Il simbolo della svolta è in un angolo della Pennsylvania, proprio là dove la crisi dell'energia nucleare è iniziata. Era la notte del 28 marzo 1979: in uno dei due reattori della centrale atomica di Three Mile Island un incidente provocò una fuoriuscita di materiale radioattivo. Le autorità decisero di evacuare la zona intorno alla centrale fino a un raggio di 5 miglia. Alla fine non ci furono morti nè danni gravi e l'impianto continuò ad operare fino al 2019, quando fu chiuso non per preoccupazioni ambientaliste ma per la concorrenza dello shale gas e di altre fonti energetiche più a buon mercato. Da Three Mile Island partì però la grande ribellione al nucleare, che dopo il disastro di Chernobyl, si allargò a tutto il mondo e in tutto il mondo (o quasi) finì per imporsi.
Ora, oltre 40 anni dopo, Microsoft, uno dei giganti buoni dell'era digitale, ha firmato un'intesa con un'azienda del settore energetico per far tornare in vita i reattori nucleari di Three Miles Island. Per l'azienda fondata da Bill Gates, così come per gli altri colossi del suo settore, i bisogni computazionali legati allo sviluppo dell'Intelligenza artificiale, richiedono energia pulita e a poco prezzo. L'energia atomica ha tutte le caratteristiche che ci servono, dicono i nerd digitali: il mondo è cambiato, le tecnologie nucleari anche, non è il caso di averne paura. Entro il 2028 e con la modica spesa di 1,8 miliardi di dollari, i reattori verranno rimessi in funzione. Microsoft si è impegnata a comprare energia fino al 2048. Fino a un futuro, insomma, più o meno lontano.
Forse così si spiega un'altra notizia che arriva questa volta da molto più vicino a noi. Il 23 ottobre «Azione», il partito di Carlo Calenda ha avviato la petizione online per una proposta di legge che riporti il nucleare in Italia. O, più esattamente, una proposta per «un rapido riassetto normativo che consenta in Italia la costruzione e l'esercizio di centrali nucleari» all'interno del mix di generazione elettrica. In tre giorni le 50mila firme necessarie sono state raggiunte (si sono superate le 53mila). E l'aspetto più interessante è l'età di chi si è affrettato a firmare. Circa 40mila tra i sottoscrittori della proposta di Azione hanno meno di 37 anni. Il dato si spiega pacificamente con l'età media di chi pratica con frequenza e agio le sottoscrizioni online. Ma allo stesso tempo suggerisce un paragone con la scelta di Microsoft. Messe da parte le impuntature ideologiche del passato, contano per chi pensa al domani gli elementi presi in considerazione dall'azienda negli Stati Uniti: scarso consumo di suolo, basse emissioni di anidride carbonica, costi.
In sintesi le parole d'ordine sono sostenibilità ed efficienza energetica. E qui l'accostamento tra gli eredi di Bill Gates e le giovani generazioni appare suggestivo: il futuro è digitale, ma per chi vive già nel futuro forse è anche nucleare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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