Un altro incidente, un'altra tragedia, un altro caso che mette sotto i riflettori Flixbus, il colosso dei viaggi low cost. A soli tre giorni dallo schianto sull'A1 all'altezza di Modena costato la vita a un 19enne, ieri in Germania sono morte cinque persone dopo che un altro pullman della stessa compagnia si è ribaltato. Il Flixbus a due piani, con a bordo 53 passeggeri e due autisti, era partito da Berlino alle 8 ed era diretto a Zurigo: meno di due ore dopo - sono le 9.45 circa - sul rettilineo dell'autostrada A9 tra Wiedemar e Schkeuditzer Kreuz il mezzo finisce fuori strada, si scontra contro gli alberi e si ribalta.
L'impatto è devastante: nello schianto cinque passeggeri muoiono sul colpo, mentre almeno venti feriti - uno è grave - vengono trasportati d'urgenza al vicino ospedale di Lipsia. Al momento non è ancora chiaro perché il pullman, che non stava affrontando curve né viaggiava nel traffico, sia finito fuori strada; le autorità locali stanno ricostruendo la dinamica, anche attraverso le testimonianze dei passeggeri e dei due autisti - entrambi sopravvissuti. Ma intanto la compagnia internazionale di viaggi su gomma a basso costo è sempre più nell'occhio del ciclone, anche perché i casi di schianti mortali sui bus si susseguono: sulla stessa autostrada, ad esempio, già nel 2019 una donna era morta e diverse persone sono rimaste ferite. Lo scorso dicembre, invece, sulla stessa A9 e sempre vicino a Lipsia, i passeggeri feriti erano stati una decina. E poi c'è il caso italiano all'alba di lunedì scorso, quando il pullman Flixbus ha impattato contro il guardrail dell'autostrada. A perdere la vita è stato lo studente 19enne congolese Vindou Illumine Junior Kersant, stava andando a sostenere un esame. Sia l'incidente sull'Autostrada del Sole che quello sull'A9 tedesca sembrano allora condurre all'origine, alla gestione dei viaggi di Flixbus.
E nel mirino finiscono i tempi ristretti delle tratte, l'utilizzo dei conducenti e le più disparate pratiche all'insegna della scarsa sicurezza da parte di questi ultimi. Sul portale danese TrustPilot, che raccoglie recensioni da tutto il mondo, sono tanti gli automobilisti a denunciare guide spericolate degli autisti della compagnia. Come Alex: «Entrando direttamente sulla corsia di sorpasso ha quasi schiacciato un'auto sulla corsia centrale, per poi quasi schiacciare me nel guardrail. È possibile guidare in queste condizioni e mettere in pericolo la propria vita e quella degli altri?». Ma le segnalazioni di una certa «scarsa professionalità» abbondano anche sui social.
Su Facebook esiste persino il gruppo «FlixBus Never Again», vero scrigno delle falle del sistema Flixbus: si va dalle accuse di razzismo a quelle di danneggiamenti dei bagagli. E poi c'è il capitolo guida: un utente in viaggio verso Bergamo allega la fotografia di un autista con il cellulare in mano al volante.
Un altro filma un conducente che «guida con i gomiti per chilometri». Incalzata su episodi simili, che nei viaggi notturni e diurni a bordo di bus verdi non sembrano essere un'eccezione, Flixbus replica: «La sicurezza dei passeggeri e del personale di bordo ha per noi la massima priorità.
Prendiamo quindi con estrema serietà e non siamo disposti a tollerare alcuna infrazione in questo senso». Certo, chiunque può segnalare «eventuali comportamenti giudicati inappropriati» tramite il questionario di gradimento al termine di ogni corsa, ma che fine facciano quelle segnalazioni resta un mistero.
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