Ad accusare l'ex ministro sono rimasti 2 nigeriani e associazioni di sinistra

Legambiente e Arci parti civili: "È ecologia umana". Un ex Pci guida gli ambientalisti

Ad accusare l'ex ministro sono rimasti 2 nigeriani e associazioni di sinistra

Ma chi vuole veramente la condanna dell'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini per il caso Gregoretti? Un ex comunista a capo di Legambiente Sicilia, una coppia di migranti nigeriani «sequestrati» per meno di un giorno, l'ultrasinistra dell'Arci, «sempre attiva e resistente» oltre che un'onlus di Siracusa per i minori non accompagnati. Si sono costituiti tutti parte civile a Catania contro il leader della Lega, dove la Procura rimane convinta «dell'infondatezza del reato».

«L'accusa in questo processo è stata rappresentata solo dalle parti civili» ha dichiarato con orgoglio l'avvocato Daniela Ciancimino, che rappresenta Legambiente. In teoria dovrebbe trattarsi solo di un'associazione ecologista, ma in realtà è stata propio la costola siciliana a dare vita al processo Salvini presentando un esposto alla procura di Siracusa il 31 luglio 2019 sul «sequestro» dei migranti a bordo di nave Gregoretti della Guardia costiera. Non è un caso: il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, come si legge sul sito dell'associazione «ha un passato di politico, cresciuto tra i giovani comunisti () È stato dirigente del Pci e poi del Pds, facendo, tra l'altro, anche il parlamentare regionale dal 1996 al 2001».

«La costituzione di parte civile - dichiarano i vertici di Legambiente - è un fatto importante perché viene riconosciuto il nostro impegno contro ogni ingiustizia promuovendo un'ecologia umana legata alla centralità delle persone. Non si possono alzare muri e barricate né chiudere i porti contro il dramma dell'immigrazione». Quando si presentano in tv per le Golette verdi, però, non spiegano che sono ecologisti ideologizzati: «Quanto accaduto sulla Gregoretti un anno fa è un fatto grave e inammissibile frutto di scelte politiche inconcepibili». Subito dopo aver presentato l'esposto scrivevano: «Perché ci occupiamo di migranti? Ci siamo sempre occupati di ambiente ma anche di essere umani a prescindere dal loro passaporto, perché pratichiamo da 39 anni l'ecologia umana di cui parla anche Papa Francesco».

Al loro fianco come parte civile per chiedere una condanna esemplare c'è l'Arci, l'organizzazione delle case del popolo e dei circoli ricreativi di sinistra. Il 5 per mille lo hanno donato a Mediterranea, il cartello degli estremisti come Luca Casarini, che ha comprato nave Mare Jonio, più volte sequestrata, dopo avere fatto sbarcare i migranti illegali in Italia. L'Arci è stata aiutata anche dal discusso miliardario George Soros, come ha confermato al Giornale il rappresentante in Europa della Open society foundation.

Oltre ai big si è fatta avanti come parte civile l'onlus di Siracusa AccoglieRete. «I minori a bordo della Gregoretti sono stati fatti scendere solo su disposizione del Tribunale dei minori e non perché lo ha deciso l'allora ministro Salvini. Li ha lasciati a bordo per giorni sotto 37 gradi e con un solo bagno. Tenuti in ostaggio per ottenere dall'Europa la redistribuzione dei migranti. Merita il rinvio a giudizio», ha sentenziato ieri Carla Frenguelli, a capo dell'associazione che si occupa di minori non accompagnati.

Sulla sua pagina Facebook ha postato le foto della nave «anarchica» Louise Michel finanziata dal misterioso Bansky, artista e furbone di strada, per recuperare migranti partiti dalla Libia e portarli da noi. Inevitabile che fra i partner della onlus ci siano la solita Arci, l'Asgi, associazione di avvocati che difendono le Ong, Emergency, l'Unhcr, costola dell'Onu per i rifugiati e alcune università come quella di Catania.

E i migranti? Come parte civile, si sono presentati solo due, una coppia di nigeriani, Jafra e Aishat Saha con i loro figli, sui 116 che erano a bordo di nave Gregoretti. La signora, che era incinta, ha raccontato che «neanche gli animali vengono trattati così male», come se l'Italia fosse peggio dei trafficanti libici.

Peccato che Aishat, proprio per la gravidanza all'ottavo mese, il marito ed i due figli di 10 e 6 anni siano stati sbarcati dal Gregoretti appena dopo 20 ore di attesa in rada. Il «sequestro» più breve della storia anche rispetto al pugno di giorni contestati a Salvini per gli altri migranti.

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