Boom di sbarchi da Libia e Tunisia: i numeri di Frontex mettono l'Ue spalle al muro

In un'intervista Hans Leijtens, capo di Frontex, ha parlato dell'incremento degli arrivi nel nostro Paese e delle strategie dei trafficanti per eludere controlli e operazioni di soccorso. Un messaggio rivolto soprattutto a Bruxelles

Boom di sbarchi da Libia e Tunisia: i numeri di Frontex mettono l'Ue spalle al muro
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In tutte le principali rotte migratorie che coinvolgono l'Europa i numeri sono al ribasso, tranne in quella del Mediterraneo centrale. Ossia, la rotta che riguarda l'Italia. A certificare una situazione molto grave per il nostro Paese sono stati i funzionari di Frontex, l'agenzia per il controllo delle frontiere europee. Dai dati, in particolare, emerge che il numero di migranti sbarcati lungo la rotta che porta in Italia è salito a quasi 65.600, la cifra più alta dal 2017 e quasi il 140% in più rispetto a un anno fa. Quella di Frontex è quindi una fotografia impietosa sull'attuale quadro migratorio italiano.

I numeri di Frontex

Il Viminale ha lanciato l'allarme tramite i suoi numeri già da tempo. Il governo e le autorità italiane sono ben al corrente di quanto sta accadendo lungo le nostre coste. Dal primo gennaio a oggi sono sbarcati 73.865 migranti, lo scorso anno nello stesso periodo i migranti arrivati sono invece stati 31.671. Di questo passo, si andrà oltre quota centomila arrivi del 2022 e sforare anche il "record" di approdi del 2016. Nei giorni scorsi, di situazione di emergenza si è parlato anche nelle sedi europee. In particolare, il commissario agli Affari Interni Ylva Johansson ha sottolineato davanti al parlamento europeo la gravità del contesto italiano.

Hans Leijtens, numero uno di Frontex, è stato intervistato nelle scorse ore sul Corriere della Sera. E qui ha espresso anche lui considerazioni sulla situazione nel Mediterraneo centrale. "L’Italia - ha dichiarato - sta affrontando il maggior flusso migratorio in Europa". Una frase che non lascia spazio a dubbi: è Roma ad oggi a detenere lo scettro di Paese più esposto a una delle più difficili ondate migratorie che stanno interessando il Vecchio Continente.

"C’è una tendenza alla diminuzione della maggior parte dei flussi - ha aggiunto Leijtens - mentre in Italia gli arrivi sono aumentati di oltre il 150% rispetto all’anno scorso. Dobbiamo guardare sia alla situazione attuale sia discutere se la collaborazione di Frontex può aumentare". Si tratta di un passaggio importante delle sue dichiarazioni: oltre a sottolineare l'incremento registrato in Italia, il numero uno di Frontex ha sottolineato che soltanto lungo la rotta del Mediterraneo centrale si sta assistendo a un aumento del genere degli sbarchi. La tendenza, in altre parti d'Europa prima considerate in una posizione più delicata, è invece inversa.

A preoccupare sono soprattutto le rotte tunisine e libiche. Da qui sono partiti e continuano a partire decine di barconi e barchini ogni settimana. Le dichiarazioni di Leijtens appaiono importanti per due ragioni: da un lato, come detto, hanno certificato la difficile situazione vissuta dall'Italia, mentre dall'altro le sue frasi potrebbero avere un forte significato politico. L'Europa infatti, davanti all'ennesimo grido d'allarme sugli sbarchi nel nostro Paese, potrebbe essere messa con le spalle al muro. E quindi affrontare in modo più celere i dibattiti sull'immigrazione. Anche se in tal senso, viste le dinamiche europee degli ultimi anni, essere ottimisti appare abbastanza difficile.

Le nuove tattiche dei trafficanti

L'altro elemento rimarcato da Leijtens riguarda i trafficanti. Secondo il capo di Frontex è contro di loro che deve essere rivolta l'azione. "Prendere i pesci piccoli - ha dichiarato - serve a poco. Occorre intensificare la collaborazione tra gli Stati membri, le agenzie di tutta Europa, l’Europol, l’Interpol e cercare di adottare una sorta di approccio globale per combattere queste reti liquide".

Non solo, ma Leijtens ha certificato anche cambi di strategie da parte dei trafficanti per sfuggire ai controlli. "Assistiamo a due diversi tipi di azione - ha specificato nell'intervista - Uno si basa sull’uso di vecchi pescherecci, spesso provenienti dall’Egitto: navigano vuoti verso la Libia e poi vengono riempiti al massimo per aumentare il profitto".

Si tratta della dinamica riscontrata già diversi mesi fa a proposito della rotta della Libia orientale, quella cioè coinvolgente i territori controllati da Khalifa Haftar e da dove le partenze sono aumentate del 600% rispetto al 2022.

"Dalla Tunisia arrivano barche di fortuna - ha invece detto con riferimento alla rotta tunisina, quella più trafficata - con circa 30 persone. I trafficanti ne mandano a Lampedusa 30 o 40 alla volta per sviare la Guardia costiera. In entrambi i casi è una sfida enorme la ricerca e il salvataggio".

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