Fidanza: "Giorgia e Trump? L'Italia partner fondamentale per gli Usa"

Il capogruppo europeo di Fdi: "In politica estera ognuno difende i suoi interessi. Lo fa la Meloni come il neo presidente americano. La tregua con Putin? Nessuna pace e nessuna sicurezza si può costruire sulla pelle degli ucraini"

Fidanza: "Giorgia e Trump? L'Italia partner fondamentale per gli Usa"
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Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo, Giorgia Meloni è una dei pochi leader internazionali ad essere stata accolta da Donald Trump nella sua residenza in Florida. La vicinanza tra i due leader quali prospettive potrebbe aprire per l’Italia?

“Alla sinistra spesso sfugge ciò che ai conservatori è molto chiaro: in politica estera ognuno difende il proprio interesse nazionale. Trump quello americano e Giorgia Meloni quello italiano, perché questo si aspettano i loro elettori. La sintonia politica e personale tra i due potrà essere d’aiuto quando questi interessi divergeranno. Ma abbiamo anche interessi geopolitici convergenti. L’Italia, con la sua rinnovata proiezione verso l’Africa e il Mediterraneo, potrà rivelarsi un partner fondamentale per gli Usa di Trump”.

Un ruolo forte della premier italiana nei rapporti con Washington come verrebbe visto a Bruxelles? Sono conciliabili gli interessi statunitensi con quelli europei?

“Trump vuole riequilibrare la bilancia commerciale tra Usa e Ue. Trump è un uomo di business: sa che dazio chiama dazio e oggi forse preferisce venderci il gas naturale, che gli Usa producono a basso costo e che l’Ue non riceve più dalla Russia. Le decadenti élite europee dovrebbero mettere da parte la spocchia verso Trump e cogliere questa occasione per cambiare rotta, ora o mai più: abbandonare le follie green che ci stanno consegnando mani e piedi alla Cina e ricostruire una florida partnership transatlantica, fatta di scambi, investimenti e sviluppo tecnologico. Giorgia Meloni può essere la leader europea che incarna questo cambio di rotta”.

Qual era l’obiettivo di questa visita? È stato affrontato il caso di Cecilia Sala?

“Dobbiamo essere pronti a dialogare al meglio su tutti i temi, un minuto dopo l’insediamento di Trump. La vicenda di Cecilia Sala è tanto urgente quanto delicata e vogliamo tutti rispettare la richiesta di riservatezza avanzata dai suoi familiari. Quel che è certo è che il Governo, premier in primis, è impegnato con tutte le proprie forze per riportarla a casa, garantendole nel contempo condizioni di detenzione dignitose”.

La roadmap proposta da Trump per una tregua tra Mosca e Kiev, che prevede concessioni territoriali da parte dell’Ucraina in cambio di garanzie di sicurezza ha la possibilità di decollare?

“Nessuna pace e nessuna sicurezza si può costruire sulla pelle degli ucraini. Trump lo sa bene e non credo farà favori a Putin, perché conosce bene la differenza tra una pace accettabile e una disfatta come quella di Biden in Afghanistan”.

Lei sta seguendo da tempo la crisi in Venezuela: Repubblicani Usa e FdI hanno una forte posizione anti-Maduro…

“Sì abbiamo ottenuto anche il premio Sacharov del Parlamento Ue per l’opposizione venezuelana. Il 10 gennaio il comunista Maduro cercherà di farsi incoronare per un nuovo mandato, totalmente illegittimo.

Lo stesso giorno la leader dell’opposizione Maria Corina Machado ha invitato i venezuelani a scendere in piazza per abbracciare il presidente eletto Edmundo Gonzalez. Continueremo a batterci in ogni sede per la fine della dittatura e la transizione democratica”.

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