"Abbiamo salvato la vita alla nostra prof"

Non si presenta in classe, i suoi alunni vanno a casa e scoprono che sta male

"Abbiamo salvato la vita alla nostra prof"

Nino Materi

Essere una docente stimata e ben voluta da tutti le ha salvato la vita. Artefici del «miracolo», gli alunni della sua classe. Che, in tempi di bullismo perfino ai danni dei propri insegnanti, è una circostanza da salutare con soddisfazione. Quasi un paradosso, a ben pensarci: come se assistere in un'aula a qualcosa di buono, rappresenti ormai l'eccezione e non più la regola.

Una bella favola scolastica. A lieto fine. In una città difficile, come Torre Annunziata (Napoli), vittima anche di stereotipi «didatticamente sgarrupati» duri a morire. Non a caso proprio da queste parti nel '92 fu girato il film-manifesto della Pubblica (d)Istruzione, «Io speriamo che me la cavo», tratta dal best seller del maestro Marcello D'Orta, interpretato sul grande schermo da un intenso (e per nulla fantozziano) Paolo Villaggio.

Nella fiction cinematografica a fare da sfondo era la scuola elementare «De Amicis» (nome che la preside pronunciava «De Àmicis», rigorosamente con l'accento sulla «À»); nella realtà invece ci troviamo nell'istituto tecnico «Cesaro».

La stampa locale titolava ieri: «Salvata dai suoi alunni dopo 48 ore di agonia». Un happy end maturato dopo che una docente, «a sorpresa», non si era presentato a scuola, facendo scattare l'allarme tra i suoi studenti, ai quali è legata da un rapporto speciale.

«Non si assentava mai, neanche con la neve», raccontano i ragazzi che si sono precipitati nell'abitazione della docente a Vico Equense, chiedendo l'intervento dei carabinieri che l'hanno trovandola a terra agonizzante. Ma dopo il ricovero in ospedale, l'allarme è rientrato. «L'aspettiamo presto», è ora l'augurio degli alunni.

«Tra l'insegnante e gli studenti c'è, da sempre, un feeling speciale - racconta il dirigente scolastico dell'Itis «Cesaro» - un esempio virtuoso di come dovrebbero sempre essere i rapporti tra corpo docente e studenti. Un mix di rispetto, stima reciproca e solidarietà».

L'assenza «ingiustificata» della prof aveva messo in allarme i ragazzi, i quali non vedendola arrivare in aula si sono scambiati uno sguardo di intesa. E hanno deciso: «Andiamo a controllare cos'è successo». Quindi, al trillo dell'ultima campanella, una delegazione di alunni-amici della prof si è messa in auto, raggiungendo la casa della docente che abita a Vico Equense, paese della Costiera sorrentina.

«Non ricevendo risposta al citofono - racconta uno degli studenti partiti da Torre Annunziata -, abbiamo deciso di chiamare i carabinieri». Decisione saggia e tempestiva. L'irruzione nell'appartamento ha consentito infatti ai militari di scoprire che l'insegnante era a terra, priva di sensi a causa di un malore. Immediati i soccorsi e il trasferimento in ospedale.

«Le sue lezioni sono racconti nei quali ci presenta ogni giorno un personaggio diverso, come se lo avessimo con noi in aula», testimonia Alfonso, uno dei suoi studenti.

Questa volta i protagonisti del racconto sono stati loro. Per tutti il massimo dei voto, con lode. E bacio accademico.

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