Caro figlio mio,
te le scrivo le cose che ho da dirti. Così, forse le leggerai. Farmi ascoltare da te, è un'ipotesi azzardata, visto che le tue orecchie sono sempre occupate dall'auricolare o dalle cuffie. Certo, questo non è un sms e non so quando e se arriverai in fondo allo scritto.
Hai vent'anni: l'età che avevo io quando tu sei nato. Eppure tu vivi da ragazzino senza un gesto di responsabilità, senza un sogno con il quale mordere la vita. Sei bravo negli studi, è vero. Sei anche educato e rispettoso. Hai sofferto molto, però, per la nostra separazione causata da tuo padre, anche se ho cercato di spiegarti che non doveva essere un problema tuo. O meglio, non potevi ignorare questo fatto obiettivamente grave, ma non devi viverlo come un affronto personale.
Non è rassicurante per il tuo equilibrio che lo chiami ex padre, che tu abbia bloccato il suo account su Facebook; che, parlando della sua nuova donna, tu la definisca «troia fallita» o «ladra di vita altrui»; che gli dica apertamente che lo disprezzi perché «chi tradisce e passa al nemico merita la pena di morte». Ha sbagliato tuo padre, mi ha ferita atrocemente, ti ha certamente traumatizzato, ma è pur sempre soltanto un uomo. E intorno a me vedo solo uomini traditori. Ce l'hanno forse nel Dna, perché è loro compito propagare la specie. Oppure, a un certo punto della loro vita, «sbroccano» e rifiutano il dovere per immortalarsi nel piacere.
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O forse ho sbagliato io con lui: non credere che le donne non abbiano gravi colpe nel condurre una coppia alla dissoluzione. L'uomo tradisce e si fa beccare, perché è più infantile, perché non ha il coraggio di prendere la decisione di separarsi. Perché magari tenta, senza riuscirci al meglio, di condurre una vita parallela; perché non sa rifiutare i corteggiamenti femminili (e oggi non sai ancora quanto siano trendy!); ma anche perché ha una donna pesante o diventata noiosa nel tempo, volubile, pretenziosa, capricciosa, imbranata, spenta, sessualmente riottosa o traditrice. Gli uomini vogliono sempre avere qualsiasi cosa e non sanno modificare al meglio ciò che hanno già: preferiscono cambiare del tutto. Come del resto fai tu con i tuoi cellulari o con le scarpe da tennis: l'idea di riparare ciò che si è rotto o di evitare di distruggere del tutto, non ti sfiora neanche lontanamente. Non va bene? Si cambia. Quando un oggetto comincia a non funzionare, ti precipiti su internet a scoprire cosa offre il mercato in alternativa. E così non mostri il tuo senso di responsabilità, non coltivi l'affezione per ciò che hai - persino le cose sono testimoni della tua vita, figurati le persone - privilegi i desideri rapidi da soddisfare invece di aggiustare o di nutrire un sogno a lungo termine.
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Neppure con la tua ragazza condividi progetti e percorsi: fate sempre le stesse cose, senza un senso e senza un perché. Vivete nell'apatia emotiva. Ogni sera l'aperitivo negli stessi posti e con gli stessi amici; dopo cena, dopo molto la cena cioè verso le undici, e quando avete finito di dirvi cose vuote e incomprensibili con i vostri coetanei su facebook o su whatsapp, incontrate gli stessi amici in un altro bar e ciondolate poi in un altro ancora per parlare (di cosa?) per ridere (di cosa?) e per bere. Ti dico non mi piace che tu beva, mi rispondi è solo birra. Solo? Tante birre riempiono un barile e attenuano il potere del cervello. Un cervello, questa è la mia sensazione, mai collegato col cuore che, invece, darebbe un impulso intelligente alle passioni.
Qualche anno fa, quando con il papà giravamo la costa in cerca di baie sconosciute, avevi detto che avresti voluto circumnavigare l'Italia con una barca a vela per conoscere i confini più belli del mondo dove vivi. Ero terrorizzata all'idea, ma ora vorrei vederti impegnato in un'impresa del genere invece che disperso tra i tavolini del bar. O, peggio, a disputare con la tua ragazza sul colore di smalto che lei predilige per le unghie dei suoi piedini.
Tesoro mio, avevo la vostra età quando tuo padre e io, nel pieno del nostro amore, ti abbiamo messo al mondo. Ti sono grata della gioia che ogni giorno mi hai dato; delle responsabilità che ho vissuto con tanta fatica fino in fondo senza mai dimenticarmi di te. Anche se andavamo in discoteca con tuo padre, qualche volta (qualche volta) ci facevamo gioiosi una bottiglia di vino rosso, lavoravamo tanto e ogni giorno facevamo l'amore. La nostra vita, il nostro lavoro, il nostro bambino, ma anche la musica, gli amici, la barca e lo sci erano le nostre passioni. Che gustavamo fino in fondo, con impegno ed entusiasmo, scrivendo ogni giorno una storia.
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Non sai ancora che cosa vorrai fare «da grande»; ti sei iscritto all'università perché lo hanno fatto i tuoi amici, ormai lo fanno tutti. Ma non hai un obiettivo. Anche la storia con la tua ragazza è priva di colori e di sprazzi luminosi: siete sempre insieme, forse ogni tanto fate l'amore, quando io non sono a casa; non potete però mai sentire la forza del desiderio e della curiosità dell'altro, perché conducete una vita simbiotica e omogenea. E piatta. E ripetitiva.
Basta, non voglio fare la «prof con le sue menate», come dicevi tu. Sono la tua mamma e tu sei la gioia più preziosa che ho: vorrei vederti crescere davvero; spargere il tuo sguardo anche critico sul mondo; togliere le cuffie per ascoltare la voce della gente; cercare, nella foresta di opportunità che hai, un fungo prezioso che risvegli la tua voglia di avventura; vorrei vederti in gioco con il coraggio e la sete d'ignoto che un uomo deve avere.
Mi dici che la politica ti fa schifo; le persone estranee ti fanno paura; le regole ti inquietano. Ti rispondo che se non ci fosse la paura, il coraggio sarebbe inutile; che la politica siamo noi e se non ci mettiamo in gioco facciamo proprio il gioco dei corrotti; che le regole hanno un senso e persino quello di essere trasgredite con malizia.
Mi piacerebbe anche che imparassi a conoscere le donne e non ti fermassi alla prima che ti ha scelto (sì, perché sono le donne a scegliere gli uomini che le sceglieranno): è importante questo, credimi, non ti sto invitando al tradimento. Se tu mai un giorno decidessi di sposarti con questa ragazza, sei destinato a renderla infelice. Noi donne abbiamo tempi di crescita diversi dai vostri e ci spazientiamo quando gli uomini non capiscono e non sono nel tempo che noi decidiamo essere giusto. Il papà mi ha lasciata perché voleva una compagna e non una madre impositiva quale io ero diventata, anche con lui. Voi uomini purtroppo rimanete adolescenti per tanti anni, anche dopo il matrimonio, se prima non avete morsicato tanti pezzi di vita. E a noi tocca fare le madri anche dei nostri mariti perché, nel frattempo, siamo diventate adulte. Gli uomini spargono dovunque il loro seme, noi accogliamo chiunque nel nostro cuore materno.
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Vivitela tutta prima, la tua adolescenza. Sposati solo quando avrai capito, scelto, sofferto e rinunciato tante volte. Solo quando incontrerai quella donna che ti farà sentire uomo solido, capace di responsabilità, coraggio e tenera pazienza. Una donna che ti tratti come uomo e non come figlio. Una donna che ti vuole perché sei tu e che tu vuoi perché è lei.
E non farle mai male: le donne credono sempre che chi
dice «ti amo» sottintenda «mi prenderò cura di te e non ti farò soffrire». Purtroppo non è mai così: ti prego, figlio mio, contraddici nella tua vita da uomo questa mia amarissima convinzione. Riscatterai tutti gli uomini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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