Accoltellata a 18 anni. Il vicino in manette: "Lo aveva lasciato"

La ragazza uccisa da un coetaneo di origine indiana. Il giovane ha confessato

Accoltellata a 18 anni. Il vicino in manette: "Lo aveva lasciato"
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Sognava di fare il chirurgo estetico. Si stava preparando per Halloween e per la patente, come fanno migliaia di adolescenti. Il 9 novembre avrebbe compiuto 19 anni e stava per scegliere il luogo in cui festeggiare il compleanno. Una data che per lei non sarebbe mai arrivata. La vita di Sara Centelleghe è stata strappata via dalle mani di un coetaneo, vicino di casa, di origini indiane. È stato lui a sferrare una raffica di coltellate sul corpo della ragazza, in una notte di fine ottobre. L'impronta di un piede sinistro, gocce di sangue sul pianerottolo e sulle scale e il corpo inerme a terra: è questa la scena del delitto che si sono trovati davanti agli occhi i carabinieri quando sono entrati nell'appartamento di via Nazionale a Costa Volpino, comune bergamasco sul lago d'Iseo. È l'una di notte tra venerdì e sabato: Sara è in casa con un'amica, che però è uscita a prendere qualcosa da bere a un distributore automatico nei pressi del condominio. Quando rientra scopre l'orrore: la ragazza è a terra senza vita, colpita da diversi fendenti con un coltello da cucina. Quella traccia inquietante sul pianerottolo dà il via alle indagini e la matassa viene dispiegata dopo una sola notte di ricerche: i carabinieri arrestano un 19enne indiano che risiede proprio nelle vicinanze di via Nazionale, nello stesso complesso di Sara. In casa sua vengono sequestrati cinque borsoni di vestiti e lenzuola.

I carabinieri di Bergamo arrivano a lui dopo aver ripercorso la fuga dell'aggressore: quelle gocce di sangue sul pianerottolo portavano alle scale e poi al locale sotterraneo del garage. E da lì l'assassino ha risalito l'altra scala che conduce proprio alla casa del giovane. D'altronde gli inquirenti coordinati dal sostituto procuratore Giampiero Golluccio e dal procuratore Maurizio Romanelli hanno da subito escluso l'ipotesi della rapina e che l'omicidio fosse maturato nel contesto familiare della vittima, che viveva con la madre separata dal marito.

Il ragazzo è stato interrogato per ore in caserma a Bergamo e nella serata di ieri ha confessato il femminicidio. Su di lui, trasferito nel carcere di Bergamo con l'accusa di omicidio volontario, sono stati trovati «concordanti indizi di colpevolezza» - spiegavano i carabinieri prima ancor ell confessione. Nel piccolo comune bergamasco molti conoscono entrambi: la vittima e il carnefice. Dell'ultimo, più grande di tre figli maschi, qualcuno dice: «Non ha mai dato segni di squilibrio». Il padre viene descritto come un gran lavoratore, la madre è assunta in comune «e sono perfettamente integrati». L'ipotesi più battuta è che i due avessero un legame e che di fronte ad un allontanamento di Sara il giovane indiano abbia messo in atto il raid approfittando dell'assenza temporanea della madre e dell'amica della ragazza. E proprio questo avrebbe confessato nel maxi interrogatorio di ieri.

«Era gentilissima ed educata» Sara Centelleghe, nei racconti dei membri della comunità di Costa Volpino. Era riservata, aveva poche persone sincere intorno a sé ma aveva anche tanti sogni. Parlava di proseguire gli studi dopo la maturità e aveva appena guidato per la prima volta. Era contenta.

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