componenti tecnologici a uso civile e militare da montare sui droni al Corpo dei Guardiani della Rivoluzione. Strumenti che sarebbero stati utilizzati il 28 gennaio 2024 quando vennero usati per uccidere tre soldati americani.

Per giorni Teheran ha fatto filtrare che l'eventuale liberazione di Cecilia Sala fosse condizionata a quella di Abedini. La Procura generale qualche giorno fa a rigettato una richiesta di domiciliari e il 15 gennaio è fissata l'udienza della Corte d'appello di Milano per discutere una nuova richiesta. Fonti della corte oggi fanno sapere che Abedini è ancora detenuto nel carcere di Opera e che al momento non ci sono state comunicazioni su una sua eventuale scarcerazione. Secondo la trasmissione di La7 L'Aria che tira, fonti vicine al prossimo segretario di Stato americano, Marco Rubio, sostengono che Abedini potrebbe essere scarcerato e rimpatriato in Iran.

La liberazione di Cecilia Sala arriva dopo un delicato lavoro diplomatico dell'Italia e del governo anche in triangolazione con gli Stati Uniti. Giorgia Meloni poco meno di cinque giorni fa è volata a Mar-a-Lago in Florida per incontrare il presidente eletto Donald Trump.

Sul tavolo, oltre ai vari dossier internazionali, era presente anche il fascicolo del caso Sala. In quella sede l'Italia avrebbe incassato una prima apertura a sganciare la questione Abedini da quella della giornalista de Il Foglio. Apertura poi confermata dall'amministrazione uscente di Joe Biden.

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