La finanza irrompe a caccia di carte contro il Pirellone e i vertici delle Rsa

Acquisiti atti all'assessorato al Welfare, nel mirino la delibera con cui i malati furono spostati negli istituti. Il caso dei 18 pazienti di Sesto

La finanza irrompe a caccia di carte contro il Pirellone e i vertici delle Rsa

Tutto, alla fine, ruota intorno a una riga e mezzo della delibera che la Regione Lombardia assunse l'8 marzo scorso, nell'alluvione di ammalati che si riversava su tutti gli ospedali della Regione: «Si rende necessario liberare rapidamente i posti letto negli ospedali per acuti». Da quel momento, centinaia di malati di coronavirus presero la strada delle case di riposo lombarde. Si innesca in quelle ore drammatiche il meccanismo che ieri mattina porta la Guardia di finanza a presentarsi negli uffici della Regione: prima all'avvocatura interna, poi alla direzione generale del Welfare, l'assessorato retto da Giulio Gallera che sta tenendo la regia dell'emergenza Covid-19. Perché l'ipotesi della Procura è che proprio quella delibera abbia contribuito ad accendere in ospizi e Rsa focolai rivelatisi disastrosi.

Per ora non ci sono avvisi di garanzia in Regione, l'operazione di ieri delle Fiamme gialle è una costola dell'inchiesta che vede indagati i vertici del Pio Albergo Trivulzio e di due case di riposo private, la Don Gnocchi e la Sacra Famiglia. Ma la tempistica dell'inchiesta è significativa: la Procura manda i finanzieri in Regione subito dopo avere perquisito Trivulzio e Sacra Famiglia, prima ancora di avere iniziato l'esame delle migliaia di carte sequestrate. Un'urgenza che la dice lunga sulla volontà di scavare anche sulle responsabilità politiche.

Al Pirellone la Gdf si fa consegnare le carte che raccontano l'intera cronistoria dei trasferimenti dei malati alle Rsa, prima e dopo la delibera dell'8 marzo. Dentro, c'è l'elenco completo delle strutture che, accogliendo l'invito della Regione, si sono fatte avanti per ospitare pazienti, garantendo che sarebbero stati destinati a reparti isolati e con personale dedicato. Non ovunque, a quanto pare, gli impegni sono stati rispettati.

Il direttore generale del Trivulzio, Giuseppe Calicchio, è accusato di omicidio colposo e epidemia colposa anche per i pazienti che il Pat, sulla base della stessa delibera regionale, venne incaricato di smistare in strutture minori. Le strutture avevano garantito il rispetto delle condizioni. Ma nessuno, a quanto pare, si preoccupò di verificare. A chi spettava? Era sufficiente l'autocertificazione? Nel decreto di perquisizione spiccato dalla Procura si ordina il sequestro oltre che della corrispondenza «anche informale» tra il Pat e la Regione e delle cartelle cliniche dei deceduti, anche di tutta la documentazione relativa ai «pazienti ricevuti da altre strutture sanitarie dal mese di febbraio», ipotizzando esplicitamente che la documentazione possa venire «dispersa o alterata».

Di certo la polemica sulle competenze si annuncia lunga, e peserà sulla stessa inchiesta giudiziaria. Come la vicenda dei diciotto pazienti che tra il 12 e il 13 aprile vennero ospitati direttamente all'interno del Trivulzio. Provenivano dall'ospedale di Sesto San Giovanni, che attestò di essere un ospedale «no Covid»: così finirono in reparto insieme agli altri anziani. Ora la Procura punta a capire se e quanti siano risultati poi positivi. Lo erano già prima, e hanno portato loro il virus al Trivulzio? O erano sani, e si sono ammalati lì?

Trentasei anziani provenienti dagli ospedali sovraccarichi, e già in fase di convalescenza, finiscono al Don Gnocchi: e il 16 marzo il loro arrivo viene presentato come un gesto nobile dalla direttrice Federica Tartarone, «la cosa che mi ha commosso è stata la risposta del personale medico e infermieristico che si è candidato volontariamente per far parte delle équipe dedicate a seguire questa tipologia di

pazienti». Ora la Tartarone è indagata insieme ai suoi colleghi, mentre l'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano punta a accertare se dietro la generosità non siano passate leggerezze e interessi.

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