Accuse di molestie in Senato. Richetti querela: "Io vittima"

La denuncia di una donna: "Abusata nel suo ufficio". Il centrista: "Solo calunnie". E si muove pure Calenda

Accuse di molestie in Senato. Richetti querela: "Io vittima"

Il «Richetti-gate» scalda il rush finale della campagna elettorale e scatena la resa dei conti tra Carlo Calenda e gli ex alleati del Pd. Il senatore di Azione Matteo Richetti annuncia la querela contro il sito Fanpage che venerdì ha pubblicato il racconto di una donna, la cui identità è ancora coperta, che ha denunciato di aver subito avances sessuali dal politico, «nel suo ufficio istituzionale». Richetti nega le accuse e porta il sito in Tribunale: «Ho dato mandato ai miei legali di procedere in sede civile nei confronti di Fanpage, del direttore responsabile e degli altri soggetti responsabili per gli articoli e i video diffamatori pubblicati in questi giorni. In tal modo sarà possibile accertare la palese falsità delle accuse mosse nei miei confronti e dei messaggi telefonici pubblicati dalla testata, senza neppure verificarli», annuncia una nota dell'ufficio stampa di Azione. La vittima nell'intervista ha mostrato anche alcuni messaggi scambiati con il senatore. Per Richetti si tratta di messaggi contraffatti: «Hanno costruito messaggi falsi e li hanno attribuiti a me. Hanno mandato un video anonimo che racconta cose mai accadute. Io ho denunciato, chi mi calunnia no. Sono mesi che accade questo è ora esce ogni tipo di falsità e io devo fare chiarezza? Più di così».

Intanto si muove la Procura di Roma che indaga sul caso. Il fascicolo è stato aperto a fine 2021. Quando il senatore si è recato dai magistrati per sporgere denuncia per stalking. Il parlamentare avrebbe raccontato ai giudici di essere stato preso di mira da una donna che lo accusava di molestie sessuali in Senato senza però avere presentato alcun esposto. Una storia torbida. Già un anno fa su alcuni siti sono apparse notizie circa la presunta relazione del senatore con una sua collaboratrice napoletana. Articoli pieni di insulti e frasi volgari che ad oggi non sono stati rimossi. Richetti si sfoga: «Quello che sto vivendo mi sta tagliando la carne addosso. Io mi sono trovato un servizio in cui una persona, anonimamente, diceva di aver subito molestie e ha supportato quella cosa portando uno scambio di messaggi che è stato costruito in maniera artefatta. Io non li ho mai pensati, ideati e inviati. Non è la versione di Richetti ma è riscontrabile in un minuto. Abbiamo mandato a tutti i giornalisti l'atto di denuncia di 12 mesi fa che reca i messaggi che questa signora ha mandato al senatore Richetti da cui si capisce che siamo di fronte a una persona che non sta bene e che tutto era tranne che molestata. Quello che è successo è una delle pagine più vergognose del giornalismo italiano degli ultimi anni, che pure di pagine vergognose ne ha molte».

Il caso offre però l'occasione al Pd di regolare i conti: «Una cosa è certa, non denunciare non vuol dire non aver subito molestia o violenza. Basta guardare i dati Istat: 8 donne su 10 non denunciano le violenze subite. Questo Calenda non può non saperlo», commenta Laura Boldrini su Twitter. Mentre l'europarlamentare dem Pina Picierno rilancia: «Carlo Calenda si è svegliato e ha diffuso la querela che Richetti ha presentato alla donna che lo accusa di molestie definendola una squilibrata.

Un atteggiamento riprovevole e patriarcale che punta a vittimizzare la donna e ad assolvere il presunto molestatore». Il leader di Azione sbrocca: «Pina Picierno strumentalizza la vicenda che riguarda Matteo Richetti per prendere voti». Accuse e veleni tra ex alleati.

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