"Oltre 1 milione pronti a partire". L'allerta del Copasir per la "bomba" migranti in nord Africa

Ci sono circa 700mila migranti in Libia e almeno altrettanti in Tunisia che attendono di imbarcarsi verso l'Europa

"Oltre 1 milione pronti a partire". L'allerta del Copasir per la "bomba" migranti in nord Africa
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L'Italia monitora costantemente quanto accade sull'altra sponda del Mediterraneo per valutare come si evolve il rischio della "bomba" migratoria e non solo. Gli accordi stipulati bilateralmente tra il nostro Paese e gli Stati di partenza e di provenienza hanno dimostrato di avere una solida efficacia ma il pericolo che decine di migliaia di migranti possano riversarsi in mare, anche a costo della loro stessa vita, è ancora concreto. Nella "Relazione sulla situazione geopolitica del continente africano e sui suoi riflessi sulla sicurezza nazionale", approvata dal Copasir nella seduta dello scorso 5 febbraio, viene fatto il punto principalmente sulla Libia.

"Lo Stato da cui parte la maggioranza dei migranti diretti in Italia è la Libia. I migranti si procurano il denaro necessario per il biglietto, da 2.000 a 5.000 euro a seconda del luogo di partenza, svolgendo lavori nelle città della Libia", spiega il Copasir, sottolineando che i migranti vengono nel frattempo alloggiati "in compound e quindi trasportati su camion per raggiungere la costa". Nello Stato nordafricano, spiega il Comitato parlamentare, il controllo dei flussi migratori irregolari è maggiormente efficace nella regione della Cirenaica, dove governa il generale Haftar, "mentre in Tripolitania le diverse fazioni e milizie presenti si dividono il controllo delle varie città coinvolte in questo traffico. Secondo quanto riferito nelle audizioni svolte, sono presenti circa 700mila immigrati irregolari in Libia e, secondo le autorità tunisine, circa 700-800mila in Tunisia".

i numeri, sottolinea il Copasir, sono probabilmente sovrastimati ma si è comunque nell'ordine delle centinaia di migliaia di persone che sono pronte a salire sui barchini della morte per raggiungere l'Italia e l'Europa. Nella relazione, un'intera parte è stata dedicata alle "Minacce alla sicurezza derivanti dalla presenza di attori statali esteri" e qui viene spiegato che "la Cina persegue l’obiettivo di un predominio sul piano commerciale e su quello del controllo delle risorse naturali, nonché dell’ampliamento della propria influenza geopolitica". Il Paese del Dragone, prosegue il rapporto, "risulta il più grande investitore infrastrutturale in Africa. La Belt and Road Initiative (BRI) ha generato prestiti e progetti miliardari, sebbene spesso associati a debiti onerosi per i Paesi africani".

Invece, la Russia, le cui truppe Wagner sono ancora attive sul territorio, "sebbene meno influente economicamente, sta cercando di riconquistare nel continente la presenza persa dopo il crollo dell’Unione Sovietica e ha stretto legami strategici con alcuni Paesi chiave, fornendo supporto militare e diplomatico".

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