Aborto, il ddl di Gasparri riaccende lo scontro con la sinistra

Il senatore di Forza Italia, come fa ad ogni inizio di nuova legislatura, presenta una proposta di legge per riconoscere la capacità giuridica del concepito. La sinistra si infuria e alza le barricate

Aborto, il ddl di Gasparri riaccende lo scontro con la sinistra

Il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia) presenta una proposta di legge sull'aborto, come fa da anni all'inizio di ogni nuova legislatura, ma la mossa non piace alla sinistra, che grida allo scandalo e protesta contro il presunto "oscurantismo" del centrodestra.

"Il disegno di legge sui 'diritti del concepito' lo presento da tempo all’inizio di tutte le legislature - spiega Gasparri - è un impegno morale che avevo preso con Carlo Casini del Movimento per la vita, che fu a lungo deputato Dc e che è scomparso alcuni anni fa. Mi farebbe piacere una discussione serena su questi temi. Che avesse almeno come obiettivo la applicazione delle intera legge 194, che non va abolita, ma che andrebbe rispettata in tutte le sue norme. Parlare della vita sarà lecito o no? Ripresento sempre questa proposta sperando che prima o poi si possa discutere con serenità di questi temi. Nessuna imposizione ma nessuna fuga davanti a questioni di cui comprendo la rilevanza, la delicatezza e la complessità. La mia speranza è che almeno, come hanno detto più volte Meloni, Tajani, Salvini, si arrivi alla piena e non parziale applicazione della 194".

Ad aprire il fuoco contro la proposta è la capogruppo del Pd al Senato, Simona Malpezzi: "In Senato FI ripresenta il ddl per modificare l’art 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica del nascituro. Questa è la destra che ha a cuore la libertà delle donne, la destra che dice che non toccherà la 194. Inaudito".

Sulla stessa linea Valeria Valente (Pd). "Il disegno di legge del senatore Gasparri per il riconoscimento della capacità giuridica al concepito - spiega - ha un solo scopo: minare alla radice la legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Si svelano dunque le promesse da mercante di Giorgia Meloni. Non serve abrogare o modificare la legge sull’aborto, basta approvare il disegno di legge di Fi e riconoscere il diritto alla vita del nascituro per vietare nei fatti la possibilità di abortire. Il contenuto di questo ddl è gravissimo e rivela una volta per tutte, purtroppo per noi, la visione della destra della maternità e della libertà e dei diritti delle donne".

Rincara la dose Chiara Appendino, deputata del Movimento 5 Stelle. "Non si è ancora insediato il governo e Gasparri ha già depositato una proposta di legge contro l'aborto - scrive su facebbok l'ex sindaco di Torino -. In campagna elettorale giocavano con le parole, ora scherzano con il fuoco. Non sarà la politica ad opporsi a questi passi indietro ma l'Italia".

Carlo Calenda, leader di Azione, allarga il discorso citando vari esempi che, a suo dire, evidenziano la crisi del centrodestra. "Oggi: 1) La Russa ha rivendicato i busti di Mussolini; 2) Fontana si è espresso contro le sanzioni; 3) Berlusconi ha riallacciato i rapporti con Putin; 4) Gasparri contro il diritto all'aborto. Così questa coalizione non regge sei settimane altro che sei mesi. Aridatece Draghi".

''Come era quella che 'la destra non vuole cambiare la legge sull'aborto'? - si chiede con sarcasmo Alessia Morani, componente della direzione del Pd -. Basta il Ddl Gasparri depositato il 13 ottobre che vuole modificare l'art. 1 del codice civile. Se si riconosce la capacità giuridica dal momento del concepimento il feto ha gli stessi diritti della madre. Serve altro?".

"Come previsto, la prima mossa della destra in questa nuova legislatura è mettere i diritti delle donne nel mirino", punta il dito Riccardo Magi, deputato e presidente di +Europa. "La proposta di legge depositata al senato da Gasparri contro l’aborto rappresenta solo il primo tentativo di abbattere le conquiste di questi anni. Come +Europa ci opporremo dentro e fuori il parlamento, a difesa di tutte e di tutti".

Come si vede la polemica è già alle stelle, e non sono passati che pochi giorni dall'inizio dei lavori

della nuova legislatura. Eppure che i rappresentanti dei cittadini tornino a discutere anche su temi come l'aborto, che dividono le coscienze, è il sale della democrazia. Non vi possono essere temi tabù o totem intoccabili.

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