"Libertà calpestate, sinistra in silenzio". Lo strabismo progressista sul Venezuela

Arresti, torture, morti improvvise e Ong al bando: precipita la situazione in Venezuela. Ma la sinistra, che vede il pericolo dell'autoritarismo ovunque, in questo caso è silente

"Libertà calpestate, sinistra in silenzio". Lo strabismo progressista sul Venezuela
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Arresti, torture, morti improvvise. Sequestri, censure e sistematiche repressioni delle proteste. In Venezuela sta accadendo davvero di tutto: dopo le controverse elezioni che hanno riconsegnato il potere nelle mani del presidente Nicolás Maduro, nel Paese sono aumentate in modo allarmante le violenze nei confronti degli oppositori, al punto da scatenare reazioni di condanna da parte della comunità internazionale e dei principali movimenti per i diritti umani. A fronte della preoccupante situazione, tuttavia, si registra anche un assordante silenzio dall'area progressista. E l'avvilente fenomeno, purtroppo, sta riguardando anche l'Italia.

Al netto di alcune singole e isolate voci, infatti, la sinistra nostrana non ha avuto un corale sussulto di indignazione rispetto alle violazioni delle libertà denunciate in Venezuela. Né si sono udite plateali prese di posizione contro un governo - quello guidato da Maduro, per l'appunto - che sta quotidianamente negando i più basilari diritti democratici. Tutto molto strano, considerando che in genere i progressisti si presentano come paladini dei diritti umani e come strenui difensori della democrazia. A evidenziare il paradosso era stato nei giorni scorsi il centrodestra italiano, che invano aveva sollecitato la sinistra a battere un colpo sulla situazione venezuelana, anche a seguito dell'appello della Farnesina per la "liberazione di tutti i prigionieri politici, compresi cittadini italiani o italo-venezuelani".

A fronte del persistente mutismo progressista, il centrodestra è tornato oggi a incalzare le opposizioni sull'argomento. "Il dittatore Maduro prosegue nel calpestare le libertà del popolo venezuelano mettendo al bando le Ong e la sinistra italiana continua a rimanere nel silenzio più assordante. L'Assemblea nazionale controllata dal partito di governo Psvu ha infatti approvato una legge che mira a regolamentare, di fatto stroncandole, l'attività delle organizzazioni non governative legando la loro esistenza alla decisione di un funzionario", ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, ricordando come il partito del premier Meloni avesse auspicato un intervento della comunità internazionale subito dopo le ultime elezioni venezuelane. Senza attendere che la situazione precipitasse ulteriormente.

"Aspettiamo che la sinistra batta un colpo almeno ora che viene messa in pericolo l'attività delle Ong, associazioni sempre ascoltate e incensate, ma solamente quando si tratta di attaccare il governo Meloni", ha proseguito Foti, con parole che hanno colto una delle più evidenti contraddizioni, sintomo di un emblematico strabismo progressista.

La sinistra infatti si indigna un giorno sì e l'altro pure contro l'immaginario ritorno del fascismo e convoca manifestazioni di piazza con il pretesto della "democrazia in pericolo". Allo stesso tempo, però, tace e guarda altrove quando la libertà è davvero a rischio. E quando, come nel caso venezuelano, lo spettro della dittatura è tutt'altro che inconsistente.

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