"Nuova stagione violenta". Gli studenti organizzano il "no Meloni day"

Dal 26 settembre, gli studenti milanesi protestano contro la democrazia, contro il voto degli italiani che hanno scelto il centrodestra e Fratelli d'Italia. Le forze dell'ordine prevedono infiltrazioni esterne

"Nuova stagione violenta". Gli studenti organizzano il "no Meloni day"

Senza idee ma con molta ideologia: gli studenti di oggi, più di quelli di ieri, non sanno concretamente perché protestano. Però, pur di non fare lezione, sono pronti a scendere in piazza. Dal 26 settembre il loro obiettivo è il governo Meloni, ossia un esecutivo che ancora non esiste, non solo perché non è stato formato ma anche perché il capo dello Stato non ha nemmeno ancora conferito l'incarico, né a Giorgia Meloni né a qualcun altro.

Gli studenti dei collettivi, tradizionalmente rossi, protestano contro il risultato delle elezioni e, quindi, contro la democrazia. Ed è un paradosso considerando che loro si definiscono difensori della democrazia e della libertà. Ma, come sempre, sia che si tratti di studenti che di adulti, a sinistra la democrazia piace solo quando è in linea con il loro pensiero. Diversamente può essere calpestata. Lo dimostrano le fotografie di Giorgia Meloni bruciate in piazza Duomo lo scorso 7 ottobre proprio dagli studenti.

A preoccupare le forze dell'ordine sono soprattutto le infiltrazioni esterne, che alimentano in clima di tensione riempiono la testa dei giovanissimi di ideologie, spesso violente e figlie di un periodo che l'Italia ha già vissuto. L'eco degli anni Settanta, soprattutto a Milano, si riverbera con sempre maggiore intensità e mette in allarme le forze dell'ordine, che hanno già invitato i giovanissimi a non farsi trascinare in qualcosa di più grande di loro. Gli antagonisti, i centri sociali e i gruppi rivoluzionari hanno tutto l'interesse a reclutare nuove leve che scendano in piazza a fare il "lavoro sporco", che scatenino la violenza perché intrisi di quell'ideologia reazionaria che sembrava essere sopita.

Oggi, i giovani si riempiono la bocca di parole di cui non conoscono nemmeno il significato. Parlano di "Resistenza" senza cognizione di causa e il 18 novembre hanno organizzato il "no Meloni day" con tanto di corteo. "Contro ogni fascismo noi student* rivendichiamo una scuola che sia realmente antirazzista e anti sessista e che denunci e rifiuti ogni fotma di odio e discriminazione", si legge nel profilo del Coordinamento dei collettivi studenteschi. Ignorando il significato della parola "democrazia", oltre che "Resistenza", dal collettivo scrivono: "Queste elezioni hanno visto vincere una maggioranza che rappresenta tutto il marcio di questo sistema: mentre questo governo guarda con nostalgia al passato, il presente a noi sta stretto, e ci riprendiamo il futuro. Scendiamo in piazza contro questo governo di rigurgiti del Ventennio".

Le forze dell'ordine hanno ben ragione di preoccuparsi, perché i primi segnali di un ritorno ci sono già. Mentre gli studenti manifestavano contro l'inesistente governo Meloni e bruciavano le foto della leader di Fratelli d'Italia, infatti, sono comparsi vessilli ben noti, come quello del Partito comunista marxista leninista. "La nostra è un'ordinaria attività di vigilanza e di attenzione dovuta. A garanzia di un risultato elettorale democraticamente ottenuto", spiegano dalla questura di Milano al quotidiano Libero.

I collettivi studenteschi, ma anche i gruppi anarchici e reazionari di Milano, sono tenuti sotto stretta osservazione. "Attenzione, non allerta", spiegano dalla questura, ma è chiaro che tra le forze dell'ordine la preoccupazione di una nuova stagione di occupazioni e manifestazioni violente sia concreta.

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