Meloni, missione in Libano per sostenere Unifil. I dubbi su Netanyahu

Palazzo Chigi lavora a un viaggo del premier tra Giordania e Libano. L'idea è di mandare un segnale di supporto alla missione dell'Onu, ma anche un messaggio a Israele

Meloni, missione in Libano per sostenere Unifil. I dubbi su Netanyahu
00:00 00:00

Il timore per l’escalation in corso in Medio Oriente è ormai una delle principali preoccupazioni di Giorgia Meloni. Non solo per i circa 1.200 soldati italiani impegnati nella missione Unifil che in Libano è stata vittima degli attacchi dell’esercito israeliano, ma anche per come Benjamin Netanyahu sta gestendo la crisi e la reazione di Tel Aviv all’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023.

Una risposta su cui a Palazzo Chigi hanno perplessità da qualche tempo, convinti che un inasprimento del conflitto non possa che allontanare una soluzione diplomatica di quella che è ormai una vera e propria guerra che sta coinvolgendo tutta la regione e che rischia, al minimo incidente inatteso, di allargarsi a macchia d’olio e diventare in un attimo extra-regionale.
È con questo approccio che martedì (la mattina in Senato e il pomeriggio alla Camera) la premier riferirà in Parlamento in vista del Consiglio europeo di giovedì e venerdì, ribadendo che l’attacco subito dal contingente Onu da parte delle forze armate israeliane è "inaccettabile" e che va garantita la sicurezza dei soldati in missione in Libano.

Concetti che sono stati al centro della telefonata di domenica scorsa tra Meloni e il premier israeliano Netanyahu, una conversazione non priva di tensioni. La scelta di Tel Aviv di aggredire Unifil, infatti, secondo la presidente del Consiglio non ha alcuna giustificazione, al netto del fatto che le forze Onu siano vincolate a operazioni di peacekeeping e che questo negli anni abbia portato Unifil ad avere rapporti d’interdizione anche con Hezbollah (inevitabili per pattugliare e gestire il confine meridionale del Libano).

Non è un caso che per i giorni successivi al Consiglio europeo Meloni stia lavorando a una missione in due tappe in Medio Oriente. La prima è ad Amman, dove la premier incontrerà il re di Giordania Abd Allah II (una visita che era schedula per la scorsa settimana, ma che è poi stata rinviata per il vertice sull’Ucraina che si sarebbe dovuto tenere in Germania alla base militare statunitense di Ramstein).

La seconda dovrebbe invece essere proprio in Libano, in una base Unifil (lo scorso 28 marzo Meloni incontrò i circa 1.200 militari italiani alla "Millevoi" di Shama). Una visita che ha però complessità logistiche e di sicurezza, probabilmente affrontate anche nell’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e il direttore della Cia Williams Joseph Burns.

Arrivare sul campo, infatti, comporta per la premier uno spostamento in elicottero di oltre un’ora in cieli che non sono affatto sicuri. Ed è per queste ragioni che la missione in Libano è al momento "molto probabile" ma non ancora certa. Come pure non è chiaro quando sarà, visto che da sabato ogni data potrebbe essere utile (ma sembra più probabile l’inizio della prossima settimana).

Al netto del fatto che le ragioni di sicurezza consentano o no a Meloni di andare in Libano, il dato politico è l’intenzione della premier di lanciare un messaggio forte di solidarietà al contingente delle Nazioni Unite.

Che, inevitabilmente, è un modo per ribadire le dure critiche a Israele per quanto accaduto negli ultimi giorni. Non è un caso che la missione della presidente del Consiglio in Medio Oriente non contempli una tappa a Tel Aviv.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica