Il «grand tour» delle case che il Campidoglio intende vendere passa per il cuore della Capitale, si sofferma su indirizzi prestigiosi e case con vista mozzafiato. Piccoli gioielli o appartamenti sconfinati, tutti con un paio di elementi in comune oltre al distratto proprietario pubblico. La manutenzione non certo impeccabile. E i canoni irrisori, nonostante i vent'anni passati dalla prima Affittopoli . Cominciamo dal civico 86 di piazza di Trevi, che fa da quinta a una delle cartoline più celebri del centro storico di Roma, l'omonima fontana. Qui viveva Sandro Pertini, e oggi un fortunato inquilino del Campidoglio occupa 165 metri quadri al terzo piano, pagando poco più di 350 euro al mese. Il comune stima la casa, per la vendita, più di 1,7 milioni di euro (ma ne bastano 1,2 con lo sconto): un buon affare. Mai quanto l'affitto. Il palazzo, considerata la location, è piuttosto scalcinato ma bellissimo, con soffitti affrescati e mosaici sui pianerottoli.
A due passi dal Campidoglio c'è poi la bella e silenziosa piazza Margana. Al civico 24 qualcuno abita su 80 metri quadri del comune, sborsando appena 3.883 euro l'anno. Sul citofono, però, non c'è nessun nome: i 24 inquilini sono indicati solo dall'interno e si guardano bene dal rispondere. Idem in largo del Pallaro 19, pieno centro storico, dove bastano 160 euro al mese per 92 metri quadri di appartamento. «Sono pensionati, la casa è messa male: ad aprile metteranno i ponteggi», spiegano nel ristorante di fronte. Ma per il comune la casa è in condizioni «normali» e vale oltre 900mila euro. Va detto che c'è un po' di confusione nei vari documenti del Campidoglio, con metrature difformi negli elenchi con le stime dei valori di mercato e in quello degli immobili da alienare. L'appartamento di largo del Pallaro, e non è l'unico, «cresce» così da 92 a 115 metri quadri.
Al 66 di via del Colosseo, con vista sull'anfiteatro, il Campidoglio vende 5 appartamenti tra 20 e 110 metri quadri (o da 29 a 136), valutati da 191mila a 800mila euro. Un inquilino indica le transenne esterne e spiega che «non c'è manutenzione», mostrando poi l'interno, tra calcinacci che cadono, umidità e fili scoperti. Non è un bel vedere, ma considerando che la pigione va da meno di 50 euro al mese per un monolocale a 320 per 100 metri quadri, è comunque a buon mercato. L'uomo, però, contrattacca: «Andate dai cattocomunisti negli attici di fronte, chiedete quanto pagano». Anche Nello, 83 anni, davanti al 101 di via Giolitti, quartiere Esquilino, dove per 70 metri quadri bastano 74 euro al mese d'affitto, non vuol passare per privilegiato con la prospettiva di dover trovare 260mila euro per comprar casa con tutte le agevolazioni: «Ce le vendono con lo sconto? E i soldi per comprarle - sorride - chi ce li dà?». In via Di Porta Castello 6, tra San Pietro e Castel Sant'Angelo, i due appartamenti comunali di 64 e 81 metri quadrati «pesano» appena cent'euro al mese, e risultano occupati senza titolo. Al bar confermano: «Erano occupanti, ma l'hanno riscattata da anni». Al comune, pronto a vendere i due immobili per 730mila euro, il «riscatto» però non risulta. Finiamo al Ghetto, davanti a un palazzetto ben tenuto al 10 di via S. Maria del Pianto. Qui il fitto per 100 metri quadri va da 130 a 450 euro al mese. Tra gli inquilini c'è Georges de Canino, artista, che spiega come la manutenzione è merito di un «privato» che vive all'ultimo piano.
«Grazie al Comune che ha voluto aiutare noi della comunità ebraica», spiega. «M'hanno dato casa dopo che un mutuo mi aveva rovinato. Qui vivono solo persone normali, persone con problemi». Escluso quello della casa.(hanno collaborato Jacopo Granzotto, Tiziana Paolocci e Stefano Vladovich)
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