«La politica resti fuori» E Berlusconi non ci sarà

Seedorf non vuole provocazioni: «Non tirateci per la giacca». Un anno fa finì 6-0 e la bufera tra i due club era solo per i diritti tv...

Franco Ordine

È inutile puntare le telecamere sulla fila centrale della tribuna d’onore. Nel settore solitamente riservato a Silvio Berlusconi e alla sua famiglia: su quelle poltrone possono prendere posto Emilio Fede e Fedele Confalonieri schierati alle spalle di Adriano Galliani e il figlio Gianluca che hanno bisogno di spazio, per alzarsi e agitarsi come ultrà autentici. È il primo colpo inferto dal premier alle attese del duello mediatico, leggere Milan-Fiorentina come una sfida tra lui e Diego Della Valle, assente, fuori Italia per appuntamenti di lavoro. Anche il protocollo milanista è stato confermato in tutti i suoi dettagli, nessuna forzatura, nessuna novità per uno che crede tra l’altro ciecamente alla scaramanzia. Adriano Galliani è pronto a lasciare gli uffici di via Turati nel primo pomeriggio per trasferirsi a Milanello, occhio all’allenamento e cena con la squadra nel solco della tradizione. Al resto, a tutto il resto, provvedono gli interventi pacati di Carlo Ancelotti e le esigenze legittime del Milan. C’è da tenere a distanza l’Inter, c’è da inseguire il secondo posto: impossibile fare concessioni, allentare le tensioni, nonostante la sfida arrivi a quattro giorni dal viaggio in Francia, a Lione, che riapre le porte alla Champions league, il dichiarato obiettivo dei milanisti e di Silvio Berlusconi, abituato a pensare in grande, nel calcio come nella vita.
E il piano, preparato nelle ultime ore, da Ancelotti, col rinnovo del contratto in tasca, tiene conto della doppia esigenza: tenere d’occhio il secondo posto e scaldare i motori per il Lione. Così è il Milan migliore che si appresta a schierare, grazie alla settimana completa di allenamenti a disposizione. Una sola mossa dettata dalla precauzione: Costacurta gioca ancora una volta da terzino destro e brinda al rinnovo recentissimo per consentire a Stam di presentarsi al massimo dell’efficienza fisica in Francia. L’eventuale turnover scatterà la settimana successiva a Lecce. Dietro la scelta, si legge una seconda strategia. Sarà sfida vera, messo nel conto il rischio di ammonizioni. Meglio anzi ripulire l’elenco dei diffidati costituito da Nesta, Pirlo, Serginho e Rui Costa prima del derby, fissato per metà aprile.
«Non tirateci per la giacca, la politica deve restare fuori dal calcio» continua a ripetere Clarence Seedorf, allergico come il resto del gruppo alle strumentalizzazioni. Semmai le voci in questione corrono il rischio di toccare qualche nervo scoperto. Anche l’anno prima, a San Siro, il 6 a 0 fu il frutto non certo di una ferocia rossonera, semmai di una incredibile débâcle della Fiorentina di Buso.

Tanto che proprio Ancelotti, a un certo punto della sfida, mandò in campo Manuel Rui Costa col compito dichiarato di tirare il freno a mano. A quei tempi infuriava la polemica tra Diego Della Valle e Adriano Galliani presidente della Lega per i contratti televisivi...

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