Il 16 luglio 2024 la principessa Mahra, figlia dell’emiro di Dubai Mohammed bin Rashid al-Maktum, destò grande scalpore utilizzando pubblicamente la formula giuridica del ripudio, che è unilaterale, in quanto prerogativa esclusiva dell’uomo secondo la Shari’a, per divorziare dal marito. Molti non conoscono la principessa se non per questo gesto eclatante di ribellione, poiché i riflettori sono sempre stati puntati sull’erede dell’emirato, il principe Hamdan bin Mohammed al-Maktum. Forse, però, non tutti sanno che il giovane Hamdan non era destinato a diventare il successore del padre. Il titolo, infatti, apparteneva al fratello maggiore, Rashid bin Mohammed al-Maktum, un ragazzo all’apparenza perfetto per il ruolo a cui era stato destinato. All’improvviso, però, Rashid perse il titolo, gli onori, non si fece vedere più in pubblico, finché la famiglia non ne annunciò la scomparsa. Una tragedia a cui non venne data una spiegazione precisa. Il casato attribuì le cause del decesso a un “attacco di cuore”, ma secondo alcuni la vita e la morte del principe nascondono ben altri segreti.
Il Principe della Corona
La dinastia al-Maktum, che governa l’emirato di Dubai, non è nuova ai misteri familiari: nel 2018 scoppiò il caso delle principesse Latifa e Shamsa, forse picchiate e tenute segregate dal padre, vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti, primo ministro ed emiro di Dubai Mohammed bin Rashid al-Maktum, dopo diversi tentativi di fuga. Nel 2019 fu la volta del divorzio milionario dello sceicco dalla principessa giordana Haya. Una storia di presunti ricatti e violenze sia fisiche sia psicologiche.
Se torniamo più indietro nel tempo, al Duemila, troviamo la terribile storia di Bouchra bint Mohammed al-Maktum, moglie di Maktum bin Rashid al-Maktum, ovvero il fratello dell’attuale emiro di Dubai. Anche Bouchra avrebbe tentato di scappare, ma sarebbe stata ricondotta a Palazzo con la forza e, pare, uccisa tra il 2006 e il 2007. Il casato, però, nasconderebbe anche un altro segreto, relativo alla fine del principe Rashid, primo figlio maschio di Mohammed al-Maktum.
Rashid, fratello del principe Hamdan e della principessa Latifa, sembrava un ragazzo modello: colto, affascinante, ricco, amante dello sport, erede di un importante emirato. Nato il 12 novembre 1981, come ha ricordato il Daily Mail, frequentò la celebre Sandhurst Military Academy (la stessa in cui vennero addestrati William e Harry), dove si laureò nel 2002.
Durante la XV° edizione dei Giochi Asiatici, svoltasi in Qatar nel 2006, il principe Rashid vinse due medaglie d’oro nell’endurance equestre. Nel 2006 fondò il Dubai Sports and Cultural Club e divenne presidente del Comitato Olimpico degli Emirati Arabi. Era un appassionato tifoso del Manchester e il mecenate della Dubai Cares, l’ente che si occupa di assicurare un futuro ai bambini poveri. Inoltre era un uomo d’affari e aprì diversi gruppi di investimento, tra cui lo United Holdings Group. Secondo il Daily Mail la sua fortuna personale si aggirava sull’incredibile cifra di 1,9 miliardi di dollari.
Nel 2008, però, accadde qualcosa di strano. L’allure del principe cominciò di colpo ad appannarsi: il padre lo privò del titolo di principe ereditario, assegnandolo al fratello Hamdan e Rashid si ritirò a vita privata. Il popolo di Dubai rimase frastornato da questi inattesi cambiamenti, soprattutto perché le spiegazioni fornite sembrano piuttosto laconiche. La famiglia al-Maktum, infatti, si limitò a garantire che il principe Hamdan fosse più idoneo alla carriera politica nell’emirato. I media, per nulla convinti, cominciarono a chiedersi per quale motivo Rashid fosse stato allontanato dal centro del potere e come mai tutto fosse avvenuto in maniera così repentina.
Il 19 settembre 2015 accadde ciò che nessuno avrebbe mai potuto anche solo pensare: il principe morì all’improvviso, ufficialmente per cause naturali e l’emirato proclamò tre giorni di lutto. La WAM, agenzia ufficiale degli Emirati Arabi Uniti, citata dal New York Post, annunciò: “Il primo figlio maschio dell’emiro di Dubai, lo sceicco Mohammed bin Rashid al-Maktum, è deceduto per un attacco di cuore, all’età di 33 anni, sabato mattina”.
Lo scarno comunicato non chiarì esattamente quale sarebbe stata l’origine dell’attacco cardiaco. Le indagini giornalistiche si intensificarono, portando a una conclusione agghiacciante: il principe apparentemente perfetto, ideale, non sarebbe mai esistito. Ciò che il mondo aveva visto per anni sarebbe stata solo una dolorosa illusione.
Omicidio sotto l’effetto di steroidi
Stando alle indiscrezioni il principe Rashid sarebbe stato un tossicodipendente. Sembra anche che avesse l’abitudine di ospitare a Palazzo feste a base di alcol, “sesso e cocaina”, come ha riportato ancora il Daily Mail, citando un dispaccio diplomatico firmato dal Console Generale a Riyadh Martin Quinn, il quale scrisse: “L’uso di cocaina e hashish è comune in questi circoli sociali” a cui parteciperebbero solo principi e uomini d’affari ricchissimi.
Non solo. In un altro dispaccio diplomatico del 2008, destinato alla CIA e poi finito su Wikileaks, il Console Generale David Williams rivelò un fatto di inaudita gravità, forse accaduto a Palazzo Za'beel: “Si sospetta che Rashid abbia ucciso un assistente nell’ufficio dello sceicco, perdendo così l’opportunità di essere l’erede”. L’omicidio sarebbe avvenuto mentre il principe era sotto l’effetto di “rabbia causata da consumo di steroidi”. Il nome della presunta vittima e la dinamica dei fatti non sono mai stati resi pubblici. Rashid avrebbe provato a liberarsi dalle sue dipendenze, trascorrendo diversi periodi in riabilitazione presso cliniche europee. Invano.
A tal proposito il Daily Mail ha riportato il racconto di un collaboratore della famiglia al-Maktum, il quale ha riacceso i riflettori su un episodio passato parzialmente inosservato: nel 2011 Rashid si dimise dall’incarico di presidente del Comitato Olimpico degli Emirati Arabi Uniti. La motivazione ufficiale fu “un pesante carico di lavoro”. Secondo il collaboratore, invece, il principe sarebbe stato costretto a fare un passo indietro a causa dei suoi guai con la droga. Il tabloid ha svelato: “Il problema era diventato così acuto che il principe era stato portato in una clinica di riabilitazione, nel 2009, su decisione della famiglia, che era furiosa”.
Ripercussioni politiche
Sarebbe stata questa situazione a rendere impensabile l’ascesa politica di Rashid. Da un lato, infatti, luoghi come Dubai hanno costruito la loro ricchezza anche tramite gli investimenti occidentali: non è un caso, dunque, che lo sceicco voglia mostrarsi come un modernizzatore e si mostri spesso agli appuntamenti mondani più importanti come il Royal Ascot, dove si ritrova tutta l’élite britannica. Dall’altro, però, Mohammed al-Maktum non può dimenticare di essere a capo di uno degli emirati che compongono uno Stato arabo e islamico. Un Paese in cui, per esempio, i rapporti sessuali fuori dal matrimonio e il consumo di alcol sono proibiti.
Lo sceicco cercherebbe di muoversi, almeno in apparenza, in costante equilibrio politico tra l’Occidente e l’Islam più moderato (e non pare riuscirgli sempre bene, al contrario, date le vicende legate al suo divorzio e alle sue figlie). Con il suo presunto comportamento il principe Rashid avrebbe potuto rompere in mille pezzi questa fragile stabilità, con ripercussioni interne molto gravi. Infatti la sua figura sarebbe stata irrimediabilmente compromessa sia agli occhi degli occidentali, sia a quelli del popolo di Dubai. Una catastrofe per gli al-Maktum, che devono il loro potere anche alla reputazione di cui godono in patria, al senso di dignità e decoro, di profondo rispetto per le leggi islamiche che la loro immagine trasmette.
Il tassello mancante
La presunta tossicodipendenza del principe Rashid potrebbe spiegare anche la sua scomparsa, forse avvenuta a causa di un’overdose. Si tratta, però, di una semplice ipotesi.
La sua breve vita e la sua prematura morte rimangono un tragico mistero. Il giovane venne seppellito nel cimitero Umm Hurair di Dubai. Il fratello Hamdan, riportò Emirates24, volle ricordarlo dicendo: “Oggi ho perso il mio amico e fratello Rashid”.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.