Così la Germania è diventata riferimento per le Ong

Appoggi politici e con il mondo della cultura, donazioni private e finanziamenti del governo: ecco la rete che pone Berlino al fianco delle Ong

Così la Germania è diventata riferimento per le Ong
00:00 00:00

Una macchina ben collaudata, una “bocca di fuoco” capace di far operare diverse navi nello stesso momento e nello stesso spazio quando l'emergenza immigrazione fa sentire nel Mediterraneo tutto il suo peso. È possibile descriverlo così il mondo delle Ong tedesche. Non solo navi e mezzi, ma anche donazioni, appoggio politico e appoggio mediatico: dietro ogni operazione c'è un fitto e complesso reticolato capace di dare manforte agli attivisti in mare. E di influenzare e non poco la linea del governo di Berlino sull'immigrazione.

I costi delle navi delle Ong tedesche in mare

Non è un caso che gran parte delle navi Ong battono bandiera tedesca. C'è la Sea Watch 5, la Loise Michel, la Sea Eye, la Lifeline e la Humanity 1. Navi che portano nel loro nome, in alcuni casi, quello delle Ong di appartenenza. Come nel caso di Sea Watch, la stessa organizzazione che nel 2019 ha annoverato Carola Rackete come capitano, oppure di Sea Eye.

La Humanity 1 fa invece parte di Sos Humanity, l'Ong salita agli onori delle cronache per il finanziamento ricevuto dal governo tedesco. Almeno 790mila Euro che però, come evidenziato da Fausto Biloslavo, secondo il portavoce Lukas Kaldenhoff sono però esigue per le necessità dell'Ong. Sul proprio sito, Sos Humanity scrive di aver raggiunto al momento con le donazioni private almeno 376mila Euro, ma ne servirebbero molti altri per garantire le proprie attività in mare.

Solo per l'equipaggio, occorrono infatti centomila Euro all'anno. “Il nostro equipaggio internazionale e professionale è composto da 28 persone – si legge sul sito – Molti di loro lavorano volontariamente per Sos Humanity. Per ogni missione si recano a Siracusa, in Italia, per prepararsi alla missione in porto e a bordo. Il viaggio e l'alloggio dei membri dell'equipaggio costano circa 100.000 euro all'anno”. Poi ci sono le spese per l'attrezzatura, le quali ammontano a 74mila Euro. E tanti altri capitoli di spesa.

L'asse con i Verdi e con le chiese evangeliche

L'obiettivo forse è raccogliere quanto Sea Watch negli anni compresi tra il 2018 e il 2019. Un biennio in cui l'Ong è riuscita a racimolare quasi due milioni di Euro all'anno, coprendo così le copiose spese determinate dalle proprie attività in mare. I costi aumentano anche per gli attivisti e così le donazioni private spesso non bastano più.

E qui entra il gioco il governo tedesco. Lo scorso anno l'esecutivo guidato da Olaf Scholz ha erogato un primo finanziamento proprio a Sea Watch. O, per meglio dire, all'associazione United4Rescue, una sorta di consorzio di associazioni e Ong pro immigrazione creato lo scorso anno per unire più enti. Un ruolo importante in tal senso l'ha avuto il cardinale Reinhard Marx, tra i promotori dell'associazione. All'interno però c'è anche la spinta delle Chiese Evangeliche tedesche. Ma il vero aggancio politico è con i Verdi, partito organico all'attuale maggioranza di governo.

Il presidente di United4Rescue è Thies Gundlach, attuale compagno di Katrin Göring-Eckardt, esponente verde e presidente della Camera Bassa del parlamento federale. Il finanziamento erogato a favore dell'associazione ha destato polemiche alla fine dello scorso anno, così come sottolineato dalla Bild, tanto da far parlare di nepotismo a diversi deputati dell'opposizione. I diretti interessati hanno sempre respinto ogni accusa. Ma è indubbio che il connubio tra società civile, chiese e le parti più a sinistra della coalizione hanno avuto (e hanno) una certa influenza sull'orientamento di Olaf Scholz.

Non solo navi

Sea Eye è un'altra Ong ben appoggiata dalle chiese evangeliche, le stesse che negli anni passati hanno erogato circa trecentomila Euro a Sea Watch per l'acquisto di Seabird. Ossia uno dei due aerei usati dall'Ong per monitorare il mare dall'alto. Segno di come le Ong oramai non intervengono soltanto con le navi. Un'altra organizzazione tedesca, la Resqship, opera con la barca a vela Nadir. Un modo per eludere i decreti di Piantedosi e poter portare altri migranti a Lampedusa.

In definitiva, la Germania si conferma come Paese di riferimento per il mondo delle Ong.

Un reticolato fatto di associazioni, partiti e persone influenti nel mondo culturale e religioso, assicura ampio sostegno di ogni genere alle Ong. Circostanza che non può certo essere ignorata dal nostro Paese nell'ottica dei futuri rapporti con Berlino.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica