Da quando è nato lo Stato d'Israele, la sinistra, soprattutto quella più estrema, ha sempre deciso di stare dall'altra parte. Quella dei palestinesi. Dei reietti. Dei diseredati. Dei proletari arabi contro i capitalisti ebrei. Un rapporto che ha sempre funzionato soprattutto in termini di propaganda. E di scontro. Perché il nemico comune era, ieri come oggi, l'Occidente.
Non a caso, i Carc hanno pubblicato il testamento di Yahya Sinwar, il capo di Hamas recentemente neutralizzato da Israele. Per tutti, terrorista e macellaio che ha pianificato l'attacco del 7 ottobre;
per loro un «partigiano» le cui ultime parole rappresentano «un messaggio di riscossa e di lotta». Un esempio da seguire per «marciare uniti per rendere il paese ingovernabile» e cacciare Giorgia Meloni. Perché sono, sostenitori di sinistra e filo palestinesi, partigiani che sognano e combattono la loro personale «Resistenza», come affermato da Laura Boldrini.
Anche ieri le piazze si sono riempite di immigrati che non riescono a integrarsi. Di pacifisti che non comprendono che la pace ha un costo, spesso terribile. Di femministe che elogiano Hamas senza capire che sotto quei terroristi non potrebbero vivere. E di compagni che, questa volta sì, sbagliano.
Del resto React (l'Osservatoriosul radicalismo e il contrasto al terrorismo) nel suo report annuale nota che esiste, come afferma il direttore Claudio Bertolotti, «vi è un'evidente convergenza tra gruppi radicali di estrema sinistra, anarco insurrezionalisti e frange dell'estrema destra con l'islamismo politico e lo jihadismo militante sul tema riguardante la guerra a Gaza contro il gruppo terrorista palestinese Hamas. Una convergenza che, partendo da un opaco sostegno a una causa palestinese volutamente non ben definita si traduce in sostegno diretto al gruppo terrorista Hamas - di cui giustificano le violenze inaudite e le barbarie uccisioni e stupri del 7/10 2023 - e indirettamente al regime oscurantista iraniano. Una presa di posizione che ha messo pericolosamente in evidenza le violente posizioni antisemite della sinistra radicale, ormai esplicite è per questo inquietanti. Così facendo, Israele da vittima di una strage chiaramente antisemita condotta da Hamas, viene dipinto come carnefice.
È il paradosso di una narrazione comunicativa di una minoranza molto rumorosa che, complice alcune componenti della sinistra parlamentare, mira a condizionare l'opinione pubblica a danno di Israele, impegnato a difendersi in una guerra che è, fuori di dubbio, esistenziale». La minaccia è già qui. Ed è bene rendersene conto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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