La galassia fluida dei "trattoristi" tra falchi e colombe. Nessun leader e un nemico: la Ue

Accanto alle sigle ufficiali come Coldiretti, una miriade di gruppi. "Riscatto agricolo" in ascesa. "Agricoltori traditi" incarnano l'ala dura con frange anti-sistema

La galassia fluida dei "trattoristi" tra falchi e colombe. Nessun leader e un nemico: la Ue
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La protesta degli agricoltori in corso da settimane in tutta Italia è caratterizzata da alcuni elementi che la rendono inedita rispetto alle tradizionali mobilitazioni promosse da sindacati o sigle organizzate. Trattandosi di una protesta nata dal basso, manca di un singolo coordinamento e di un leader unitario ma si articola in una serie di gruppi e comitati spesso anche in contrasto tra loro. Se è comune la contrarietà alle politiche green europee (d'altro canto le manifestazioni degli agricoltori sono avvenute in tutta Europa), diverge la posizione nei confronti del governo con alcune realtà più dialoganti e altre più radicali. Eppure il governo italiano si è dimostrato da subito attento alle richieste degli agricoli con l'attivismo del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida che ha già portato a primi importanti risultati. Non è facile dipanarsi nella galassia delle proteste degli agricoltori anche perché nelle ultime settimane sono andate in scena manifestazioni e cortei in tutto il territorio nazionale ma proviamo a mettere un po' di ordine nel movimentismo agricolo italiano.

Innanzitutto occorre dire che la maggioranza degli agricoltori sono rappresentati dalle cinque sigle ufficiali: Coldiretti, Confagricoltura, Cia (Confederazione italiana agricoltori), Confcooperative e Copagri incontrate dal governo la scorsa settimana a Palazzo Chigi. Alle organizzazioni di categoria si sono affiancate altre sigle facendosi portavoce delle istanze degli agricoltori tra cui spiccano due in particolare: Riscatto agricolo e Agricoltori traditi.

Riscatto agricolo è il gruppo fondato da Andrea Papa di Brescia, Salvatore Fais di Livorno, Maurizio Senigagliesi di Pisa, Alessandro Zucca di Siena che ha lanciato nei giorni scorsi la «Marcia su Roma» con decine di trattori diretti verso la capitale. I rappresentanti del movimento hanno incontrato sia venerdì sia ieri il ministro Lollobrigida dicendosi «molto soddisfatti del fatto che, attraverso questi incontri, oggi Riscatto Agricolo è riconosciuto istituzionalmente nelle rappresentanze agricole, nei confronti del governo e del Parlamento».

Il movimento ha presentato le proprie richieste in dodici punti che vanno da un tavolo tecnico permanente a cui partecipare in qualità di uditori all'esenzione al pagamento dell'Irpef e dell'Imu per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli fino alla determinazione del valore del costo di produzione, alla revisione della Pac e al mantenimento delle agevolazioni sui carburanti. Intanto i rappresentanti di Riscatto agricolo hanno dichiarato che giovedì non parteciperanno alla manifestazione indetta a Roma al Circo Massimo dai Comitati Riuniti Agricoltori Traditi (CRA) guidati da Danilo Calvani: «Non vogliamo prendere parti politiche, questa manifestazione ha un alto rischio di infiltrazioni».

Si tratta della frangia più anti sistema e critica anche del governo, Calvani non è nuovo alle cronache poiché già nel 2013 era a capo della protesta dei forconi muovendosi con la sua Jaguar da una manifestazione all'altra.

Ai due movimenti più grandi si affiancano una serie di gruppi e comitati sui territori, dal Collettivo Agricoltori autonomi di Alessandria e Asti (auto candidati per salire sul palco di Sanremo) al Comitato Spontaneo Agricolo della Basilicata fino agli Agricoltori

Bassa Romagna e al Movimento spontaneo agricoltori salentini. La galassia dei trattoristi è in continua evoluzione e, se le eco-follie europee continueranno, siamo di fronte a una protesta destinata a durare ancora a lungo.

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