Zelensky incontra Meloni a Roma: ecco il "Piano della vittoria"

Bilaterale Italia-Ucraina a Villa Doria Pamphilj in occasione del tour europeo lampo del presidente dello Stato invaso dalla Russia che presenta agli alleati Ue il suo progetto per ribaltare le sorti della guerra

Zelensky incontra Meloni a Roma: ecco il "Piano della vittoria"
00:00 00:00

Seconda volta in Italia nel giro di un mese per Volodymyr Zelensky, che a Roma ha incontrato nuovamente la premier Giorgia Meloni. Il presidente ucraino ha accettato l'invito a Villa Doria Pamphilj approfittando del suo viaggio europeo per un tour delle principali capitali, iniziato mercoledì a Dubrovnik, dove è stato ricevuto dai governi d'Europa Sudorientale. Oggi è stata la volta di Londra e Parigi, con il primo ministro del Regno Unito Keir Starmer, il segretario generale della Nato, Mark Rutte, e il presidente francese Emmanuel Macron, e poi la presidente italiana del Consiglio. Domani, venerdì, in Vaticano da papa Francesco e successivamente a Berlino con Olaf Scholz. Un intenso attivismo - quello di Zelensky - che riflette la propria convinzione che adesso è il momento di cercare una via d'uscita che non lasci l’Ucraina in ginocchio ed esposta a nuove aggressioni dalla Russia in futuro. Al centro del bilaterale l'illustrazione di Zelensky del cosiddetto "Piano della vittoria".

"L'Italia ha fatto tutto quello che poteva fare e siamo pronti a continuare a fare tutto quello che potremo sin quando sarà necessario", per mettere l'Ucraina "nelle migliori condizioni possibili per arrivare a un tavolo di pace". ha dichiarato Meloni dopo la visita durata complessivamente due ore. L'Ucraina continua a "resistere in modo eroico perchè ha un popolo che vuole decidere il proprio futuro" e "la comunità internazionale ha il dovere di aiutarla" perché è una nazione che è stata "brutalmente, ingiustificatamente e illegalmente aggredita ormai 955 giorni fa dalla Federazione russa che non accettava l'idea di un'Ucraina prospera, democratica e libera". "La pace non è una resa", un'opzione "che molti suggeriscono vigliaccamente", ha affermato la premier. "Questo presuppone anche il sostegno militare", soprattutto sulla difesa aerea, nonché "il sostegno energetico, che resta un'attività fondamentale dell'azione italiana", conclude.

Il faccia a faccia con Meloni a Roma è arrivato in un momento in cui l'Ucraina è reduce da un settembre che è stato il mese di maggiori perdite territoriali per l’Ucraina dalla prima metà del 2022: almeno 468 chilometri quadrati conquistati da Mosca al prezzo di circa mille perdite russe al giorno, fra morti e feriti: le forze ucraine, in questa fase, sono sovrastate in uomini e mezzi su tutto il fronte del Donbass. L'Italia ha già approvato l'invio di otto pacchetti di armamenti da spedire a Kiev e, come aiuto militare difensivo, continuerà a fornire i Samp-T richiesti da Zelensky. L'esercito ucraino ha un disperato bisogno di questo sistema di difesa antiaerea. E, nel frattempo, il capo del governo ucraino vorrebbe rassicurazioni su un rapido ingresso nell'Unione europea, che dia al suo Paese un orizzonte di crescita.

Per Zelensky, del resto, il piano è necessario "per creare le giuste condizioni per una giusta fine della guerra". È un "ponte verso il secondo vertice di pace. L'Ucraina può negoziare solo da una posizione forte. I temi chiave delle nostre discussioni sono stati l'integrazione euro-atlantica e il rafforzamento militare dell'Ucraina - spiega via social il presidente dello Stato invaso dalla Russia -. Questi sono i passi che creeranno le migliori condizioni per ripristinare una pace giusta", aggiunge ringraziando il governo italiano "per il sostegno solido e sincero all'Ucraina". A tutti i suoi interlocutori Zelensky ha raccontato degli attacchi aerei quotidiani della Russia contro civili e strutture, compresa la rete energetica, nonché dei recenti attacchi alle infrastrutture dell'Iniziativa del Grano del Mar Nero.

Alla stessa Meloni, il cui governo ha sempre sostenuto il diritto dell'Ucraina a difendersi, è stato riferito come ora una quantità significativa di unità ucraine si trovi, in una certa misura, intrappolata in territorio russo e incapace di venire in aiuto lungo la linea di contatto del Donbass. A Kiev si ritiene che uscire dal Kursk sarebbe persino più costoso in termini di vite ucraine che restarvi, anche perché si teme che l'esercito di Mosca inseguirebbe le unità in ridispiegamento fuori dalla Russia fino alla regione di Sumy, dall’altra parte del confine.

In ogni caso, sul piano militare, la leadership ucraina aspetta che le piogge d'autunno rendano impossibile ai russi di avanzare fino a dicembre: tra tre mesi a Kiev si conta di poter disporre di migliaia di missili in più per difendersi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica